terza pagina/La Sicilia? “Un affascinante mix di influenze europee e nordafricane… una terra unica, autentica, con una sua propria identità’’.

22 novembre 2018

La nostra rubrica dedicata alle pillole culturali: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura

terza pagina

(a cura di Dario Cangemi)

Incipit

Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura.

‘’La solitudine è indipendenza: l’avevo desiderata e me l’ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri’’.

Hermann Hesse, “Il lupo della steppa”

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Pensieri sparsi

L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.

‘’Tu sai quanto fui puro

quanto amavo una vita

troppo bella per me

quanto ero deciso

a difendere e amare’’.

Pier Paolo Pasolini, Memorie da ‘L’usignolo della Chiesa Cattolica

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Eventi e fatti storici

1943 ..Il Libano ottiene l’indipendenza dalla Francia

Il Libano ottenne l’indipendenza nel novembre 1943, durante la seconda guerra mondiale mentre la Francia era occupata dalla Germania nazista o sotto il regime fantoccio di Vichy, il cui alto commissario mandatario, generale Henri Dentz, spingeva per l’indipendenza. Perciò il Regno Unito, che aveva varie forme di controllo su Sudan, Egitto, Palestina, Giordania e Iraq, occupò militarmente Siria e Libano e li pose sotto l’autorità della Francia libera di De Gaulle. Nell’agosto 1943 si tennero le elezioni sulla base di un decreto commissariale (sulla base del Patto Nazionale di quell’anno) che stabiliva il principio di 6/5 per il rapporto cristiani/musulmani (rimasto in vigore fino agli Accordi di Ta’if del 1989) e 55 eletti. Mentre il consiglio, riunitosi a partire dal 21 settembre, si era ridenominato Assemblea Nazionale, l’8 novembre 1943 il nuovo governo libanese abolì unilateralmente il mandato. Allora furono imprigionati per 11 giorni, dall’11 al 22 novembre 1943 nel castello di Rashaya il nuovo presidente Bishara al-Khuri insieme a Camille Chamoun, Riyad al-Sulh, Pierre Gemayel e altri indipendentisti in seguito all’arresto da parte delle Forces françaises libres.

La loro liberazione il 22 novembre divenne il giorno dell’indipendenza del Libano. Solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1946 le truppe francesi e inglesi abbandonarono il paese.

In sicilia..

22 novembre 1915

Il torrente Lavinaio – Platani è famigerato per l’alluvione che colpì la zona di Acicatena e Aciplatani il 4 settembre 1761. Altro straripamento si registra il 22 novembre 1915 abbattendo muri e rovinando le colture. Il Torrente anche di recente è stato il protagonista involontario di lutti e danni.

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Siciliani notevoli da ricordare

Ricordiamo oggi.. Raimondo Cunich (in croato Rajmund Kunić; Ragusa, 17 gennaio 1719 – Roma, 22 novembre 1794) umanista, grecista e latinista. Dopo i primi studi a Ragusa, entrò nel 1734 nella Compagnia di Gesù, a Roma, e insegnò a Fermo, Città di Castello e Firenze. Completati gli studi nel Collegio Romano, dal 1768 vi insegnò retorica. A Roma fu protagonista della vita culturale; curò la pubblicazione di un’antologia, decantò poesie ai funerali dei pontefici Gregorio XIII e Clemente XIII e fece parte dell’Accademia dell’Arcadia. La sua fatica maggiore e più nota fu senz’altro la traduzione dell’Iliade in esametri latini, pubblicata nel 1776. La sua versione fu tenuta presente da Vincenzo Monti, che, come noto, restituì in italiano l’opera omerica con grande successo. Cunich tradusse, tra le altre cose, anche sette idilli di Teocrito.

Tra le sue opere più importanti:

•Anthologica sive epigrammata anthologiae Graecorum selecta, latinis versibus reddita et animadversionibus illustrata, Romae, Michaelis Angeli Barbiellini, 1771.

•Homeri Ilias, latinis versibus expressa a Raymondo Cunichio ragusini. Ad amplissimum virum Balthassarem Odescalchium, Romae, Joannes Zempel, 1776.

