Il timore per l’abbandono delle grandi opere: il Sud non rischia nulla perché non c’è quasi nulla!

14 novembre 2018

Visto che nel Sud lo Stato italiano non investe, l’eventuale revisione delle ‘Grandi opere pubbliche’, con possibile blocco, non ci riguarda. Pensate un po’: a rischio, in tutto il Mezzogiorno, c’è solo una strada statale a Sibari. Poi il nulla. Siamo avvantaggiati perché esentati dal rischio? Non esattamente. Non rischiamo nulla perché nel Sud lo Stato non dà nulla! Poi, a parte, c’è la storia infinita del Passante ferroviario di Palermo

Un po’ divertiti – anche se il divertimento è amaro – siamo andati a verificare quali sono le grandi opere pubbliche sospese, che tanta ‘angoscia’ creano tra chi vuole rilanciare l’economia italiana. Abbiamo preso spunto dalla TAV – la tratta ferroviaria Torino-Lione ad alta velocità – della quale, in queste ore, tanto si parla.

Si tratta, infatti, dell’ultimo baluardo del programma del Movimento 5 Stelle non ancora travolto dalla triade politico-appaltistica-affaristica composta da PD, Lega e Forza Italia. Queste tre forze politiche sono riuscite a fare ‘rimangiare’ ai grillini due grandi e solenni impegni assunti con gli elettori: ILVA e TAP.

I grillini si erano impegnati a chiudere l’acciaieria di Taranto (legge ILVA): e invece, su pressione di PD, Forza Italia e Lega, l’ILVA è stata riaperta.

I grillini si erano impegnati a bloccare la TAP, il gasdotto che rischia di sventrare il Salento, sempre in Puglia; oggi il rischio non c’è più, nel senso che lo sventramento è diventato realtà, visto che la TAP sventrerà la costa del Salento, alla faccia degli elettori pugliesi che hanno votato 5 Stelle per bloccare questa schifezza.

Insomma, anche sulla TAP hanno vinto PD, Lega e Forza Italia.

Resta la TAV: e sembra che, anche su questo fronte, i grillini potrebbero cedere.

Alla luce delle polemiche sui ‘rischi’ che l’Italia non completi le ‘grandi opere’ oggi sospese – che in realtà l’attuale Governo nazionale sottoporre a revisione, magari per bloccarle – siamo andati a vedere quali sarebbero queste grandi opere pubbliche sospese. E ci siamo accorti, alla fine, che di queste grandi opere pubbliche sospese, nel Sud Italia, ce n’è una sola: tutte le altre sono nel Centro Nord!

I dati li abbiamo presi da una foto pubblicata nella pagina Facebook di Terroni di Pino Aprile. Vediamo quali sono ‘ste opere sospese a rischio di abbandono.

Oltre alla TAV – che come già accennato collega Torino con Lione – c’è i Terzo valico tra Milano e Genova, tratta ferroviaria ad alta velocità;

poi c’è la Pedemontana lombarda, che ovviamente si trova in Lombardia;

quindi il Mose, la diga a mare di Venezia, che è stato importante non tanto per i veneziani, quanto per coloro i quali l’hanno in parte realizzata;

e ancora la tratta ferroviaria ad alta velocità Brescia-Padova;

segue il Passante di mezzo di Bologna, in pratica un’autostrada;

c’è spazio anche per la Gronda di Genova, un’altra autostrada;

e il Passante di Firenze, ancora alta velocità ferroviaria;

sempre a Firenze c’è La nuova pista dell’aeroporto;

finalmente siamo arrivati all’unica opera nel Sud: la strada statale 106 Jonica, ovvero la Sibari-Roseto Capo Spulico.

Pensate un po’: se tutte queste opere dovessero essere bloccate, ebbene, a parte la strada statale Sibari-Roseto Capo Spulico, il Sud non perderebbe nulla, perché nessuna grande opera è stata finanziata nel Sud.

Anche se questo è vero solo in parte, perché in Sicilia c’è il Passante ferroviario di Palermo, il collegamento ferroviario che, partendo dall’aeroporto, arriva in città attraversandola con una serie di fermate, per poi proseguire verso Cefalù.

Il Passante ferroviario di Palermo è costato fino ad oggi un miliardo e 200 milioni di euro circa. Per il completamento dell’opera mancano ancora quattro stazioni oltre al problematico scavo della galleria di vicolo Bernava che ha già prodotto problemi enormi.

Poi c’è la questione del doppio binario: all’appello nel tratto che va dalla stazione d’Orleans alla stazione Notarbartolo.

Il Passante non rientra tra i progetti a rischio abbandono, perché chissà quanti altri soldi pubblici verranno ‘immolati’ per il completamento…
 

 

 

 

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