Mario Di Mauro: “L’olio d’oliva tunisino? E’ utile”. Ettore Pottino: “Non è così”

26 luglio 2018

Mario Di Mauro, di Terraeliberazione, sostiene che, se non fosse arrivato a fiumi l’olio d’oliva tunisino, tante famiglie siciliane avrebbero dovuto fare a meno dell’olio d’oliva. Replica Ettore Pottino, presidente di Confragricoltura: “Risparmiare su un prodotto che costa a una famiglia tre centesimi al giorno è una follia”. Franco Calderone: “Di Mauro lo sa come viene prodotto l’olio d’oliva tunisino? E’ al corrente dei fitofarmaci che contiene? Ma di cosa parla?”  

Un dato è certo: tanti produttori siciliani di olio d’oliva extra vergine non hanno venduto il proprio olio. Motivo: l’invasione di olio d’oliva tunisino, voluto due anni fa dall’Unione Europea che ha letteralmente ‘ammazzato’ il mercato. E dire che la produzione non è stata abbondante e, di conseguenza, il prezzo avrebbe dovuto mantenersi su livelli accettabili. Invece… Invece l’olio d’oliva della Tunisia, acquistato ad un euro al kg-litro, ha bloccato il mercato siciliano (non abbiamo notizie di Puglia e Calabria, rispettivamente la prima e la seconda Regione italiana per la produzione di olio d’oliva extra vergine – la Sicilia è al terzo posto – ma abbiamo la sensazione che la storia sia la stessa).

Di fatto, in agricoltura – almeno per ciò che riguarda il Sud Italia – tutto quello che tocca l’Unione Europea subisce penalizzazioni. E’ così per il grano duro, per gli agrumi e, in generale, per l’ortofrutta. E, naturalmente, per l’olio d’oliva extra vergine. 

Chi ha un po’ di memoria ricorderà che l’invasione dell’olio d’oliva tunisino è stata approvata dal Parlamento europeo con 500 favorevoli, 107 contrari e 42 astenuti. Noi nel marzo del 2016 abbiamo scritto un articolo in cui riportavamo una dichiarazione dell’europarlamentare del Movimento 5 Stelle eletto in Sicilia, Ignazio Corrao:

“Abbiamo provato in tutti i modi a stoppare il provvedimento che porta la firma dell’alto rappresentante Federica Mogherini, longa mano di Renzi in Europa, ma evidentemente gli interessi che difendono i signori della maggioranza sono diversi rispetto a quelli dei cittadini. 500 favorevoli, 107 contrari e 42 astenuti. Tra i 500 voti favorevoli ovviamente ci sono quelli degli europarlamentari italiani del PD. Il provvedimento è stato voluto dal Governo targato Matteo Renzi ed avallato dai parlamentari del Partito Democratico. Gli stessi che poi vanno nei territori a parlare di tutele dell’agricoltura e sbandierare i mirabolanti numeri del PSR 2014-2020 così come avviene in Sicilia, dove il novello assessore Cracolici, insieme ad una europarlamentare del PD lanciano numeri e fanno disinformazione” (QUI TROVATE IL NOSTRO ARTICOLO DEL MARZO 2016 PER ESTESO, CON ALCUNI ALLEGATI IMPORTANTI).

Dopo di che arriva la provocazione da parte di Mario Di Mauro, di Terraeliberazione:

L’OLIO TUNISINO E’ UTILE! Senza olio tunisino, le famiglie proletarie siciliane -nell’ultimo anno- avrebbero dovuto eliminare l’olio d’oliva dalla cucina (fatto salvo il piccolo contrabbando locale, che difendiamo!). Punto. C’è qualcuno in grado di dimostrarci il contrario?”.

