Gianfranco Miccichè ‘buttato fuori’ dal Parlamento europeo dalla Cassazione!

5 settembre 2018

Che figura, ragazzi! Farsi buttare fuori dal Parlamento europeo dalla Corte di Cassazione. Succede al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, che ha provato – in barba alla Legge – a tenersi le due poltrone. Ma è stato malamente ‘sbarellato’…

Primo dei non eletti alle elezioni europee di quattro anni fa nel collegio Sicilia-Sardegna nelle file di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, presidente del Parlamento siciliano, pensava di essere diventato anche deputato europeo quando Salvo Pogliese, eurodeputato in carica, eletto anche lui tra i berlusconiani, si è dimesso dopo essere stato eletto sindaco di Catania.

Pogliese si è dimesso il 19 luglio e Miccichè pensava di essergli subentrato quattro giorni dopo. In realtà, visto che è già parlamentare regionale – e presidente del Parlamento dell’Isola – avrebbe dovuto dimettersi, perché tra le due cariche c’è incompatibilità. Il posto spetta al secondo dei non eletti, l’ex assessore regionale, Innocenzo Leontini, a meno che Micciché non si fosse dimesso da parlamentare regionale.

Ma Miccichè, che ha davanti altri quattro anni dorati di presidente dell’Ars, non ha alcuna intenzione di lasciare Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano. Contemporaneamente, ha provato a tenersi anche la poltrona (e l’indennità) di europarlamentare.

Con la sua solita faccia tosta, ha detto che si sarebbe dimesso a settembre, dopo aver ‘festeggiato’ a Strasburgo con i suoi amici che ha intruppato a Palazzo Reale. Parole, le sue, che denotano grande ‘stile’ e profondo senso delle istituzioni…

Del resto, il suo ‘capo’ – Berlusconi – non è forse quello delle olgettine?

Pensava, Miccichè, di essersi insediato anche al Parlamento europeo il 23 luglio. Ma, a questo punto, è stata la Cassazione, come ha ‘sgamato’ il quotidiano La Sicilia di Catania, a sbatterlo fuori dal Parlamento europeo senza tanti complimenti.

I giudici della Suprema Corte hanno stabilito che l’attuale presidente dell’Ars, non avendo esercitato il diritto di opzione, mantiene la carica pregressa (cioè quella di deputato regionale) e lascia libero il seggio a Strasburgo. Che va, per l’appunto, al già citato Leontini.

Con una puntualizzazione che, di certo, non farà piacere a Miccichè: Leontini subentra retroattivamente, cioè da luglio. Il presidente del Parlamento siciliano, come si direbbe dalle nostre parti, ha ‘accucchiato’ – cioè ha fatto – solo una pessima figura: la figura di chi avrebbe voluto tenersi, per qualche mese, magari per un paio di mesi e forse più, la doppia poltrona e che, invece, è stato malamente ‘sbarellato’.

La vicenda di Miccichè che si fa buttare fuori dal Parlamento europeo va vista per quella che è: l’ennesima manifestazione del degrado politico e istituzionale che contraddistingue la vecchia politica siciliana e, segnatamente, il centrodestra dell’Isola.

Miccichè messo alla porta dal Parlamento europeo con il pronunciamento della Cassazione fa il paio con le elezioni regionali vinte dal centrodestra con i ricorsi bloccati da cavilli e con i voti determinanti degli “impresentabili”: con l’attuale Governo regionale che è espressione di questo degrado politico e istituzionale (non utilizziamo la parola “morale”, perché questi signori del centrodestra siciliano non sanno nemmeno cosa sia…).

Quando c’era la vecchia lira si usava dire: “Figura da due lire…”.

 

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