terza pagina

22 ottobre 2018

La nostra rubrica dedicata alle pillole culturali: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura

Incipit

Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura.

«Che dentro a li occhi suoi ardeva un riso

Tal, ch’io pensai di toccar co’ miei lo fondo

De la mia gloria e del mio paradiso».

Dante, “Divina Commedia”

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Pensieri sparsi

L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.

«Si amavano, quei due, si regalavano libri».

Erri De Luca, “I pesci non chiudono gli occhi”

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Eventi e fatti storici

È il 22 ottobre 1865

Italia al voto per la IX legislatura (la capitale si è spostata da Torino a Firenze). Ballottaggio il 29 ottobre. Hanno diritto al voto 498.952 italiani, i votanti sono 271.552 (il 54,42%).

Vincono ancora i moderati, ma la forbice con i democratici si è ristretta: meno di sei punti percentuali dividono adesso la Destra dalla Sinistra.

– La Camera dopo il voto del 1865

Risultati delle elezioni generali del 22 ottobre per gruppo politico:

Destra 41,99%

Sinistra 36,31%

Estrema 4,87%

Altri 16,84%.

* -La distribuzione geografica del voto (dati percentuali, nell’ordine Destra, Sinistra, Estrema, altri):

* -Nord: 49,20 32,09 – 1,60 – 17,11

* -Centro: 59,62 – 23,08 – 8,65 – 8,65

* -Sud: 26,24 – 47,03 – 5,94 – 20,79.

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Viaggiatori in Sicilia

Se il viaggio è desiderio di conoscere l’altro e, al tempo stesso, possibilità di riconoscere se stessi. E’ affascinante notare come la Sicilia rappresenta per chi non vi è nato un’attrazione irresistibile, calamitando fantasie e immaginari dei viaggiatori stranieri che, forti della propria identità, vengono in Sicilia per capirne la conclamata diversità e forse trovano per lo più quello che credevano di voler trovare secondo la loro formazione, i loro desideri. In passato, l’identità univoca dei centri da cui provenivano i viaggiatori, bagaglio e ideale di cultura di cui erano portatori e di cui cercavano conferma in Sicilia, si è scontrata con l’identità plurale dell’isola in cui giungevano, quella pluralità tipica delle periferie e pure delle dimore di frontiera, con il loro intreccio di genti e di culture.

Raccontiamo oggi gli ultimi anni di vita di AUGUST von PLATEN HALLERMÜNDE, di seguito il racconto offerto da Giovanni Dall’orto:

Il rimedio alla solitudine, alla fine, fu per Platen l’Italia, dove l’omosessualità, almeno in età giovanile, era vista con più indulgenza che in Germania… specie se il partner era straniero e ricco. A Platen l’Italia piacque per i ricordi dell’antichità classica che gli portava, per il suo paesaggio, ma anche per i suoi uomini:

Perfino l’ultima pagina del diario, scritta il 13 novembre 1835 nella locanda di Siracusa in cui sarebbe morto, [10] ci rammenta come il suo viaggio fosse anche un viaggio in cerca di amori:

“Sono rimasto un paio di giorni a Caltagirone perché non avevo motivo di affrettarmi. Di questo mi sono convinto ancora di più una volta arrivato qua. Là ho visto un giovane di straordinaria bellezza; a quanto ho saputo si trattava di un palermitano” .

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Rapporti tra scrittori e la Sicilia

Quando pensiamo alla Sicilia, inevitabilmente i ricordi personali si sovrappongono alle descrizioni letterarie, così come i fatti di attualità si intrecciano con le fantasie mitologiche e il folklore si confonde con i luoghi comuni, suggerendo all’immaginazione percorsi alternativi.

‘’Leonardo Sciascia…Lui non si laureò mai. Riuscì ad avere un diploma per insegnare alla scuola elementare: riteneva che per un bambino, in Sicilia quegli anni fossero importantissimi e formativi, tanto da diventare una sorta di assoluto. A meno di non essere un altissimo maestro di filosofia non equivarrai mai all’importanza che ha per un bambino. Quando l’Università di Messina voleva conferirgli la laurea honoris causa, Sciascia rispose “…perché? Già maestro sugnu”, e questo sottolinea l’importanza delle scuole “vascie”, basse, le scuole elementari.’’

ANDREA CAMILLERI

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La scuola poetica siciliana

La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.

L’amoroso vedere

m’à miso a rimembranza

com’io già lungiamente

a l’avenente – ò tanto ben voluto;

ch’eo non por[r]ia tacere

la gioia e l’alegranza

che mi dona sovente:

allegramente – son da lei veduto.

A ciò mi riconforto

e merzede le chero,

c’a sè m’acolga sanza dimoranza:

per ch’io non fusse morto,

lo suo visagio altero

mi si mostra piagente per pietanza.

‘’L’amoroso vedere’’ Tomaso di Sasso

XIII secolo

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