terza pagina/”…I siciliani gente acuta e sospettosa, nata per le controversie…’’

30 novembre 2018

La nostra rubrica dedicata alle pillole culturali: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura

terza pagina

(a cura di Dario Cangemi)

Incipit

Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura.

‘’Ogni uomo però non è soltanto lui stesso; è anche il punto unico, particolarissimo, in ogni caso importante, curioso, dove i fenomeni del mondo s’incrociano una sola volta, senza ripetizione’’.

Hermann Hesse, “Demian”

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Pensieri sparsi L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.

‘’Un po’ più in là della tua solitudine, c’è la persona che ami’’

Dino Buzzati, da “Sessanta racconti”

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Siciliani notevoli da ricordare

Ricordiamo oggi Giuseppe La Napola, nato a Trapani, nel 1586.

Giuseppe La Napola da Trapani jr. era un frate minore conventuale, da distinguersi da Giuseppe La Napola da Trapani senior, sempre frate minore conventuale ma suo zio. Appartenente alla Provincia di Sicilia, venne inviato a Roma, presso il Collegio San Bonaventura nel 1605, da cui uscì addottorato nel 1608. In seguito ha esercitato la docenza presso lo Studium di Bologna (1613-1616), poi reggente degli studi a Padova (1617), carica che esercitò per poco tempo.

Infatti, a Enna, la fraternità provinciale della Sicilia nel 1618 lo elesse suo Ministro, carica che il Ministro generale dei frati minori conventuali, Giacomo Montanari da Bagnocavallo, non rese effettiva se prima non avesse portato a termine il suo incarico di insegnamento. Dal 1620 al 1623 fu reggente degli studi a Palermo ed è da presupporre che egli sia stato reggente degli studi a Napoli tra il 1621 e il 1623. Nel 1625 (o nel 1627) è tornato a Trapani, dove è rimasto fino alla fine dei suoi giorni. La tradizione lo ricorda come il maestro di Bartolomeo Mastri da Meldola.

Nel suo insegnamento, Giuseppe La Napola jr. non esponeva solamente la dottrina di una corrente teologica, ma offriva una formazione metodologica innovativa per il tempo, privilegiando la via Scoti, i principi della dottrina scotista.

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Viaggio e cultura: il rapporto degli scrittori con la Sicilia

…I siciliani gente acuta e sospettosa, nata per le controversie…’’

Raccontiamo oggi un interessante aneddoto: Governatore della Sicilia accusato di corruzione.

Cicerone contro Verre

Esattamente dal 21 gennaio fino al 20 di aprile Cicerone raccolse tutte le prove possibili, raggiungendo anche la Sicilia e cercando testimonianze inoppugnabili. Purtroppo non tutte le città furono così disponibili in questa lotta contro la corruzione, sappiamo infatti che Messina, Siracusa e Lentini si opposero a dare informazioni contro Verre. Possiamo dire che sicuramente la rete di corruzione e complicità doveva essere ben estesa se i cittadini non vollero prendere posizione contro l’ex governatore. Il potere di questo era così forte che le tentò davvero tutte cercando anche di comprarsi letteralmente l’accusatore . A Cicerone fu infatti proposta una ingente somma di denaro, difficile da rifiutare, ma che l’integerrimo avvocato ovviamente rifiutò. Di contro però si beccò il pettegolezzo, ma in realtà un’accusa bella e buona, di aver intascato una esosa tangente Le requisitorie contro Verre divennero famose nel mondo antico e ancora oggi, conosciute con il nome di Verrine rappresentano un testo chiave in materia di oratoria e giurisprudenza. Il titolo originario dell’opera è: “In Qintum Caecilium divinatio- In Gaium Verrem actio prima- In Gaium Verrem cationi secundae libri I-II“

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La scuola poetica siciliana

La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.

‘’…Poi non son meo ma vostro, amor meo fino,

preso m’avete como Alena Pari,

e non amò Tristano tanto Isolda

quant’amo voi, per cui penar non fino;

oi rosa fresca che di magio apari,

merzè vi chiamo: lo meo male solda’’.

[O]i Siri Deo, con forte fu lo punto Filippo da Messina

XIII secolo

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Proverbi Siciliani

Il proverbio è la più antica forma di slogan, mirante non già ad incentivare l’uso di un prodotto commerciale, bensì a diffondere o a frenare un determinato habitus comportamentale, un particolare modo di valutare le cose, di interpretare la realtà.

‘ A iaddina ca camina, s’arritira ca vozza china

( chi è operoso e si da da fare torna con un guadagno a casa)

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