Palermo, una scuola dello ZEN cade a pezzi, in compenso arriverà il Tram

4 dicembre 2018

Una scuola pubblica dell’infanzia e primaria nel quartiere ZEN di Palermo cade a pezzi. E’ normale che i genitori debbano mandare i bambini in una scuola che rischia di cadere sulle teste dei propri figli? Ma come: sono stati spesi 320 milioni di euro per 15 Km di Tram, si devono spendere altre centinaia e centinaia di milioni di euro per altre linee di Tram e non si trovano i soldi per una nuova scuola allo ZEN?  

La notizia è che una scuola dello ZEN, a Palermo, cade a pezzi. Non da ora, ma da anni. Cade pezzo dopo pezzo. Ce ne vorrebbe una nuova. E’ un scuola pubblica in un quartiere che ha già mille problemi. Ma la scuola nuova non c”è. Però a Palermo ci sono 15 Km di Tram costati 320 milioni di euro. E arriveranno altre sei o sette linee di Tram a colpi di centinaia di milioni di euro. I soldi per le scuole nuove non ci sono, per il Tram, sì.

Gli appalti ferroviari, a Palermo, vengono prima delle scuole. Anche prima delle sicurezza nelle scuole.

A Palermo la mobilità è ‘sostenibile’: soprattutto perché ‘sostenuta’ da appalti per centinaia e centinaia di milioni di euro. Ci sono scuole che, invece, non si sostengono e cadono giù a pezzi.

La scuola ‘Leonardo Sciascia’, nel quartiere ZEN di Palermo, continua a cadere a pezzi. Per fortuna non sulle teste dei ragazzi e dei professori. Nei giorni scorsi un pezzo del controsoffitto è andato giù. Il preside Giuseppe Granozzi, sul quotidiano La Repubblica ha precisato:

“Si tratta di un elemento di cartone che si è bagnato per una infiltrazione di acqua ed è caduto. Io ho transennato l’area e tre classi non sono al momento accessibili”.

Quindi il controsoffitto di una scuola pubblica è fatto con il cartone!

I genitori, da parte loro, sono furiosi e minacciano di non mandare più i figli a scuola fino a quando l’edificio non verrà ristrutturato.

Possibile che una scuola pubblica dell’infanzia e primaria cada a pezzi? I genitori devono mandano i figli a scuola con la paura che il tetto gli cada sulle teste? O debbono stare tranquilli perché tanto il tetto è di cartone? Tutto questo è normale?

Invece di organizzare i doppi turni, con disagi per i bambini e per le famiglie, non sarebbe più corretto realizzare una nuova scuola, possibilmente in cemento e non in cartone?

Sappiamo di essere impopolari: ma non si potrebbe costruire qualche scuola pubblica dell’infanzia e primaria e qualche linea di Tram in meno? E’ chiedere troppo?

 

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