Ars: terza ‘fuga’ dei deputati dall’Aula. E le opposizioni? Sparite…

30 novembre 2018

Ieri i parlamentari del Movimento 5 Stelle e del PD hanno avuto l’occasione per dimostrare ai siciliani che fanno opposizione al Governo Musumeci. Ma l’hanno sprecata. E se il PD siciliano, almeno, si tiene le poltrone di sottogoverno, non si capisce perché i grillini non sviluppino una seria opposizione all’attuale Governo siciliano. Intanto l’esercizio provvisorio è ormai dietro l’angolo 

C’è, nel Parlamento siciliano, un’opposizione al Governo regionale di Nello Musumeci? Ieri c’era la possibilità di verificarlo: i deputati del Movimento 5 Stelle e del PD hanno avuto l’occasione per dimostrarlo. Ma ieri, per la terza volta in tre giorni, la seduta di Sala d’Ercole è andata deserta.

In discussione avrebbe dovuto esserci il disegno di legge sule variazioni di Bilancio. Un provvedimento arrivato in Aula senza il passaggio delle commissioni di merito, in forza di una decisione presa a maggioranza dalla conferenza dei gruppi parlamentari. Tra le proteste verbali dei deputati grillini e del PD, che hanno criticato il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.

Una volta arrivato in Aula, l’altro ieri, regolamento alla mano, i deputato del Movimento 5 Stelle e del PD avrebbero dovuto chiedere di mettere ai voti il calendario dei lavori del Parlamento siciliano approvato in conferenza dei capigruppo.

Come abbiamo illustrato ieri (IN QUESTO ARTICOLO), si fa così quando l’opposizione vuole mettere in difficoltà il Governo.

Ma l’altro ieri le opposizioni – o presunte tali – non hanno messo in difficoltà il Governo. Grillini e PD l’opposizione l’hanno fatta solo alzando la voce.

Avrebbero potuto recuperare ieri. Ma ieri, in Aula, non c’erano nemmeno i 31 deputati della ‘presunta’ opposizione: ovvero i 20 deputati grillini e gli 11 deputati del PD. Di deputati, in Aula, ce n’erano appena 23 su 70: 14 ella maggioranza e 9 dell’opposizione (o presunta tale).

La scena dovrebbe dare l’idea di un Parlamento sfilacciato con una maggioranza sfilacciata. E in parte è così.

Ma se la maggioranza di centrodestra che regge le sorti del Governo di Nello Musumeci è risicata e rissosa, le opposizioni sono ben peggiori della maggioranza.

Come ripetiamo spesso, il PD siciliano non fa opposizione, ma fa incetta di poltrone di sottogoverno. Basti pensare che alcuni vecchi manager della sanità che risalgono agli anni del Governo di Raffaele Lombardo e del più recente Governo di Rosario Crocetta sono stati riconfermati.

Ora, secondo voi, un Governo regionale conferma tali personaggi ai vertici della sanità pubblica siciliana per premio alla ‘bravura’? E’ evidente che c’è un accordo consociativo tra ‘pezzi’ del centrodestra (per lo più l’ala di Forza Italia che fa capo al presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè) e il PD.

E infatti, come già accennato, il Partito Democratico siciliano continua a restare in ‘pezzi’ del Governo della Regione, dalla sanità ai rifiuti. Per il PD siciliano, a conti fatti, la tavola del Governo è sempre ‘apparecchiata’…

I grillini dell’Ars, da parte loro, sono in confusione. La loro opposizione, quando si tratta di fare sul serio, tentenna. La vicenda del disegno di legge sulle variazioni di Bilancio è emblematica.

Il risultato è che l’Aula è stata aggiornata a giovedì prossimo. Insomma, il Parlamento siciliano si è preso una settimana di pausa perché né il Governo Musumeci, né i vertici dell’Ars sanno come proseguire.

Poco più di una settimana fa, quando sono stati approvati di corsa il Rendiconto 2017 e un misterioso Assestamento di Bilancio (che, a nostro modesto avviso, è pieno di ‘buchi’ COME ABBIAMO SCRITTO QUI), il Governo aveva annunciato la presentazione della manovra di economica e finanziaria 2019 (leggere Bilancio e Finanziaria 2019).

A noi sembrava tutto un po’ strano. Perché a nostro modesto avviso – cosa che abbiamo scritto un mese fa circa – l’esercizio provvisorio, a questo punto, sembra inevitabile.

Ma il Governo regionale, attraverso i suoi autorevoli rappresentanti, ha fatto sapere che la legge di stabilità regionale (da qualche anno Bilancio e Finanziaria si chiamano così) verrà approvata entro l’anno.

Di fatto, però, l’Aula non riesce ad approvare nulla: né i debiti fuori Bilancio (che sono una grande anomalia: e bene fanno i deputati a non approvarli), né la legge sulle variazioni di Bilancio, né altre leggi. Nulla di nulla.

Appuntamento alla prossima settimana.

 

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