‘Liberi e Uguali’? Sì, di votare insieme con il PD di Renzi e con Berlusconi…

1 agosto 2018

Ecco a voi la ‘sinistra’ alternativa al PD: solite chiacchiere sui migranti, non una parola sul grano duro canadese, sull’olio d’oliva tunisino che ha invaso l’Europa, sulle arance marocchine e sul CETA. E, da oggi, anche a braccetto con il PD di Renzi e con Forza Italia

‘Liberi e Uguali’? Sì, per andare con il PD e con Berlusconi! E vabbé, cose che capitano nella politica italia, in questo caso nella sinistra italiana (o presunta tale).

Ricordate i giorni in cui nasceva ‘Liberi e Uguali’? Piero Grasso era presidente del Senato e, dopo essere stato il protagonista indiscusso dei ‘Canguri’le forzature parlamentari per far approvare dall’aula di Palazzo Madama tutte, ma proprio tutte le leggi volute da Matteo Renzi – si presentava come l’alternativa al Partito Democratico di Renzi.

Diciamolo: c’è chi ci ha creduto. E, in effetti, sino a prima della presentazione delle liste, tutto sommato, la parte, Grasso e compagni, la recitavano bene: da commedia dell’arte un po’ ‘arriminata’, ma accettabile, almeno sotto il profilo teatrale…

Poi è arrivata, per l’appunto, la composizione delle liste per le elezioni politiche dello scorso 4 marzo. E lì si è capito tutto: ‘Liberi e Uguali’ non era altro che un tentativo di catturare il voto in uscita dal PD. 

Ma l’operazione non è riuscita. Motivo? Tutti i parlamentari uscenti – che nel 2013 erano stati tutti eletti nel PD – hanno preteso la ricandidatura nei pochi collegi sicuri.

Insomma, la sinistra alternativa al PD si è trasformata in un’imbarcata di ex parlamentari del PD da riconfermare. Scene da ‘saccunari’ della politica: le poltrone prima di tutto.

Si sono smarcati dal PD, da quando sono in Parlamento Grasso e compagni? L’unico che si è distinto e che continua a distinguersi è Stefano Fassina, un economista che è sempre stato critico con l’Europa dell’euro.

E il resto di questi signori? Solita solfa sui migranti e qualche parola con i lavoratori che rischiano il lavoro, tanto per accompagnarli: nel complesso, il nulla mescolato col niente.

Ora è arrivata la vicenda del servizio pubblico televisivo. C’era da ‘impiombare’ Marcello Foa, candidato alla presidenza della RAI in salsa leghista, anche se in realtà si tratta di un giornalista che non ha esitato a schierarsi contro il pensiero unico dominante dell’Unione Europea dell’euro.

E così quelli che avrebbero dovuto essere i protagonisti di una sinistra diversa dal PD – partito che ha votato sì al CETA, sì all’invasione dell’olio d’oliva tunisino in Europa, sì alle arance del Marocco – si ritrovano con lo stesso PD e, in più, con Forza Italia.

E, in effetti – a parte, ribadiamo, Fassina – non abbiamo mai sentito un esponente di ‘Liberi e Uguali’ dissociarsi dalle ‘porcate’ che l’Unione Europea dell’euro propina al sistema agro-alimentare italiano, dal grano canadese al già citato CETA e via continuando.

Ma sì, meglio occuparsi dei migranti. E, da oggi, votare con Renzi e Berlusconi…

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