La Ministra Barbara Lezzi: lenta la spesa dei fondi europei in Sicilia. Proviamo a illustrarle il perché/MATTINALE 81

23 giugno 2018

Egregia signora Ministra Lezzi, sappia che in Sicilia la spesa dei fondi europei ‘viaggia’ tra raggiri contabili e ANAS e Ferrovie che, invece di metterci i propri soldi, lavorano con le risorse finanziarie europee facendo risparmiare lo Stato. Mentre per ciò che riguarda l’agricoltura ne succedono di tutti i colori… 

In un lancio dell’ANSA la nuova Ministra con la delega per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi, annuncia che verrà in Sicilia con un gruppo di tecnici per provare a capire il perché la Regione siciliana è indietro nella spesa dei fondi europei:

“La Sicilia è indietro nella tempistica per la spesa dei fondi Europei – dice la Ministra Lezzi -. Vogliamo capire il perché è così dal 26 al 28 giugno i tecnici dell’Agenzia territoriale verranno in Sicilia per confrontarsi con i dirigenti della Regione siciliana per capire i motivi del ritardo. Il 28 verrò pure io perché dobbiamo capire i motivi di questo ritardo”.

“A me interessa anche la qualità della spesa dei fondi europei – ha aggiunto la Ministra – perché a costo di spendere i soldi in fretta bisogna fare un’opera non ha davvero senso. Significa avere bruciato una grande opportunità”.

Proveremo a ‘illuminare’ la Ministra.

Intanto le diciamo subito che, con una copiosa parte dei fondi europei della Sicilia destinati alle infrastrutture vengono finanziate opere che dovrebbero essere a carico di ANAS e Ferrovie.

In pratica, opere che dovrebbero essere a carico dei fondi dello Stato vengono realizzate – con tempi biblici – con i fondi europei. Questa è la prima, grande anomalia.

Sempre per ciò che riguarda il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) si registra un’altra anomalia questa volta ‘pilotata’ dalla Regione.

I fondi strutturali europei funzionano a rendicontazione: le Regioni ad Obiettivo Convergenza li anticipano e poi, una volta rendicontati, Bruxelles li restituisce.

L’inghippo va in scena con la rendicontazione. In Sicilia, con una quota consistente dei fondi strutturali europei non si realizza una mazza. L’imbroglio consiste nel fatto che gli uffici della Regione, al momento della rendicontazione, ‘rendicontano’ opere che sono state realizzate negli anni precedenti.

In parole più semplici, fanno credere a Bruxelles di aver realizzato, negli ultimi anni, questa o quell’opera pubblica. In realtà, non hanno realizzato nulla, al massimo ne hanno completata qualcuna.

Ma così facendo si fanno rimborsare i fondi da Bruxelles per opere pubbliche che sono state realizzate prima dell’avvio della Programmazione dei fondi europei. 

E’, questa, una tecnica di rendicontazione molto ‘gettonata’ che serve ai Comuni per fare ‘cassa’. Di fatto, è un raggiro contabile che a Bruxelles fanno finta di non vedere. Questa rendicontazione di opere del passato contrabbandate per opere pubbliche realizzate con i fondi europei viene indicata con la formula “Progetti retrospettivi” (nelle Programmazioni precedenti si chiamavano “Progetti di sponda”).

Esempio classico: i 320 milioni di euro dei 15 Km del Tram di Palermo (per inciso, la Ministra Lezzi farebbe bene a indagare sull’incredibile costo di tale opera: oltre 20 milioni di euro a Km! E farebbe bene a indagare sulle anomalie che erano state segnalate dall’Autorità nazionale Anticorruzione).

Sul Fondo Sociale Europeo (FSE) i ritardi sono concordati tra le amministrazioni locali e Roma. Gli ‘ascari’ che Governano le Regioni del Sud non spendono queste risorse per fare in modo che vengano ‘riprogrammate’, in modo tale che una parte di questi fondi venga dirottata nel Centro Nord Italia): in pratica, uno scippo di fondi ai danni delle quattro Regioni ad Obiettivo Convergenza del Sud Italia (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) ad opera di centrodestra e centrosinistra.

Non sappiamo cosa avvenga nelle altre tre Regioni ad Obiettivo Convergenza, ma le possiamo assicurare, egregia signora Ministra, che in Sicilia i fondi europei destinati all’agricoltura – circa 5 miliardi ogni sette anni – vengono utilizzati in minima parte per l’agricoltura.

Dove finisca la maggior parte dei fondi europei destinati alle aziende agricole siciliane è un mistero. 

E’ probabile che una parte, tutt’altro che secondaria, finisca fuori dalla Sicilia.

Un’altra parte finisce nelle tasche di parenti e amici di politici e burocrati della Regione siciliana.

Un’altra parte ancora finisce a sostegno di misteriose nuove imprese agricole giovanili che nessuno ha mai visto. Le consigliamo di approfondire un inghippo andato in scena con la Programmazione 2007-2013: la Regione ha erogato una barca di soldi a giovani agricoltori.

Si faccia raccontare dai dirigenti dell’assessorato all’Agricoltura i particolari di una storia incredibile che è stata insabbiata.

La parte di fondi europei per l’agricoltura spesa in Sicilia viene pagata con ritardi incredibili. Non perda tempo e chieda spiegazioni ad AGEA l’Agenzia dello Stato che effettua i pagamenti in Agricoltura.

 

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