Sapete chi si occuperà della sicurezza su ponti, strade e ferrovie della Sicilia? Chi non se n’è mai occupato…

25 agosto 2018

Dobbiamo riconoscerlo: il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, è un furbo di tre cotte, per dirla con Federico De Roberto. Ha capito che strade, autostrade e ponti della nostra Isola sono a rischio crollo e sta provando a ‘sbolognare’ la gestione di queste traballanti infrastrutture a vari soggetti: anche a quelli che non hanno dato grandi prove: anzi, soprattutto a questi ultimi… 

Ormai la politica della nostra Isola è una barzelletta e il Governo della Regione siciliana una sommatoria informe di eventi tragicomici.

Leggiamo insieme l’attacco di un articolo pubblicato su La Sicilia di Catania on line. Tema: la riunione di ieri a Palermo, nei saloni di Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione, su ponti, ferrovie, strade e supponiamo anche le autostrade della nostra sempre più sbrindellata Isola che cadono a pezzi:

“Ogni ente presente alla riunione ha illustrato la situazione di propria competenza. In Sicilia abbiamo 1.900 ponti che da domani saranno sotto costate controllo”. Parola del Presidente della Regione, Nello Musumeci.

Quindi, se le parole hanno ancora un senso, ne dobbiamo dedurre che fino a due giorni fa i mille e 900 ponti della Sicilia non sono stati controllati: se “da domani (oggi per chi legge ndr) saranno sotto costate controllo” non può che essere così. O no?

Ora leggiamo il comunicato ufficiale di Palazzo d’Orleans:

“Entro due settimane sarà definito il percorso da seguire e due mesi al massimo per avere il primo elenco delle priorità della rete viaria e ferroviaria siciliana. Duemila ponti e viadotti da mettere sotto esame – ha proseguito il presidente -. Per farlo servono uomini e mezzi. Le strade più probabili da seguire appaiono: il reperimento di otto milioni di euro ed una convenzione con l’ANAS e la Consulta regionale degli ingegneri”.

Intanto i ponti che su La Sicilia erano mille e 900 qui sono diventati duemila: vabbè, magari nella Catania di Mario Ciancio avevano fatto uno sconticino. Ma la cosa più divertente è la chiamata dell’ANAS: il soggetto che in Sicilia ha brillato sempre per grande inefficienza (basta vedere come ha gestito e come gestisce le strade e le autostrade dell’Isola!) viene chiamato ad occuparsi della sicurezza dei mille e 900 o 2 mila ponti (sopra, un’immagine del viadotto Imera sull’autostrada Palermo-Catania: uno dei ‘grandi successi’ dell’ANAS in Sicilia…)

Tutto questo, con rispetto parlando, è o no tragicomico?

Non è finita. C’è la seconda parte del comunicato che non è meno esilarante della prima:

“Al vertice di questa mattina (sempre ieri mattina per chi legge ndr), oltre al presidente Musumeci, hanno partecipato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, e il dirigente generale del dipartimento, Fulvio Bellomo, il direttore centrale dell’ANAS, Ugo Dibennardo, il direttore del CAS, Salvatore Minaldi, il responsabile di struttura Michele Martinelli di Rfi, il dirigente generale di Protezione Civile, Calogero Foti, i sindaci delle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i commissari straordinari dei Liberi consorzi di Comuni di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani”.

Ad eccezione delle Province, oggi sostanzialmente fuori gioco perché fatte fallire, ma che erano le uniche amministrazioni che si occupavano delle strade provinciali, tutti gli altri soggetti le infrastrutture della Sicilia non sanno nemmeno dove stanno di casa.

Dell’ANAS abbiamo già detto: un delirio autostradale.

Rfi – sigla che sta per Rete ferroviaria italiana, in pratica ex Ferrovie dello Stato – in Sicilia è nota per avere sbaraccato le tratte ferroviarie, non certo per averle migliorare e meno che mai realizzate. Le ultime, vere opere ferroviarie, in Sicilia, le ha fatte realizzare, negli anni ’50, l’allora Ministro Bernardo Mattarella. Poi, il disastro che arriva ai nostri giorni.

I Comuni, al massimo, ‘giocano’ con i debiti fuori bilancio per amici & parenti: delle strade se ne stanno liberamente fregando.

Il dipartimento dei Trasporti della Regione siciliana è, da sempre, un’aporia amministrativa, la cui operatività si è sempre auto-annullata in auto-tutela…

E poi il CAS, Consorzio Autostrade della Sicilia, ente regionale noto per la spartizione di collaudi e per i casellanti-Paperoni, non certo per la manutenzione delle tre autostrade che gestisce (Pa-Me, Me-CT e Sr-Gela), che da anni stanno in piedi per scommessa (per la cronaca, i viadotti della Palermo-Messina non hanno nulla da invidiare agli “svincoli micidiali” di Genova, secondo la definizione di Francesco De Gregori).

E che ha fatto il Presidente Musumeci? Ha convocato i rappresentanti di queste istituzioni per affidargli la viabilità siciliana: secondo voi è una cosa seria? O il Presidente della Regione non vede l’ora di ‘sbolognare’ a qualcuno le fradice infrastrutture siciliane per poter dire un domani: “Io nenti ‘nni sacciu“?

Soddisfatto per la riunione, lo stesso Presidente Musumeci, sempre su La Sicilia di Catania, in un momento di estasi, quasi per esorcizzare le possibile incognite di un fato imprevedibile, si è ‘allargato’ un po’:

“Dalle relazioni di stamani non emergono situazioni di particolare gravità”.

E se lo dice lui…

 

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