“L’analisi dei mercati – aggiunge Di Mauro – condotta dall’Istituto TerraeLiberAzione, ci dice che senza olio tunisino, le famiglie proletarie siciliane, nell’ultimo anno, avrebbero dovuto eliminare l’olio d’oliva dalla cucina (fatto salvo il piccolo contrabbando locale, che difendiamo!). Punto. Questa analisi ci pone anche qualche domanda. Eccone una: se un buyer volesse acquistare il 50% della produzione siciliana al doppio del prezzo standard attuale (7 euro Lt), a chi dovrebbe telefonare?. Va detto però che l’Olio pregiato belicino è valorizzato anche 4o euro in conserve varie…e quello di Buccheri va prenotato due anni prima…da Londra!”.

Mario Di Mauro, direttore dell’Istituto TerraeLiberAzione e cofondatore del movimento SIMENZA, ammette comunque un fatto: e cioè che i siciliani che hanno acquistato olio d’oliva extra vergine  nei supermercati non hanno acquistato certo olio d’oliva extra vergine prodotto in Sicilia!

Cosa, questa, che ci viene confermata da Ettore Pottino, presidente di Confindustria Sicilia che, tra le altre cose, produce proprio olio d’oliva extra vergine in biologico.

“Io ho i magazzini pieni della produzione dello scorso anno – ci dice -. A queste condizioni vendere il prodotto è impossibile. Impossibile reggere la concorrenza con l’olio d’oliva tunisino. E’ chiaro che i commercianti, piuttosto che acquistare il nostro olio d’oliva extra vergine, prendono quello tunisino. Per loro il ricarico è enorme”.

Anche perché – questo è il bello dell’Unione Europea dell’euro – nessuno impone a chi acquista olio d’oliva tunisino di rivenderlo con la scritta “Olio d’oliva prodotto in Tunisia”. Basta un bella confezione, magari un packaging un po’ ‘ruffiano’, e il gioco è fatto: consumatore gabbato!

Ecco l’Unione Europea dell’euro targata “Ipocrisia”: tutti sanno che sono arrivate 90 mila tonnellate di olio d’oliva tunisino in tutta Europa (e soprattutto in Italia). Ma non si trova una sola bottiglia d’olio d’oliva con la scritta “Olio d’oliva tunisino”. Come mai?

Tra l’altro, rispetto al 2016 e al 2017 commercianti e Grande Distribuzione Organizzata hanno aguzzato l’ingegno: niente più bottiglie di olio d’oliva extra vergine a 2 euro e mezzo- 3 euro. Al massimo, quando c’è un’offerta, il prezzo scende a 3 euro e mezzo.

Per il resto, si va da 4 euro e mezzo a 7-8 euro a bottiglia. E ci dobbiamo fidare, anche perché, chi decide di acquistare l’olio d’oliva etra vergine nei supermercati non ha alternativa.

Pottino, che gestisce un’azienda al confine tra la provincia di Palermo e quella di Caltanissetta, ci racconta che lui non guarda più ai costi di produzione. Insomma, un docente di Economia Agraria 1 – dove ti insegnano a redigere il bilancio di un’azienda agricola – lo boccerebbe senza mezzi termini. Spiega infatti il presidente di Confagricoltura Sicilia:

“La nostra è un’azienda che produce olio d’oliva extra vergine in biologico. Non effettuiamo trattamenti chimici. Ma la trinciatura e la potatura sono lavori obbligatori. Costi, ribadisco, che non mettiamo nel conto. Solo per la raccolta spendiamo tre euro per kg di olio extra vergine. Poi ci sono i costi della molitura e l’imbottigliamento”.

L’azienda di Pottino vende il prodotto ad otto euro a bottiglia. Per un extra vergine ‘bio’ è un prezzo contenuto. Il presidente di Confagricoltura Sicilia, che gestisce anche un’azienda agrituristica, ci racconta che, fino a qualche anno fa, i turisti che ospitava nella propria azienda acquistavano volentieri un paio di bottiglie di extra vergine.

“Ma adesso – ci dice – con le nuove norme di sicurezza di volo non è possibile imbarcare le bottiglie sugli aerei”.

Detto questo: otto euro a bottiglia per un prodotto garantito, per giunta biologico, è da considerarsi proibitivo?

