Quando dalla realtà della cronaca si eliminano delitti e crimini/ MATTINALE 166

19 ottobre 2018

E’ la vicenda irreale avvenuta a Palermo, dove cinque imputati per delitti di droga sono stati assolti perché le intercettazioni effettuate dagli inquirenti, ovvero le prove del fatto criminoso, non sono state effettuate in appositi locali della Procura della Repubblica, ma in un caserma, senza che fosse stata autorizzata la specifica deroga. Nulla da dire ai giudici che applicano la legge, molto da dire ai politici che approvano certe leggi

Si può cancellare la realtà? Si possono eliminare dal mondo, dalla cronaca, delitti e crimini? No! Direte voi, come sarebbe possibile? Ebbene, io vi dico che non solo è possibile, ma che è successo, succede.

La sesta sezione della Corte d’Appello di Palermo, sul solco di analoghe pronunce, ha assolto cinque imputati per delitti di droga non perché il fatto non sussiste, non perché il fatto non costituisce reato, ma perché le intercettazioni effettuate dagli inquirenti, ovvero le prove del fatto criminoso, non sono state effettuate in appositi locali della Procura della Repubblica, ma in un caserma, senza che fosse stata autorizzata la specifica deroga.

Sarebbero venute meno così (udite udite!), le garanzie di terzietà che l’ufficio del Pubblico Ministero può assicurare rispetto alle forze investigative. Fossi “forza investigativa”, io mi offenderei, perché queste e non altre sono le vere offese patite dalle forze dell’ordine.

A non volere considerare che un maxibliz antidroga, denominato ‘Triade’, scattato nel 2016, che portò all’arresto di 65 persone accusate di reati molto gravi, e che aveva portato a tre gradi di giudizio, fino alla Cassazione, frutto del lavoro di investigatori, inquirenti e giudici, è finito nel nulla, e che gli imputati, trafficanti e spacciatori, sono stati tutti rimessi in libertà.

Factum infectum fieri nequit, ci insegnavano i nostri antenati, “il fatto è fatto e non può essere considerato non fatto”. Prima di tutto è un principio di logica, quella cara ai grandi del diritto.

Nessun appunto ovviamente ai giudici che, come è giusto e ovvio, hanno applicato la legge. Solo una sottolineatura della follia umana, e segnatamente, di una parte dell’umanità, quella più cinica, quella costituita dai politici.

Cui prodest, infatti, in primo luogo, una norma garantista fino alla negazione della realtà se questa è illegale? A chi la approva, ovviamente, al politico, che pur di garantirsi e tutelarsi nelle sue incoercibili attitudini criminose “facit de albo nigrum, originem creat, aequat quadrata rotundis, naturalia sanguinis vincula et falsum in verum mutat ”, ovvero: cambia il bianco in nero, stabilisce un punto di partenza, eguaglia le cose quadrate a quelle rotonde, trasforma i vincoli di sangue naturali e il falso in vero.

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