Girgenti Acque: magistratura e Prefetto con l’interdittiva agiscono. E la politica? Tace. VIDEO di Mareamico

20 novembre 2018

Ed è anche logico che la politica agrigentina osservi in silenzio: avendo partecipato al ‘festival delle assunzioni’ che dovrebbe dire? Così, dopo l’inchiesta della magistratura che lo scorso gennaio ha scoperchiato il ‘pentolone’ di assunzioni, ipotizzando corruzione, truffe e riciclaggio, è arrivata l’interdittiva del Prefetto che blocca Girgenti Acque. E l’ATI di Agrigento? Sta a guardare…  

Agrigento e l’acqua non sono mai andati d’accordo. Per decenni la Città dei Templi e molti Comuni di questa provincia sono andati avanti all’insegna della sete. Alla fine degli ’80 del secolo passato il problema lo affrontò, risolvendolo, il Governo regionale di Rino Nicolosi, collegando un modulo del dissalatore di Gela con questa provincia. Operazione semplice, ma fino ad allora non ci aveva pensato nessuno. Da qualche anno Agrigento e 26 Comuni di questa provincia sono di nuovo nel caos idrico: acqua che arriva, non arriva, è sporca e via continuando. Da ieri Girgenti Acque – la società privata che ha gestito il servizio nei citati 27 Comuni – è fuori gioco, colpita da una certificazione antimafia interdittiva.

A disporre l’interdittiva è stato il Prefetto di Agrigento, Dario Caputo. Solo chi non vuole vedere non ‘legge’ quello che è avvenuto. Con questa interdittiva si chiude una lunga stagione contrassegnata dal dominio incontrastato della vecchia politica siciliana, che ha sempre sostenuto Girgenti Acque, contro una popolazione spesso in polemica con questa società.

Al Ministero degli Interni le cose sono cambiate. A noi il Ministro leghista Matteo Salvini non piace proprio. Ma non possiamo non notare che l’interdittiva sia maturata con la sua gestione del Ministero. Rispetto al passato il cambiamento c’è. La ‘botta’ è forte.

Il primo segnale è arrivato lo scorso gennaio, quando la Procura della Repubblica di Agrigento ha avviato un’inchiesta sulla gestione dell’acqua. Una sorta di ‘Assunziopoli’, ovvero assunzioni di amici & parenti di politici e pubblici amministratori. Della serie: tu fai un favore a me e io faccio un favore a te…

Inchiesta ‘pesante’ che coinvolge 73 persone tra parlamentari e, in generale, esponenti politici agrigentini, giornalisti, avvocati e, come già accennato, anche dirigenti pubblici. Reati ipotizzati: corruzione, truffa, corruzione, riciclaggio e anche inquinamento dell’ambiente (QUI UN NOSTRO ARTICOLO) (E QUI UN ALTRO ARTICOLO CON TUTTI I NOMI)

Commenta su Facebook Lillo Massimiliano Musso, avvocato, segretario politico di Forza del Popolo e tra i protagonisti dell’Associazione politica I Nuovo Vespri:

“Il prefetto di Agrigento ha firmato una certificazione antimafia interdittiva nei confronti di Girgenti Acque, a cui segue per legge la revoca degli affidamenti, il blocco delle gare in corso e l’affidamento della gestione acque e dei depuratori a un commissario. È un momento storico, topico, epocale. Da oggi nulla più sarà lo stesso in provincia di Agrigento. Ora l’ATI sveli i suoi volti”.

Musso tocca un punto centrale. l’ATI, che ha preso il posto dell’ATO idrico, ha sempre minacciato, a parole, azioni contro Girgenti Acque. Ma non le ha mai messe in atto, perché l’ATI di Agrigento è espressione di quella vecchia politica  tutt’altro che estranea al ‘babbio idrico’ di Agrigento.

Ma, adesso, l’ATI di Agrigento è stata – di fatto le cose stanno così – scavalcata dal Prefetto. Così come è stata scavalcata dalla già citata inchiesta della magistratura. In un anno l’ATI di Agrigento è riuscita a non anticipare la Giustizia. Parlano i fatti.

Sulla vicenda interviene con un comunicato e con un video (CHE POTETE VEDERE QUI) l’associazione Mareamico di Agrigento:

“Nelle scorse settimane Mareamico aveva segnalato la presenza di un grosso scarico fognario nel bosco, nel pieno centro di Agrigento. Questo sversamento, causato dalla NEGLIGENZA di Girgenti Acque, proveniva da un intero quartiere e dopo essere trasportato dai fiumi terminava la sua corsa nel mare di San Leone. Ovviamente gli abitanti di quei quartieri hanno continuato a pagare la depurazione, anche se ciò non avveniva. Ora l’ARPA ha certificato che ‘ESISTE UN GRAVE PERICOLO PER LA SALUTE PUBBLICA E INVITA I RESPONSABILI A RISANARE IL TRATTO DI TERRENO INTERESSATO DALLA CONTAMINAZIONE CLOACALE’. Purtroppo oggi, a seguito dell’interdittiva antimafia che ha colpito Girgenti Acque, che causa la revoca degli affidamenti, il blocco delle gare in corso e l’affidamento della gestione della depurazione a un commissario, sarà ben difficile vedere risolto questo problema: povera Agrigento!”.

Tre settimane fa Mareamico di Agrigento scriveva:

“Secondo il sole 24 ore ad Agrigento la capacità depurativa è al 90,7%.
Ma tutti sanno che questo è un dato infondato!
Basta osservare il nostro mare, i nostri fiumi e i tanti depuratori sequestrati dalla Magistratura (poiché mal funzionati) per capire che si tratti di una bufala.
La verità è che ci sono interi quartieri senza fognature, anche se ufficialmente tutto risulta regolare, in modo tale da giustificare la richiesta in bolletta della quota depurativa.
L’ultimo caso riguarda un fiume di fogna, proveniente da quartieri che pagano regolarmente la depurazione, che invece viene scaricato a vallone, senza alcuna depurazione.
Tutto questo accade in un’area nel centro di Agrigento.
In questa zona, negli scorsi anni, Girgenti acque aveva realizzato una condotta fognante per raccogliere le acque reflue della via Cicerone, della via Papa Luciani, della via ragazzi del 99 e parte della via Imera.
Purtroppo queste acque, invece di avere come recettore finale un depuratore, vengono scaricate a vallone.
Questo fiume di fogne, facendosi strada tra la vegetazione, arriva prima nel fiume Ypsas, poi nel fiume Akragas e quindi nel mare di San Leone”.

 

 

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