terza pagina/”… uno scrittore, a costo di fare tacere la sua anima fanciulla, è chiamato ad un alto dovere: dire l’indicibile’’

21 novembre 2018

La nostra rubrica dedicata alle pillole culturali: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura

terza pagina

a cura di Dario Cangemi

 

 

Incipit

Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura.

‘’Non c’è nulla di più pesante della compassione. Nemmeno il nostro proprio dolore è così pesante come un dolore che si prova con un altro, verso un altro, al posto di un altro, moltiplicato dall’immaginazione, prolungato in centinaia di echi’’.

Milan Kundera, “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

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Pensieri sparsi

L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.

‘’E allora,” soggiunse “sai cosa si fa quando non se ne può più? Si cambia’’.

Alberto Moravia, “Gli indifferenti”

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Eventi e fatti storici

21 Novembre 533 – Le Istituzioni di Giustiniano vengono pubblicate con la costituzione Imperatoriam.

Le Istituzioni di Giustiniano (in latino: Institutiones) sono un’opera didattica in 4 libri voluta dall’imperatore Giustiniano e rappresenta una delle parti di cui si compone il Corpus iuris civilis. La realizzazione materiale dell’opera è da attribuire ai giuristi Triboniano, Teofilo e Doroteo, ai quali Giustiniano affidò il compito di redigere un’operetta elementare destinata agli studenti del diritto nelle scuole dell’impero. L’opera venne pubblicata il 21 novembre 533 con la costituzione Imperatoriam.

..inoltre, in Sicilia..

il principe Vincenzo Gonzaga è nominato viceré di Sicilia

21 novembre 1677

Vincenzo Gonzaga, figlio del duca di Guastalla Ferrante II Gonzaga, nominato dal re Carlo II il 21 novembre 1677. Giunse a Palermo il 3 marzo 1678 e prese possesso della carica il 5. Il 17 agosto 1678 fu rimosso, al suo posto fu destinato Francesco Bonavides conte di Santo Stefano.

Vincenzo Gonzaga Doria (Guastalla, 1602 – Salamanca, 23 ottobre 1694) è stato un militare italiano.

È stato un militare italiano al servizio della Spagna, comandante di Villafranca dell’Ordine militare di Calatrava, gentiluomo di camera del re Carlo II, capitano generale della Galizia, eletto viceré di

Valencia (non entrò in carica), Viceré di Catalogna, di Sicilia e governatore del Consiglio delle Indie, in assenza del duca di Medina. Era l’ottavo figlio del duca di Guastalla Ferrante II Gonzaga e di Maria Vittoria Doria.

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Siciliani notevoli da ricordare

..Ci spostiamo poco sopra la Sicilia, oggi, per ricordare ..Francesco Acri (Catanzaro, 19 marzo 1834 – Bologna, 21 novembre 1913) filosofo e storico della filosofia italiano. Laureatosi in giurisprudenza a Napoli nel 1857, allievo a Berlino dello studioso di Aristotele e Kant Friedrich Adolf Trendelenburg, fu docente di storia della filosofia dapprima all’Università di Palermo e, dal 1871, all’Università di Bologna, dove rimase fino al 1911. Legato allo spiritualismo rosminiano, polemizzò con gli hegeliani e coi positivisti, in un lungo contraddittorio col suo predecessore nella cattedra bolognese, Francesco Fiorentino. Clericale in politica, eletto consigliere comunale di Bologna nel 1895, si batté contro il divorzio e per l’introduzione del catechismo nelle scuole, oltre ad essere strenuo difensore della partecipazione dei cattolici alla vita pubblica. Tra i suoi maggiori impegni di scrittore, la traduzione e il commento dei Dialoghi di Platone (varie edizioni parziali, raccolte in tre volumi fra il 1913 e il 1915). È sepolto alla Certosa di Bologna. Tra le opere più importanti:

* Abbozzo d’una teorica delle idee, Palermo, 1870

* Videmus in aenigmate: delle idee e prima della relazione tra la coscienza e il corpo secondo i filosofi naturali, Bologna, 1907

* Amore, dolore, fede, Bologna, 1908

* Dialettica turbata, Bologna, 191

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Viaggio e cultura: il rapporto degli scrittori con la Sicilia

 

‘’Adesso che sono finalmente venuto in Sicilia, ho desiderio di conoscerla bene, non solo attraverso gli autori che ho letto, Verga, Sciascia, Tomasi di Lampedusa e soprattutto Pirandello. Voglio conoscerne le differenze e sono molto curioso di scoprire Palermo’’.

Parliamo oggi di… Orhan Pamuk. E di un breve aneddoto inerente alla sua permanenza in Sicilia. Quando egli scorse il manoscritto del “Gattopardo” tirò fuori il telefonino e cominciò a scattare foto come un turista qualunque. Il Nobel si informò col padrone di casa, Gioacchino Lanza Tomasi, sulla sequenza delle versioni custodite nella teca, chiede se il palazzo è dotato di una climatizzazione da museo, fotografa l’affaccio sul mare e la sterminata biblioteca del principe, gira per i saloni.

Chissà, forse tutti questi “reperti” capaci di evocare il fantasma di Tomasi di Lampedusa lo rimandano al suo Museo dell’innocenza?

‘’No, perché questo è un luogo aristocratico mentre il mio museo espone oggetti della borghesia medio-alta di Istanbul — risponde lo scrittore turco -Lo scopo della mia collezione è proprio quello di dare un valore a quegli oggetti..’’

‘’Il compito di uno scrittore è quello di scrivere un libro meraviglioso. Bisogna lasciarlo giocare con il suo giocattolo preferito: la parola scritta. Per liberare in questo gioco l’eterno bambino che è dentro di lui, che è dentro ognuno di noi. Ma ci sono Paesi come il mio, con problemi gravi e urgenti, dove gli intellettuali sono chiamati al senso di responsabilità che quei contesti richiedono. È allora che uno scrittore, a costo di fare tacere la sua anima fanciulla, è chiamato ad un alto dovere: dire l’indicibile’’.

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La scuola poetica siciliana

La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.

Ben m’è venuto prima cordoglienza

‘’Ben m’è venuto prima cordoglienza,

poi benvoglienza – orgoglio m’è rendente

di voi, madonna, contr’a mia soffrenza:

non è valenza – far male a sofrente’’.

Giacomo da Lentini

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Proverbi Siciliani

Il proverbio è la più antica forma di slogan, mirante non già ad incentivare l’uso di un prodotto commerciale, bensì a diffondere o a frenare un determinato habitus comportamentale, un particolare modo di valutare le cose, di interpretare la realtà.

Cu prima nun pensa all’uttimu suspira. (Chi non pensa prima di agire, alla fine non gli resta che sospirare.)

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