Elezioni europee: chi risiede all’estero non vota per corrispondenza, ma nei consolati

17 novembre 2018

Si avvicinano le elezioni europee (si voterà nella primavera del prossimo anno). Oltre a fornire informazioni sui possibili candidati ci sembra utile informare anche i cittadini sui loro diritti. Chi risiede in un Paese della UE non voterà per corrispondenza, ma nei consolati. Difficile presentare una lista al di fuori dei partiti tradizionali: ci vogliono 30 mila firme per ognuna delle cinque circoscrizioni italiane. Il comunicato de L’ALTRA Sicilia/Antudo 

Si avvicinano le elezioni europee. Il voto è previsto per la primavera del prossimo anno. Come eserciteranno il voto i cittadini italiani residenti all’estero? La domanda non è oziosa, alla luce delle polemiche sul metodo di voto di chi non risiede in Italia. Qualche cosa la possiamo dire sui cittadini italiani che risiedono in uno dei Paesi dell’Unione Europea: per loro non ci sarà la contestatissima busta con la scheda, ma potranno votare nei seggi che verranno appositamente istituiti nei consolati.

Vediamo cosa dice la legge:

“Ai sensi del Decreto-legge 24 giugno 1994, n. 408 possono votare all’estero per l’elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento europeo i cittadini italiani residenti in uno Stato dell’Unione europea e regolarmente iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero)”.

“Il voto all’estero per i rappresentanti italiani si esercita presso i seggi appositamente istituiti dagli Uffici consolari. L’elettore riceve a casa da parte del Ministero dell’Interno italiano il certificato elettorale, con l’indicazione del seggio presso il quale votare, della data e dell’orario delle votazioni. Qualora l’elettore non riceva il certificato elettorale entro il 5° giorno antecedente quello delle votazioni, potrà contattare l’Ufficio consolare competente per verificare la propria posizione elettorale e richiedere il certificato sostitutivo per l’ammissione al voto”.

E per gli italiani non iscritti all’AIRE? Il riferimento è agli italiani che si trovano temporaneamente all’estero per motivi di studio o di lavoro.

Leggiamo ancora la norma:

“L’elettore italiano residente all’estero o temporaneamente in un Paese dell’UE per motivi di studio o lavoro (che abbia presentato domanda di voto all’estero nei termini previsti), se rientra in Italia, può votare presso il proprio Comune di iscrizione elettorale: in tal caso deve farne esplicita richiesta, entro il giorno precedente quello della votazione, al Sindaco del suddetto Comune. L’elettore italiano residente all’estero può anche optare per il voto per i candidati del Paese in cui risiede; in tal caso voterà presso i seggi istituiti dalle Autorità del Paese di residenza estera. Il doppio voto è vietato: se si vota a favore di un candidato italiano non si potrà esprimere il voto anche per il candidato locale e viceversa”.

Sulle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo è interessante un comunicato del L’ALTRA SICILIA/Antudo:

“Tralasciando la soglia di sbarramento del 4% – si legge nel comunicato – confermata vergognosamente dalla Consulta, decisione che rende difficilissima la rappresentanza siciliana e sarda al Parlamento Europeo, ricordiamo che per poter presentare una lista occorrono 30.000 firme da raccogliere per ognuna delle 5 circoscrizioni elettorali”.

Al di là poi degli orpelli elettorali, L’ALTRA SICILIA/Antudo ricorda “che, contrariamente a quanto avviene per la legge per l’elezione di deputati e senatori, il tanto deprecato e manipolato voto all’estero per corrispondenza che tanti imbrogli ha causato, per le elezioni europee si dovrà andare a votare nei seggi istituiti presso i consolati o nelle scuole della vostra residenza all’estero e si voterà per la regione di appartenenza”.

“Di fronte alla difficoltà della raccolta di firme – si legge ancora nel comunicato – dello sbarramento e delle modalità di elezione, la cosa positiva ci sembra quella del coinvolgimento diretto del cittadino che dovrà recarsi personalmente presso il seggio in cui dovrà votare con la cartolina ricevuta. Una procedura che L’ALTRA SICILIA/Antudo ha sempre invocato proprio per evitare i brogli elettorali del voto per corrispondenza, lo scambio di buste, lo scambio persino di connotati, le manipolazioni delle schede, determinando il coinvolgimento diretto del cittadino emigrato”.

Foto tratta da sondaggibidimedia.com

 

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