Dramma della Formazione: il pessimismo di Guzzo (USB) sulla curatela fallimentare IAL e sulla Giustizia

1 ottobre 2018

Ormai da tempo, Costantino Guzzo, responsabile Formazione professionale dell’Unione Sindacale di Base (USB) della Sicilia, scrive su Facebook post infuocati attaccando frontalmente la CISL siciliana. Ma non succede nulla. Da qui il suo pessimismo. Anche se non perde la voglia di continuare a lottare. Anzi

“Come lavoratore dello IAL CISL SICILIA ( forse ) IAL SICILIA sono stato DENUNCIATO (perché non essendo ascoltato) ho protestato in maniera non conforme alle regole civili e penali… malgrado questo ente continuasse a ricevere i finanziamenti, e soprattutto malgrado avessi presentato una diffida accertativa all’ispettorato di Palermo”.

Così scrive su Facebook Costantino Guzzo, responsabile per la Sicilia dell’Unione Sindacale di Base Formazione professionale.

“Pur tutto ciò – aggiunge Guzzo – i vari Rappresentati Legali che si sono succeduti e che mi hanno… oggi sono ancora… anzi oltre il danno insieme ad altri colleghi ci tocca subire la beffa, visto che abbiamo un procedimento penale in corso. Come lavoratore insieme ad un gruppo nutrito di ex colleghi abbiamo presentato nuovamente in quasi tutte le Procure siciliane un esposto denuncia”.

“Successivamente, come Responsabile regionale della USB Formazione Sicilia – scrive sempre Guzzo – ho presentato un memoriale in una Procura siciliana, citando i vari prestanome che hanno amministrato questo ente ed i vari gravi fatti accaduti… a danno dei lavoratori dello IAL. Il 3 settembre c.m in una riunione con la curatela fallimentare accompagnati dall’avvocata della USB Sonia Spallitta, oltre ad avere” sottolineato “alla curatela fallimentare tutte le nostre perplessità su come è fallito questo ente abbiamo allertato la curatela fallimentare sulla… amministrazione da parte dei vari Rappresentati Legali che si sono succeduti”.

“A distanza di tanti e tanti anni quello che emerge e che ancora noi lavoratori continuiamo a subire.. è una netta e chiara ingiustizia…”.

Un’ingiustizia “a danno dei lavoratori, degli allievi dello Stato” e dell’Unione Europea.

“A questo punto mi chiedo e chiedo a voi: cosa deve fare un padre di famiglia” che ha subito gravi ingiustizie “e in attesa di essere condannato per essersi ribellato?”.

Guzzo già da tempo manifesta il proprio pessimismo sulla Giustizia. Ma non molla. E a proposito dei dibattito sulla Formazione professionale della Sicilia oggi smantellata in un comunicato stampa scrive:

“La MACELLERIA SOCIALE che si è perpetrata nell’ultimo decennio all’interno della Formazione professionale siciliana (a danno dei lavoratori del comparto degli allievi dello Stato e della comunità Europea ) non può dispensare da qualsiasi responsabilità tutta la politica siciliana al di là di quale ruolo svolgesse sia nei governi passati che in quello attuale”.

“Appare incontestabile – prosegue Guzzo – che, al di là delle giustificazioni che qualsiasi politico siciliano (vecchio o nuovo) possa trovare, tutta la politica siciliana, oltre a rimanere attaccata alle proprie poltrone (senza alzare un dito o proferir parola) davanti ad ogni violazione delle leggi o delle circolari che tutelavano i lavoratori, anzi in alcuni casi specifici sulle tutele occupazionali e sulle tutele che garantivano un reddito, si è resa anche complice votando contro o astenendosi dal proprio voto; inoltre è altrettanto incontestabile che questa politica e quella passata sono rimaste comodamente sedute sulle proprie ‘Poltrone’, davanti a tutte le RUBERIE e le TRUFFE che si sono perpetrate a danno degli ALLIEVI, dello STATO e della COMUNITÀ EUROPEA”.

“Certo è pur vero che bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare – conclude Guzzo – ed è chiaro che senza la complicità dei sindacati firmatari non si sarebbe arrivato a tanto, ma oggi nessun politico chiaramente può esimersi da qualsiasi responsabilità ed il viaggio a Roma per cercare una soluzione a questa macelleria sociale è la prova provata che tutta la politica siciliana oltre a venir meno ai propri compiti ha chiaramente fallito”.

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