“Assolutamente no – ci dice Pottino -. Il costo dell’olio d’oliva extra vergine, in una famiglia media, incide per 3, al massimo 4 centesimi al giorno. Si spendono tanti soldi per cose che, magari, servono fino a un certo punto. E poi si va a risparmiare sul cibo. Il fatto è che, spesso, non si riflette su quello che si porta in tavola. E questo è un errore che poi si paga”.

Si paga con la salute, aggiungiamo noi.

“Per carità – aggiunge il presidente di Confagricoltura – il prodotto di massa c’è sempre stato. Ma l’Unione Europea dovrebbe tutelare le produzioni locali. E’ la stessa logica del grano. Ci dicono: il grano duro prodotto in Italia non basta per produrre pasta. Ora, al di là della veridicità di tale affermazione, prima i produttori di pasta dovrebbero acquistare tutto il grano duro prodotto in Italia e poi il grano estero. Invece acquistano direttamente il grano duro estero. Cosa, questa, che fa precipitare il prezzo del grano duro italiano”.

“Con l’olio d’oliva, come accennato – prosegue Pottino – i commercianti privilegiano l’acquisto di olio tunisino. Loro guadagnano una barca di soldi. Ma cosa arriva sulle tavole degli italiani? E che olio d’oliva extra vergine è arrivato sulle tavole dei siciliani?”.

Poniamo una domanda a Pottino: la produzione di olio d’oliva extra vergine della Sicilia basterebbe per soddisfare la domanda dei siciliani? “Certo che basterebbe – ci risponde il presidente di Confagricoltura dell’Isola -. Ma, a monte, ci dovrebbe essere una pubblica amministrazione che fa gli interessi della Sicilia e dei consumatori siciliani, che portando sulle proprie tavole olio d’oliva extra vergine siciliano guadagnerebbero in salute. Purtroppo le cose vanno diversamente. C’è molta malafede. Ci sono speculazioni. Ci sono quelli che vogliono tenersi le mani libere per miscelare…”.

Franco Calderone è un agricoltore che produce vini e olio d’oliva extra vergine dalle parti di Marineo, in provincia di Palermo. Quando al telefono gli leggiamo la tesi di Mario Di Mauro scoppia in una risata:

“Se la logica dovesse diventare questa – ci dice – in Sicilia possiamo pure abolire l’agricoltura. Però ai consumatori siciliani che acquistano l’olio d’oliva extra vergine nei supermercati a 4 euro va detto che un vero extra vergine di oliva non può costare meno di 6-7 euro a bottiglia di un litro”.

“A Di Mauro chiedo – aggiunge Calderone -: perché chi vende olio d’oliva tunisino non lo scrive nell’etichetta che si tratta di olio d’oliva prodotto in Tunisia? Di Mauro dice che, senza l’olio d’oliva tunisino, tante famiglie siciliane non avrebbero portato in tavola questo prodotto. Magari, anzi sicuramente ha ragione. Ma si è chiesto che olio d’oliva hanno portato in tavole le famiglie siciliane da lui citate? Lo sa che fitofarmaci hanno utilizzato in Tunisia per produrre le olive? Chi è che garantisce la salubrità dell’olio d’oliva tunisino? Sa di cosa parla?”.

Che dire alla fine di questo approfondimento? Il nostro, solito consiglio: acquistate prodotti agricoli siciliani. E prodotti agricoli trasformati siciliani. A cominciare dall’olio extra vergine di oliva. Non acquistate olio d’oliva extra vergine nei supermercati. Cercate i negozi artigianali fidati. E acquistate l’olio d’oliva extra vergine da loro. O andate ad acquistarlo direttamente nei frantoi.

E’ l’unico modo per combattere, dal ‘basso’, gli effetti nefasti della globalizzazione dell’economia. E ricordatevi, al momento del voto, che PD e Forza Italia, al Parlamento nazionale e al Parlamento europeo, hanno sempre votato in favore di accordi commerciali che non si limitano a penalizzare l’agricoltura italiana , ma fanno arrivare in Italia prodotti modello olio d’oliva tunisino…

 

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