Ormai con il quotidiano La Sicilia di Catania l’attuale Presidente della Regione, Musumeci, ha trovato l’appuntamento fisso, il cuscino al cloroformio sul quale cercare di far addormentare i siciliani, per provare a fargli dimenticare lo sfascio della sua non-amministrazione. Che pena!
La “Catania sonnacchiosa” sotto il fascismo descritta dallo storico Giuseppe Giarrizzo in un suo perentorio e malinconico saggio è tornata. In una delle interviste rilasciate ogni settimana a La Sicilia di Catania, manco fossero editoriali, Nello Musumeci descrive l’Isola che non c’è e sparge sui siciliani il sonno, la menzogna e l’oblio.
Tutto va bene, tutto ormai funziona a meraviglia in questa regione di sogno e quel poco che ancora non è al suo posto tra un anno lo sarà. Gli impresentabili che lo hanno eletto, e i cui voti ha raccattato senza sentire il puzzo di cloaca che emanavano, sono descritti come persone speciali, altrettanti Cincinnati e Fabrizi che si stanno levando la vita perché la Sicilia ,la “sua” Sicilia diventi bellissima.
Questo è avviato, quest’altro è a buon punto, qui ci stiamo pensando, lì stiamo riflettendo. Basta questo e le scope dell’apprendista stregone si cominciamo muovere, inesorabili. L’occupazione sale a ritmi lenti ma confortanti, i posti di lavoro si moltiplicano, i giovani rientrano a frotte, la produzione agricola è triplicata, mentre le esportazioni industriali sono raddoppiate.
Il tasso di miseria (miseria!) scende, il PIL vola, di un volo lento ma sicuro. Il tutto con placida gradualità, senza paranoie, senza “fudda”.
Sopire, chetare, ricordate la massima del Conte Zio di manzoniana memoria? Eh no! Troppo facile, troppo comodo, troppo semplice!
Musumeci merita lo stesso giudizio che Lenin dette dello Zar Nicola II che mentre la Russia, la”sua” Russia, stava per esplodere, se ne andava a caccia di anatre e pernici su un placido laghetto. E, salva la testa, farà la stessa fine.
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