Sicilia in default 2/ Comuni di Palermo e Catania: due modi diversi & uguali di affrontare il fallimento

2 novembre 2018

Se a Palermo il sindaco Orlando cerca ancora di arrampicarsi sugli specchi tra Comune e società collegate, a Catania il sindaco Pogliese è andato a battere ‘cassa’ a Roma. Che partito strano, quello del sindaco di Catania (leggere Forza Italia): nella ‘Capitale’ è schierato con la UE contro il Governo nazionale giallo-verde che rifiuta l’austerità, all’ombra dell’Etna, però, vuole i soldi dal Governo nazionale…

Con la città piena di immondizia per le strade – quell’immondizia non raccolta che galleggia qua e là quando le piogge impazzano – il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha trovato anche il tempo per polemizzare con il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, su una ‘spagnolesca’ autorizzazione per poter proseguire a riempire di rifiuti la sesta vasca super-satura della discarica di Bellolampo. Polemica un po’ tragicomica, dal momento che, in teoria, nel capoluogo dell’Isola dovrebbe essere in vigore la raccolta differenziata dei rifiuti…

Ma la discarica di Bellolampo, simbolo del fallimento politico di chi oggi amministra Palermo, non è il solo elemento di crisi. Perché, alle porte, tenuta nascosta come la polvere sotto il tappeto, cova anche la crisi finanziaria.

Già, la crisi finanziaria nascosta. Nascosta per modo di dire, perché è lì che balla tra i bilanci dell’AMAT e della RAP, tra i tanti dipendenti sparsi tra il Comune e le società che fanno capo allo stesso Comune, tra le strade cittadine dissestate e i servizi sempre più carenti, se non assenti.

La crisi economica e finanziaria con rinvio: oggi, domani, o chissà. Ma è lì, nel Rendiconto 2017, ‘bocciato’ dai Revisori dei conti che il Consiglio comunale di Palermo non riesce ad approvare, ma che si ‘deve’ approvare. “Deve” chi? I consiglieri comunali di centrosinistra: spetta a loro bere l’amaro calice. Si dovranno mettere d’accordo tra loro, altrimenti andranno tutti a casa e addio appalti  del Tram, addio ai ‘valori’ della sinistra cittadina…

Ancora più ingarbugliata la situazione finanziaria di Catania. Dove i conti pubblici del Comune, a differenza delle carte ancora ‘coperte’ di Palermo, sono stati messi a nudo. Del resto, il sindaco che si è insediato da pochi mesi, Salvo Pogliese, pur essendo un esponente di quel centrodestra che, insieme con il centrosinistra, ha provocato il ‘buco’ di un miliardo e 600 milioni di euro nel bilancio della Città Etnea, non ha responsabilità dirette.

Non solo. Mentre a Palermo – città del capo dello Stato, Sergio Mattarella – il sindaco Orlando continua ad armeggiare spostando soldi dalle società del Comune allo stesso Comune, a Catania il sindaco Pogliese non ha più cosa spostare, perché le ‘casse’ sono vuote.

Il Comune di Catania, per la cronaca, ha esaurito la scopertura di tesoreria di 188 milioni di euro, che equivale – legge alla mano – ai cinque dodicesimi del bilancio. Con problemi enormi per gli stupendi dei dipendenti delle società partecipate dal Comune, per la gestione dei rifiuti (classica, discariche & affini, perché a catania la raccolta differenziata non è mai stata di moda), per gli stessi dipendenti del Comune e per i fornitori.

Per questi ultimi l’eventuale default  sarebbe un bel danno… E forse è per questo – diciamolo chiaramente – che il sindaco di Catania è preoccupato.

Così il sindaco Pogliese è andato a battere ‘cassa’ a Roma. Perché alla Regione il suo compagno d’avventure missine, Nello Musumeci, si ritrova pure lui con le ‘casse’ vuote.

Così, a Catania, i dipendenti del Comune minacciano di scendere in piazza.

E qui non possiamo non notare la contraddizione dello schieramento politico di Pogliese, Forza Italia.

A Roma Berlusconi, che di questo partito ormai in disarmo è il leader, critica il Governo giallo-verde perché sta provando – in verità con sempre meno convinzione – a disobbedire alla ‘Grande’ Unione Europea dell’euro. Perché se Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, dal novembre 2011 al marzo 2018, hanno portato il debito pubblico italiano da mille miliardi e 800 milioni di euro a 2 mila miliardi e 340 milioni di euro, l’attuale Governo, che non sta simpatico a Bruxelles, non deve aumentare il deficit!

Anche in questo caso assistiamo a una scena tragicomica. A Roma Berlusconi e quello che resta della sua sempre più sfasciata invenzione politica – parliamo ovviamente di Forza Italia – si schierano in favore dell’Europa contro il Governo giallo-verde che “porta l’Italia alla rovina”.

A Catania, però, Forza Italia, con il sindaco Pogliese, chiede al Governo giallo-verde i soldi per tirare a campare.

Ma come, sindaco Pogliese: non bisogna “dialogare con l’Europa”, come chiede il presidente Mattarella? Non bisogna adeguarsi ai dettami di Junker e della sua ‘intelligente’ Commissione Europea che ci propinano l’austerità “come sola igiene del mondo”, per dirla con i futuristi che magnificavano la guerra?

A Roma chiedete e volete tutto questo, sindaco Pogliese, e a Catania volete invece che il Governo nazionale, che deve ‘obbedire’ a Bruxelles, vi deve trovare quei soldi che al Comune di Catania non ci sono più perché sperperati dal suo schieramento politico insieme con il centrosinistra?

Che combina, sindaco Pogliese: a Roma celebrate le ‘virtù’ del rigore dell’Unione Europea e a Catania chiedete uno sconto?

E poi, sindaco Pogliese, che cosa va cercando: con un ‘buco’ di un miliardo e 600 milioni di euro l’ennesima anticipazione di cassa avrebbe come effetto di ritardare un epilogo che è già scritto. Via, se ne faccia una ragione.

Tra l’altro, sappia che non è il solo. A parte Palermo, dove ancora si tenta di ‘magheggiare’ sui conti, ci sono circa 300 Comuni senza bilanci, le ex Province mandate in default e la stessa Regione di Musumeci & Armao muru cu muru cu ‘u spitali…

Foto tratta da lasiciliaaddosso.it

LA SICILIA FALLITA 1

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