Sicilia irredimibile? Sì. Ma si può cambiare. Proviamoci insieme/ MATTINALE 141

24 settembre 2018

La Sicilia irredimibile descritta da Leonardo Sciascia esiste. E’ quella che, in 70 anni di Autonomia, ha votato per chi ha affossato la stessa Autonomia. Quella che ha votato e che vota ancora – per fortuna ormai in minima parte – per Berlusconi. E’ quella che elegge al Parlamento spicciafaccende. Ma un modo per eliminarla c’è, ma bisogna mettersi in gioco 

Una Sicilia irredimibile esiste, è sempre esistita e forse sempre esisterà.

È quella che al referendum del 1946 votò per la monarchia, facendosi largo tra le macerie che la guerra voluta dalla monarchia aveva provocato.

È quella che, nell’arco del periodo dell’Autonomia regionale, ha votato per i nemici dell’Autonomia che l’hanno affossata.

È quella del 61 a 0 che consegnò l’Isola a un bauscia del Nord, puttaniere e corruttore che non ha mosso un dito per la Sicilia.

È quella che oggi inneggia a un ciarlatano volgare e ignorante del Nord che ha sempre disprezzato e insultato i siciliani e che non muoverà un dito per la Sicilia.

Paradossalmente, il problema non è quella Sicilia: il vero problema è l’altra Sicilia, quella che, pur potendo spazzare via questa marmaglia, se ne astiene e la subisce.

E così una minoranza squalificata, con l’aiuto di uno Stato cialtrone e malavitoso, è riuscita a diventare stabile maggioranza e con la sua incapacità dolosa ha disgustato la maggioranza dei siciliani, allontanandola dalla politica.

È così diventa reale quello altrove è impossibile, ovvero che disperati, miserabili, patetici sottoproletari, eleggendo propri pari, decidano dei destini di chi è migliore di loro e folleggino con le tasse pagate da chi è migliore di loro.

Solo in Sicilia, in un contesto civilmente e socialmente degradato, è possibile che un commesso o un salariato precario possano diventare deputati regionali. Che gente è quella che li vota? Quale grado di infelicità e di incultura possono avere questi poveracci per prestare attenzione, non dico fiducia, a spicciafaccende di infimo cabotaggio?

Se i migliori, ovvero chi ha senso di responsabilità e del dovere civico se ne stanno a guardare, ecco che chi è in grado di accelerare il rilascio di un certificato o di favorire un contatto diventa uno statista.

Quella Sicilia non deve più avere voce in capitolo perché a quella minoranza nulla importa della Sicilia, del suo destino e dei suoi figli. E se invece nulla cambierà, i professionisti, i professori, i medici, i laureati e i diplomati in genere, gli industriali, i commercianti dovranno inchinarsi ai deputati commessi, ovvero a persone che nella vita di ogni giorno per loro nemmeno esistono, per avere quello che è un loro diritto.

E c’è solo un modo per spazzare questa canagliume. Prendere in mano le redini della politica, mettersi in gioco, entrare in competizione, mettere a disposizione di una buona causa e dei propri pari le proprie capacità. I primi a dirvi bravi saranno i vostri figli lontani.

Foto tratta da itacanotizie.it

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