Sanità, il Ministro Giulia Grillo: “Stop al doppio lavoro dei medici”

24 giugno 2018

A nostro modesto avviso, oggi, il problema della sanità pubblica italiana è il definanziamento. La Corte dei Conti ci dice che, negli ultimi cinque anni, alla sanità italiana sono stati tagliati oltre 10 miliardi di euro! Il ‘caso’ della Sicilia che continua a pagare con i fondi della sanità settori dell’amministrazione regionale che nulla hanno a che vedere con la stessa sanità. I fondi all’ISMETT e ad altri grandi centri privati  

“Stop al doppio lavoro dei medici: lo annuncia il Ministro Grillo”, titola il sito di informazione del sindacato degli infermieri Nursind, Infermieristicamente. Si parla, ovviamente, nel nuovo Ministro della Salute-Sanità, la siciliana Giulia Grillo. E supponiamo che il riferimento sia ai medici che operano nelle strutture pubbliche.

“Sono numerose le questioni emerse dal primo incontro del Ministro della Salute Giulia Grillo e gli assessori alla Sanità nella sede Conferenza delle Regioni – leggiamo sempre nell’articolo di Infermieristicamente -: il nuovo Patto per la Salute, il fabbisogno dei medici specialisti come anestesisti e pediatri, la mancanza di infermieri che sta mettendo in crisi l’erogazione di prestazioni in ospedale; il problema della governance farmaceutica, a partire dall’annosa questione del payback; il finanziamento del Fondo sanitario nazionale sul quale il nuovo Esecutivo ha assoluta intenzione di intervenire”.

Dopo di che si passa alle liste di attesa:

“Stop al doppio lavoro dei medici se le liste di attesa superano i limiti previsti dalla Legge, ovvero 72 ore per le prestazioni urgenti ma differibili, 10 giorni per quelle procrastinabili, 30 giorni le visite, 60 giorni per gli accertamenti nei casi meni gravi”.

Ma cosa si deve intendere per “doppio lavoro”? Con molta probabilità, il nuovo Ministro si riferisce ai medici in regime di intra moenia, cioè ai medici che effettuano visite dentro le mura degli ospedali pubblici, con il consenso dell’Azienda ospedaliera di riferimento.

Per la cronaca, tale attività porta introiti alle Aziende ospedaliere, perché una parte di tali introiti va, per l’appunto, all’ospedale pubblico.

Ma il problema della sanità italiana non è trovare nuove risorse finanziarie, visto che il settore, ormai da anni, viene definanziato?

A noi risulta – citiamo dati ufficiali – una secca riduzione della spesa sanitaria italiana che è passata dal 7,3% del Prodotto interno lordo (Pil) del 2009 al 6,7% del Pil del 2016 (per il 2017 si prevede un ulteriore calo).

Detto in parole più semplici, siamo in presenza di una riduzione delle spesa della sanità pari all’8.2%.

A sostegno di questi numeri è intervenuta la Corte dei Conti. La magistratura contabile ci dice che, nel quinquennio 2014-2018, la riduzione del finanziamento pubblico della sanità si sia attestata un po’ sopra i 10 miliardi di euro, pur in presenza di un incremento dei valori assoluti.

Ci permettiamo di ricordare al Ministro Giulia Grillo che l’Italia che il Governo di centrosinistra ha consegnato al nuovo Governo presenta un valore di spesa sanitaria molto vicino al 6,5% del Pil: che è il limite sotto il quale – secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – verrebbe meno uno dei due pilastri fondamentali della sanità pubblica: l’universalità.

In pratica, se il finanziamento della sanità pubblica italiana dovesse scendere sotto il 6,5% del Pil, andrebbe a farsi benedire la possibilità di accesso alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione indicate nei Lea, Livelli essenziali di assistenza per tutti i cittadini, compresi gli extracomunitari.

Detto questo, la missione di questo nuovo Governo non dovrebbe essere quella di contestare la linea dell’austerità imposta dall’Unione Europea dell’euro? Invece – anche nella sanità pubblica italiana a guida grillina – continuiamo a sentir parlare di “risparmi”. Su questo tema torneremo con un approfondimento.

A proposito di risorse finanziarie, ci piacerebbe capire se il Ministro Giulia Grillo interverrà sulla vergogna della sanità siciliana, con un Governo regionale che si accinge ad avallare quanto fatto dai Governi regionali precedenti: ovvero continuare a finanziare, con i fondi della sanità pubblica siciliana, settori dell’amministrazione regionale che nulla hanno a che vedere con la sanità:

ci riferiamo al pagamento delle rate dei mutui (che la Regione siciliana dovrebbe pagare con propri fondi e non con quelli della sanità!);

ci riferiamo ai fondi per l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), quasi 30 milioni di euro ogni anno che dovrebbero essere pagati sempre dalla Regione, non certo con i fondi della sanità!;

ci riferiamo ad alcune società regionali il cui personale – non si capisce bene a che titolo – viene pagato con i fondi della sanità pubblica siciliana!

Si tratta, in tutt’e tre i casi, di fondi tolti agli ospedali pubblici per spese – lo ribadiamo – che nulla hanno a che vedere con la sanità. 

Immaginiamo anche, Ministro Giulia Grillo, che lei porrà a Roma il tema dei circa 600 milioni all’anno che, dal 2007, lo Stato si rifiuta di riconoscere alla Sicilia. Eppure la legge Finanziaria nazionale del 2007, nel portare la quota di compartecipazione della Regione siciliana alle spese per la sanità da circa il 45% a quasi il 50% si è impegnata a riconoscere, ogni anno, tale somma (calcolata sulle accise petrolifere).

Solo che di questi fondi non si ha ancora notizia dopo ben undici anni!

Ci auguriamo che lei intervenga su un’altra vicenda incredibile: il finanziamento della Regione ad alcuni poli sanitari privati nazionali e internazionali che operano in Sicilia. 

La presenza di questi ‘grandi’ poli sanitari avrebbe dovuto ridurre i cosiddetti ‘viaggi della speranza’, ovvero il numero di siciliani che va curarsi fuori dalla Sicilia.

Invece sa che succede, Ministro Giulia Grillo? Che, ogni anno, la Regione spende una barca di soldi per foraggiare questi mega centri sanitari privati (oltre 100 milioni di euro solo al ‘Poliambulatorio’ speciale dell’IMSETT!) e il numero di cittadini siciliani che va a curarsi fuori dalla nostra Isola continua a crescere.

Che facciamo, Ministro Giulia Grillo? Mettiamo un po’ di ordine in questi scandali siciliani a cielo aperto o tiriamo a campare?

QUI, PER ESTESO, L’ARTICOLO DI INFERMIERISTICAMENTE

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