Il Ponte Morandi di Genova è crollato perché appesantito da un carroponte? Parla il professore Giovanni Tesoriere

20 agosto 2018

Il professore Giovanni Tesoriere, preside della facoltà di Ingegneria e Architettura di Enna, da giorni rimugina un’ipotesi. Oggi ha letto un articolo de ‘Il Fatto Quotidiano’ e ha scritto un post su facebook. Noi l’abbiamo intervistato. E ci ha illustrato quali potrebbero essere le cause del crollo del Ponte Morandi di Genova. Una vicenda legata alla presenza di un carroponte…  

Scrive sulla propria pagina facebook il professore Giovanni Tesoriere, preside della facoltà di Ingegneria e Architettura di Enna:

“Purtroppo inizia a farsi sempre più fondata la mia tesi che attribuisce una grande responsabilità al peso del carroponte appeso all’impalcato che è crollato e che serviva proprio alla ristrutturazione dell’impalcato a traffico aperto. Il viadotto, che certamente non era ben messo, non ha retto a questo ulteriore carico. Se questa tesi fosse confermata appare evidente che vi sarebbero gravissime responsabilità della società Autostrade a tutti i suoi livelli. Molto interessante l’articolo de Il Fatto Quotidiano“.

Insomma, spunta fuori una spiegazione del crollo del Ponte Morandi di Genova. Dopo aver letto questo post, abbiamo rintracciato il professore Tesoriere per farci illustrare meglio come stanno le cose.

Allora, professore, questa storia del carroponte è nuova. Se abbiamo ben capito per lei non si tratta, però, di una novità?

“In effetti qualche dubbio l’avevo maturato prima di leggere, oggi, l’articolo de Il Fatto Quotidiano. Tra le tante tesi che sono state illustrate in questi giorni per spiegare il crollo del Ponte Morandi di Genova, e tra i tanti servizi televisivi mi ha incuriosito l’intervista ad una signora che abitava in una delle case che si trovano sotto il Ponte. La signora diceva che, il giorno prima del crollo, aveva sentito dei rumori: a quanto pare, erano gli operai che lavoravano sotto la soletta del Ponte”.

Cioè sotto il Ponte?

“Sì. Poi ho ascoltato l’intervista con un tecnico che ha dichiarato che erano in corso lavori di ristrutturazione dell’impalcato”.

(Per la cronaca, l’impalcato è la struttura orizzontale che sorregge il piano viabile di un Ponte COME POTETE APPROFONDIRE QUI).

Lavori affidati da chi?

“Suppongo dalla società Autostrade che, è noto, è il gruppo imprenditoriale che aveva in concessione la gestione di tale opera. Con molta probabilità, Autostrade ha commissionato questi lavori di manutenzione a un’impresa. Tale impresa, per l’esecuzione di tali lavori, ha utilizzato un carroponte. E qui potrebbero essere cominciati i problemi”.

(Sempre per la cronaca, il carroponte è una macchina destinata al sollevamento ed allo spostamento di materiali e merci, con movimenti ristretti e confinati, sia all’aperto che al chiuso COME POTETE LEGGERE QUI).

Questo carroponte è stato fissato al Ponte Morandi?

“Certo. E qui, ribadisco, potrebbero essere cominciati i problemi. E’ noto che il Ponte Morandi di Genova era già malmesso: c’erano problemi agli stralli, e c’era un progetto proprio per intervenire su tali stralli e, in generale, sui problemi di tale Ponte. A mio modesto avviso, è stato aggiunto un carico che, alla fine, il Ponte potrebbe non avere retto. Da qui il crollo”.

Ma se la signora ha avvertito la presenza di operai che lavoravano sotto il Ponte Morandi, significa che lavoravano mentre l’autostrada era aperta al traffico?

“Certo: sotto gli operai lavoravano e sopra passavano i mezzi di trasporto”.

Ma non è pericoloso?

“In generale, è meglio evitare di far coincidere i lavori sotto i ponti con il passaggio degli automezzi. Ma nel caso specifico, considerati i problemi del Ponte Morandi – che, ripeto, erano già noti, tant’è vero che erano stati programmati altri lavori – c’erano motivi in più per sconsigliare di far lavorare gli operai e, contemporaneamente, far transitare gli automezzi. Anzi, a mio parere, considerati i problemi del Ponte, era da sconsigliare assolutamente l’uso del carroponte”.

Se questa tesi è vera il carroponte si dovrà trovare.

“Certo. Se sono stati effettuati lavori con un carroponte, questo carroponte dovrà per forza di cose trovarsi tra le macerie sotto il Ponte”.

Quindi, a suo avviso, quale può essere stata la causa del crollo?

“Se stavano effettuando lavori con un carroponte – e da quello che ho letto su Il Fatto Quotidiano sembra che le cose stiano proprio così – il carico aggiuntivo potrebbe essere la causa, o la causa principale, del crollo del Ponte Morandi. Ricordo che la struttura era già al limite. Chi ha pensato e poi utilizzato un carroponte ha commesso un errore grave”.

Chi avrebbe commesso tale errore?

“Sicuramente la società che gestiva il Ponte. Poi la società che ha avviato gli interventi con il carroponte. E poi bisognerebbe capire se i tecnici del Ministero delle Infrastrutture erano stati informati”.

Insomma, il professore Riccardo Morandi, il progettista del Ponte di Genova, non c’entra nulla!

“Il professore Morandi è stato un grandissimo ingegnere. Le sue opere hanno resistito cinquant’anni, nonostante l’incuria tipica del nostro Paese. Siamo davanti a una vicenda molto grave. Del resto, se Il Fatto Quotidiano non avesse documenti a sostegno di quanto ha scritto non si sarebbe mai avventurato nel raccontare, ribadisco, una storia molto grave. Se si proverà la presenza di questo carroponte e il ruolo che potrebbe aver avuto nel crollo del Ponte, ebbene, allora avranno avuto ragione gli esponenti dell’attuale Governo che, commentando i 500 milioni di euro approntati dai privati che gestivano il Ponte Morandi dopo l’incidente, hanno parlato di mancia. Qui il danno non è solo gravissimo, ma è anche enorme, sotto il profilo economico e morale”.

 

 

 

 

 

 

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