Palermo: la finta opposizione a Leoluca Orlando, il silenzio sulla TARI e i nuovi locali della RESET

1 ottobre 2018

Se la Giunta Comunale di Leoluca Orlando è un disastro amministrativo, il Consiglio comunale di Palermo non è da meno (tranne qualche rara eccezione). L’unica cosa che sanno fare le opposizioni (o presunte tali) è, per l’appunto, la finta opposizione. Nessuna iniziativa seria, ad esempio, per ridurre la TARI ai cittadini e per denunciare la vergogna dei debiti fuori bilancio. L’incredibile vicenda nella nuova sede della RESET denunciata da Mimmo Russo

Al Comune di Palermo si è scoperto che c’è un Bilancio con i ‘buchi’. Le cose stanno così da tempo (LO SCORSO ANNO TUTTO ERA GIA’ CHIARO, COME POTETE LEGGERE QUI). Sono in tanti a gridare allo ‘scandalo’. Ma, stranamente, non c’è nessuno, al Consiglio comunale, che si ricorda che, in questi giorni, il Comune ha inviato ai cittadini le ‘bollette’ della TARI. Ora, fare pagare ai cittadini palermitano una Tassa sull’immondizia tra le più ‘salate’ d’Italia sembra veramente incredibile!

I problemi, in questa vicenda della TARI, sono due. Primo problema: nessun consigliere comunale ne parla. Secondo problema: nessun gruppo consiliare di opposizione che non promuove una cosa semplicissima: una class action per ridurre la TAR a Palermo, dal momento che l’immondizia è abbandonata per le strade.

A Roma l’hanno già fatto: alcuni cittadini si sono rivolti alla Commissione tributaria che ha dimezzato la tassa sull’immondizia (COME POTETE LEGGERE QUI).

Perché, a Palermo, non si percorre questa strada? Perché c’è una finta opposizione. Che si limita, come un disco rotto, a chiedere le dimissioni del sindaco Leoluca Orlando, avendo la certezza che lo stesso Orlando non si dimetterà mai!

Leggiamo insieme i comunicati. Comincia Sabrina Figuccia, che esibisce la sua appartenenza all’UDC, partito che è un marchio e una garanzia:

“Il giorno della resa dei conti è arrivato. La bocciatura dei revisori del bilancio 2017 è la fotografia lampante dell’attuale situazione di Palazzo delle Aquile, dov’è in corso una sanguinosissima guerra tutta interna a quella che una volta era la maggioranza che sosteneva Orlando, ma che adesso si è trasformato in un fuggi fuggi generale, come i topi quando scappano dalla nave che affonda”.

“E che la situazione rischi di precipitare ancora di più – prosegue Sabrina Figuccia – con il Comune ormai con un piede e tre quarti dentro il baratro, lo si poteva facilmente intuire già il giorno dopo le scorse elezioni comunali, quando l’attuale sindaco rimase sulla sua poltrona soltanto grazie ad accordi ed accordicchi con moltissimi esponenti di quella che doveva essere l’opposizione, ma che, alla resa dei fatti, sono stati più realisti del re. Come confermò subito la rielezione di Totò Orlando a capo di Sala delle Lapidi con i voti di quasi tutti i consiglieri (posso dire a testa alta di essere stata uno dei pochissimi a non votarlo), ma soprattutto con le liste elettorali a sostegno di Orlando imbottite di personaggi nati nel centrodestra, come ad esempio Maurizio Gambino, ex presidente del Consiglio Provinciale, o la figlia di Alberto Campagna, big di Forza Italia e candidati a sostegno di Orlando”.

E adesso, come se non bastasse, il sindaco vede franare il terreno sotto i suoi piedi grazie anche ad alcuni ‘compagni di parrocchia’, come il PD Dario Chinnici e l’ex assessore Giusto Catania, novelli ‘sciacalli’ che fanno a gara nell’impallinare il sindaco. Per porre fine a questo desolante spettacolo, non c’è che un’unica soluzione, quella delle dimissioni, ultimo atto d’orgoglio di un Orlando arrivato alla fine della sua parabola politica”.

Per la cronaca, quelli che Sabrina Figuccia definisce “sciacalli” sono, in realtà, consiglieri comunali a caccia di poltrone nella Giunta… Altro che opposizione!

Non va meglio con Fabrizio Ferrandelli, altro esponente dell’opposizione (o quasi…):

“Il confronto non è più rinviabile! È ormai chiara la grave condizione finanziaria e funzionale in cui versa il Comune di Palermo e le conclusioni della relazione con cui il collegio dei Revisori invita l’amministrazione a intervenire con urgenza per superare le criticità rilevate non lasciano spazio ad interpretazioni né a speculazioni politiche”.

“Il Consiglio comunale – aggiunge Ferrandelli – è l’organismo deputato alla votazione del rendiconto 2017 e stamane ho formalizzato una nota al presidente del Consiglio, ribadendo la necessità di una convocazione urgente del Sindaco in aula. Riteniamo che ci si debba prendere la responsabilità politica, ognuno per propria parte, del possibile dissesto funzionale verso cui galoppa il comune. Ritengo che la stagione sia arrivata al termine e dopo un confronto serio e serrato sarebbe opportuni chiuderla nel più decoroso dei modi”.

Quale sia il “più decoroso dei modi” con il quale l’attuale amministrazione comunale dovrebbe chiudere la “stagione” Ferrandelli non lo dice. Anche lui chiede le dimissioni di Orlando?

Il suo caso, tra l’altro, non è facile da decifrare: perché se oggi Ferrandelli si presenta all’opposizione – barcamenandosi nel centrodestra – non bisogna dimenticare che ha anche militato nel PD e in altre formazioni politiche. Ovviamente, nemmeno da Ferrandelli iniziative concrete sulla TARI e sui debiti fuori bilancio…

Ma i veri ‘professionisti’ nella richiesta di dimissioni a Orlando – leggere soffiare nel vento – sono i cinque consiglieri comunali grillini che, rispetto alle cose serie, rappresentano il vuoto politico-pneumatico.

Da loro, ad esempio, ci si aspettava un’iniziativa a tutela de cittadini per la riduzione della TARI e sulle vergogna dei debiti fuori bilancio. E invece? Video e foto sull’immondizia per le strade e chiacchiere a fiumi sui ‘buchi’ del bilancio: della serie, la scoperta dell’acqua calda!

“Il Comune utilizzi i beni confiscati alla mafia per risparmiare sugli affitti”. Lo chiede, con un’interrogazione urgente presentata al sindaco Orlando, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Mimmo Russo.

L’utilizzo di questi beni, secondo Russo, consentirebbe al Comune e alle società partecipate dallo stesso Comune di Palermo notevoli risparmi.

“Tutto nasce – spiega l’esponente del partito di Giorgia Meloni – dopo il trasferimento degli uffici della RESET nei nuovi locali di via Ugo La Malfa, di proprietà privata e quindi con un pesante onere finanziario. Per fare luce sulla vicenda – conclude Russo – ho chiesto al Sindaco, all’assessore Sergio Marino e al presidente della RESET Antonio Perniciaro Spatrisano di venire a riferire in Aula per fornire ulteriori chiarimenti sulla locazione di questi nuovi locali che non risultano certo beni confiscati”.

Foto tratta da bloggandosicilia.it

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