E il ‘caso’ della Formazione professionale siciliana finisce sui tavoli del CSM

9 ottobre 2018

Il responsabile dell’Unione Sindacale di Base, Costantino Guzzo, ha inviato una lettera al al Presidente della Repubblica e al Consiglio Superiore della Magistratura. Tema: i tanti punti oscuri che si registrano nel mondo della Formazione professionale della Sicilia. Il testo della lettera per esteso  

Il responsabile dell’Unione Sindacale di Base, Costantino Guzzo, ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica, al Governo nazionale, al Consiglio Superiore della Magistratura e a tutte le Procura della Sicilia. Tema: la Formazione professionale.

Guzzo – che in queste ore con un gruppo di lavoratori ha occupato simbolicamente la chiesa di San Domenico di Palermo (COME POTETE LEGGERE QUI) – racconta di aver inviato esposti e denunce alla magistratura, illustrando tante, forse troppe stranezze avvenute in questo settore.

“Tali esposti denunce – scrive Guzzo – pur trattando gravi inadempienze e illeciti consumati dalle parti interessate, non hanno mai avuto corso, in taluni casi addirittura, abbiamo assistito a richieste di archiviazione”.

“Chiediamo una giustizia negata verso coloro che si sono arricchiti sulla pelle di migliaia di persone – si legge nella lettera – verso le caste di politici, enti e sindacati senza scrupoli che hanno sulla coscienza diversi suicidi causati proprio dalla frustrazione, dalla negazione del diritto alla sopravvivenza nella società e della dignità, hanno sulla coscienza tante morti per malattie gravi scaturite dal logorio psico-fisico continuo ed implacabile per stress ed umiliazioni. Per questi motivi non abbandoneremo la lotta finché non verremo ascoltati”.

Di seguito il testo della lettera per esteso:

Al Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella

Al Consiglio Superiore della Magistratura

Al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dello Sviluppo Economico
Luigi Di Maio

Al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Interni
Matteo Salvini

Al Ministro della Giustizia
Alfonso Bonafede

Al Presidente della Commissione Antimafia dell’Assemblea regionale Siciliana
Claudio Fava

Al Procuratore della Repubblica di Palermo
Francesco Lo Voi

Al Procuratore della Repubblica di Caltanissetta
Amedeo Bertone

Al Procuratore della Repubblica di Catania
Carmelo Zuccaro

Al Procuratore della Repubblica di Messina
Maurizio de Lucia

Al Procuratore della Repubblica di Enna
Massimo Palmeri

Al Procuratore Aggiunto della Repubblica di
Siracusa
Fabio Scavone

Al Procuratore della Repubblica di Agrigento
Luigi Patronaggio

Al Procuratore della Repubblica di Ragusa
Fabio D’Anna

Al Procuratore della Repubblica di Trapani
Alfredo Morvillo.p.c.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Giuseppe Conti

Al Presidente della Regione Siciliana
Sebastiano Musumeci

LETTERA APERTA DEGLI EX LAVORATORI DELLA FORMAZIONE REGIONALE
Egregie autorità politiche e giudiziarie, la lettera indirizzata alle SS.LL. è frutto dell’esasperazione degli ex lavoratori della formazione professionale Siciliana, i quali ormai da diversi anni sono stati licenziati da una
cattiva gestione mafiosa, politico sindacale, del settore.

A seguito dei licenziamenti di massa che vede interessati circa 8000 padri e madri di famiglia, i lavoratori hanno avviato una serie di esposti denunce, verso gli enti e i sindacati che hanno pilotato una serie di fallimenti, dopo aver sperperato centinaia di milioni di euro, nello specifico ci riferiamo al fallimento IAL Sicilia, ma se si indagasse si scoprirebbero altrettante nefandezze anche nella maggioranza degli altri Enti.

Tali esposti denunce, pur trattando gravi inadempienze e illeciti consumati dalle parti interessate, non hanno mai avuto corso, in taluni casi addirittura, abbiamo assistito a richieste di archiviazione.

Alla luce di tutto questo, i lavoratori hanno deciso di mettere in campo una azione forte, proprio per attirare l’attenzione delle SS.LL.

La frustrazione di questo popolo di fantasmi, è tanta, non è umano trattare in questo modo, tante donne e tanti uomini che senza nessuna colpa si sono ritrovati senza lavoro e con ingenti crediti verso gli Enti-datori,
dopo che hanno impiantato la propria vita in funzione dello stipendio della Formazione Professionale.

Oggi abbiamo deciso di occupare un luogo simbolo, un luogo dove sono custodite le spoglie di un grande tutore della Giustizia, ci riferiamo al Dott. Giovanni Falcone, che per difendere e porre in essere la Giustizia
è morto, perché senza Giustizia non vi è neanche Democrazia.

Il Dott. Falcone diceva: “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola” ed è per questo che oggi noi abbiamo deciso di far sentire la nostra voce.

Chiediamo una giustizia negata, verso coloro che si sono arricchiti sulla pelle di migliaia di persone, verso le caste di politici, enti e sindacati senza scrupoli che hanno sulla coscienza diversi suicidi causati proprio dalla
frustrazione, dalla negazione del diritto alla sopravvivenza nella società e della dignità, hanno sulla coscienza tante morti per malattie gravi scaturite dal logorio psico-fisico continuo ed implacabile per stress ed umiliazioni.
Per questi motivi non abbandoneremo la lotta finché non verremo ascoltati.

 

 

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