Salvini vuole gli inceneritori di rifiuti: l’eterno ritorno degli stessi affari/ MATTINALE 194

16 novembre 2018

Ieri il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, in Campania, rilanciando la vecchia solfa degli inceneritori di rifiuti non ha solo riproposto una tesi ormai superata dalla tecnologia, non ha solo intralciato il lavoro del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa ma – questo è il vero significato di tale passaggio politico – ha lanciato un messaggio al vecchio Sud: della serie, l’erede di Berlusconi sono io… 

In Campania, nella ‘Terra dei fuochi’, dove l’inquinamento da rifiuti ha radici antiche tra Affari & Camorra, il solito Ministro degli Interni, il leghista Matteo Salvini, è andato a lanciare i soliti messaggi ai soliti noti. E’ la solita musica dei soliti inceneritori di rifiuti presentati come i soliti ‘termovalorizzatori’. La prova – l’ennesima prova – che la Lega, dentro l’attuale Governo nazionale, è portatrice di interessi berlusconiani. Soprattutto al Sud. 

Del resto, non può che essere così. Salvini è ormai il leader del centrodestra. Berlusconi è in uscita. Il capo della Lega vuole i suoi voti. Ma i voti di Forza Italia, nel Sud, sono ‘pesanti’. E ‘viaggiano’ sulle corde di ambienti, come dire?, un po’ strani.

In Sicilia, quando si deve prendere atto di qualcosa di spiacevole, ma di inevitabile, soprattutto se si deve raggiungere un fine, si usa un’espressione colorita ma efficace:

Chista è ‘a zita!“.

Della serie: questa è la situazione, prendere o lasciare.

Luigi Di Maio, replicando a Salvini che è andato a presentare la sua ‘ricetta intelligente’ per i rifiuti in Campania – “un termovalorizzatore per ogni provincia” (più di quanti ne avrebbero voluto realizzare centrodestra e centrosinistra in Sicilia nei primi anni del 2000) – ha detto:

“Guarda che i termovalorizzatori, in Campania, li vuole la Camorra…”. 

Salvini non ha replicato. Del resto, cosa avrebbe dovuto replicare?

Ci sono tre aspetti, nelle parole di Salvini sui rifiuti in Campania che fanno riflettere e fanno paura.

Il primo aspetto è l’incoerenza del Ministro degli Interni. Quando, la scorsa estate, ha lasciato sulla nave ‘Diciotti’ i migranti, fra le proteste di chi considerava inumano tale gesto, rispondendo al presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, che aveva espresso critiche sull’operato di Salvini, il Ministro ha risposto che nessuno può e deve intralciare l’operato del Ministro degli Interni.

Dopo di che lui, Salvini, ieri, ignorando la prescrizione da lui stesso lanciata – e cioè che il lavoro di un Ministro non può essere intralciato – ha intralciato il lavoro del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che è deputato ad occuparsi dei rifiuti.

Non è una novità. Nei giorni scorsi la signora Giulia Bongiorno, Ministro della Funzione pubblica, ha trovato del tutto normale andare in Tv ad intralciare il lavoro del Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che sta cercando di riformare la prescrizione.

Il ragionamento è semplice: nessuno deve intralciare Salvini nel suo lavoro di Ministro degli Interni; ma i Ministri leghisti, per conto di Salvini, e lo stesso Ministro Salvini possono andare a intralciare il lavoro degli altri Ministri, soprattutto se non vengono tutelati gli interessi di un ‘certo’ centrodestra, tra prescrizione e interessi concreti nella ‘Terra dei fuochi’.

Il secondo aspetto è quasi banale. Gli inceneritori di rifiuti – o termovalorizzatori se recuperano l’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti – fanno ormai parte del passato. Ormai si va verso i ‘Rifiuti zero’ con la raccolta differenziata spinta.

Perché allora Salvini ha rilanciato i temovalorizzatori? Perché sono sinonimo di affari. Di grandi affari. Non a caso, come ha detto Di Maio, piacciono alla Camorra.

Infine c’è un terzo aspetto, nell’atteggiamento di Salvini, che è bene sottolineare: ed è la via con la quale ha scelto di entrare al Sud: che, a quanto pare, non è fatta soltanto di traditori dello stesso Sud che, pur di mantenere le poltrone a Roma, o nei Consigli regionali, o nei Consigli comunali non esitano a consegnarsi nelle mani di chi il Sud l’ha sempre bistrattato.

Il segnale lanciato ieri da Salvini in Campania non vale solo per la Campania, ma vale anche per la Puglia, per la Calabria e per la Sicilia. E mette assieme tre elementi.

Il primo è che Salvini può interferire nel lavoro degli altri Ministri.

Il secondo è che gli affari – tipo termovalorizzatori – non sono tramontati.

Il terzo è che, dopo Berlusconi, il ‘vecchio Sud Italia’ ha un nuovo interlocutore politico: la Lega.

Chista è a zita…

Foto tratta da slideshare.net

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti