La Regione siciliana, per l’ARPA, ha bandito concorsi per “precari”?

28 settembre 2018

Così sembrerebbe leggendo un comunicato stampa della parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo. Tema: 91 dipendenti dell’ARPA che da oggi, scrive la deputata, hanno perso il lavoro. Proviamo ad approfondire una vicenda che, forse, è un po’ più complicata

Confessiamo che restiamo un po’ perplessi nel leggere un comunicato stampa della parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo. Tema: i 91 lavoratori dell’ARPA Sicilia (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) che, da oggi, sono disoccupati.

L’attacco del comunicato – che è di ieri – dà una notizia un po’ bizzarra:

“91 lavoratori dell’ARPA, assunti con regolare concorso, ma rimasti precari, domani (oggi per chi legge ndr) perderanno il lavoro”.

Domanda: ma se questi lavoratori sono stati assunti “con regolare concorso” come mai sono rimasti precari? Forse la Regione siciliana si è messa a bandire concorsi per “precari”? 

Proseguiamo nella lettura del comunicato della parlamentare grillina:

“Pertanto faccio mio l’appello lanciato dai lavoratori stessi e dalla CGIL siciliana, perché ritengo assolutamente allarmante l’assordante silenzio e la totale indifferenza in cui, in un già difficile clima occupazionale, un cospicuo numero di lavoratori (e famiglie al seguito), ad elevata professionalità, perderà il lavoro e contestualmente verrà meno il capillare monitoraggio e controllo del territorio regionale”.

“Venerdì prossimo, 28 settembre (i pratica oggi ndr) – spiega Campo – la quasi totalità del personale collaboratore precario, stimato in un totale di 91 unità, terminerà la propria attività in ARPA. Si tratta di personale, reclutato tramite apposite selezioni concorsuali nel 2016, e utilizzato per permettere alla Regione Sicilia di rispondere e rispettare le disposizioni in materia ambientale stabilite da diverse Direttive dell’Unione Europea e non incorrere così in procedure di infrazione comunitaria”.

“Mi chiedo, infatti – prosegue la parlamentare – in che modo ARPA Sicilia potrà adempiere ai propri compiti istituzionali nella condizione di forte carenza di personale e di professionalità in cui verrà a trovarsi nell’immediato. Mi chiedo, inoltre, quanto sia economicamente vantaggiosa per ARPA Sicilia l’eventuale predisposizione di nuove procedure selettive per reclutare le medesime professionalità, già selezionate nel 2016, le quali hanno acquisito esperienza specifica nella conoscenza del territorio regionale e delle sue problematiche ambientali, difatti, non si può rischiare di fare a meno del personale precario che ha già svolto compiti così importanti e delicati, visto d’altronde che il collegio dei revisori dei conti sembra aver dato parere negativo al piano triennale delle assunzioni 2018-2020”.

“Ritengo che per questi lavoratori sarebbe necessario creare una prospettiva occupazionale diversa dal precariato, essendo lavoratori ad alta specializzazione, che svolgono un lavoro preziosissimo nell’ambito della tutela ambientale in un contesto, come quello siciliano, dove lo stato stesso del territorio e delle acque rappresenta gravi minacce alla salute pubblica ed un gravissimo limite per la crescita di settori strategici come le produzioni agro-alimentare e il turismo. Urge – conclude la deputata grillina Stefania Campo – un confronto immediato con tutti gli attori coinvolti affinché – conclude Stefania Campo – si possa salvaguardare l’occupazione dei lavoratori precari dell’ARPA”.

Noi, nel nelle questo comunicato, ci chiediamo se la parlamentare Stefania Campo conosce tutta la storia dell’ARPA Sicilia e non solo la parte contenuta nel comunicato.

A parte la Regione siciliana che si sarebbe messa a bandire concorsi per precari (a noi invece risulta che i precari vengono ‘selezionati’ dai politici e dai sindacalisti con criteri rigorosamente clientelari…), ci chiediamo se l’onorevole grillina Stefania Campo sa come, fino ad oggi, sono state pagati i costi dell’ARPA (per la cronaca, circa 300 dipendenti).

Per carità, tutto giusto: i controlli sull’ambiente ci vogliono, i tecnici ci vogliono, eccetera eccetera. Tutto giusto.

Ma lo sa l’onorevole Stefania Campo che, nel settembre dello scorso anno, la Corte dei Conti, nel corso di un’audizione presso la Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, ha criticato il fatto che il Governo regionale di allora pagava con i fondi tolti agli ospedali pubblici della Sicilia spese che con la sanità non c’entravano una mazza?

E lo sa che, tra i pagamenti impropri disposti a valere sul Fondo sanitario regionale, oltre alle rate dei mutui della Regione e al personale di una società regionale, venivano pagati anche i costi dell’ARPA, pari a 29 milioni di euro all’anno?

Per essere ancora più chiari: l’ARPA fa capo all’assessorato regionale al Territorio e Ambiente. E il costo di questa struttura, contro il parere della Corte dei Conti, è stato messo a carico del Fondo sanitario regionale, cioè a carico degli ospedali pubblici della Sicilia (COME POTETE LEGGERE QUI) dove – l’onorevole Stefania Campo lo dovrebbe sapere – mancano medici e infermieri!

Così, tanto per precisare…

 

 

 

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