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Viaggio e cultura: il rapporto degli scrittori con la Sicilia

 

‘’Dinnanzi ai miei occhi si è materializzato un affascinante mix di influenze europee e nordafricane, anche se va detto che la Sicilia è una terra unica, autentica, con una sua propria identità’’.

Kazuo Ishiguro, premio Nobel per la letteratura nel 2017

Correva l’aprile del 2009, la Commissione per il premio letterario internazionale Giuseppe Tomasi di Lampedusa, indicava in “Notturni” di Kazuo Ishiguro l’opera da premiare. Fu una scelta senza discussione, entusiasticamente accolta da tutti quanti affascinati dalle atmosfere di “Quel che resta del giorno”, il più famoso romanzo dello scrittore giapponese per nascita ma, in realtà,, inglese al cento per cento.

Il premio fu consegnato, nel corso della cerimonia ufficiale, il successivo 8 agosto. Ishiguro e la moglie si intrattennero in Sicilia per tre giorni. Proprio a Mazara del Vallo, ultima tappa della permanenza in Sicilia, dopo il soggiorno a Santa Margherita di Belice città del Gattopardo.

‘’Ho visitato l’ Isola – racconta – per la prima volta cinque anni fa, quando ho trascorso alcuni giorni molto piacevoli a Taormina con la mia famiglia. Sono stato colpito dalla fantastica bellezza del paesaggio naturale, non solo di quello che circonda Taormina, ma soprattutto quello delle aree circostanti. Infatti, non siamo stati fermi in città, ma con la macchina abbiamo girato parecchio. Dinnanzi ai miei occhi si è materializzato un affascinante mix di influenze europee e nordafricane, anche se va detto che la Sicilia è una terra unica, autentica, con una sua propria identità’’.

‘’Io e mia moglie visitiamo l’ Italia regolarmente, ma solo in Sicilia noi siamo rimasti sorpresi di quante cose diverse, immaginabili, ci sono. La cosa che ci impressionava, soprattutto, era che la gente si comportava ed appariva diversamente, per la strada come a tavola’’. ‘’A parte quel breve viaggio, non conosco bene la Sicilia, dunque non posso dire niente su cose come ad esempio il fenomeno mafioso. Forse c’ è una immagine stereotipata della Sicilia e della mafia che proviene da film come “Il Padrino”, ma penso che per la maggior parte delle persone la Sicilia sia molto più di questo. Gran parte di quanti mi circondano, con cui ho la possibilità di confrontarmi, pensa ad una bella isola di cultura con una miscela di selvaggio e di sofisticato, con una ricca e propria storia, un travagliato rapporto con il continente d’ Italia, che in qualche modo ricorda il rapporto tra l’ Irlanda e la Gran Bretagna.

‘’So poco sugli autori italiani, ma quelli che ho letto tendevano tutti ad essere siciliani. “Il Gattopardo” è, a mio avviso, il solo romanzo scritto in italiano che può affiancarsi ai grandi capolavori sociali realisti scritti in russo, francese e inglese. Lo collego ai grandi romanzi realisti del diciannovesimo secolo di Tolstoj, Eliot, Stendhal eccetera, e sono contento che non sia stato influenzato dal modernismo’’.

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La scuola poetica siciliana

La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.

‘’…Amor sempre mi vede

ed àmi in suo podire,

m’eo non posso vedire

sua propia figura.

M’eo so ben di tal fede,

poi c’Amor pò ferire,

che ben pote guarire

secondo sua natura…’’

Assai mi placeria Stefano Protonotaro

XIII secolo

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Proverbi Siciliani

Il proverbio è la più antica forma di slogan, mirante non già ad incentivare l’uso di un prodotto commerciale, bensì a diffondere o a frenare un determinato habitus comportamentale, un particolare modo di valutare le cose, di interpretare la realtà.
Nun prumettiri e santi diuna né e carusi cudduruna. Non promettere ai santi digiuni e ai ragazzi focacce.

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