MATTINALE 73/ Il saluto fascista in classe? Inammissibile! La scuola deve insegnare la storia

15 giugno 2018

Un preside ha giustificato gli alunni di una classe, immortalati in una foto mentre si esibivano nel saluto fascista, dicendo: “In storia sono arrivati al 1922”. E la Seconda guerra mondiale? E la Resistenza? la Guerra fredda? Il boom economico? Il ’68? Il ‘caso ‘Moro’?, Tangentopoli? La mafia? Un giovane può terminare il corso di studi senza conoscere il ‘900? 

Fanno il saluto fascista nella foto di classe. Il preside li giustifica:

“In Storia sono arrivati solo al 1922”.

C’è poco da scherzare! Questa è una delle vere tragedie italiane. Questo non è un caso, è scienza parafascista dell’educazione. Infatti una cosa è imparare a scuola che cosa fu e che cosa fece il fascismo e un’altra cosa è “arrivare al 1922” e quindi impararlo dai cattivi maestri che, per interessi personali, stravolgono la storia e diventano capi e capetti di ignoranti e di imbecilli.

Non credo che se gli studenti del secondo dopoguerra fossero arrivati a studiare la seconda guerra mondiale Giorgio Almirante, che fu capo di gabinetto del prefetto della Repubblica di Salò, Ferdinando Mezzasoma, un miserabile che rastrellava italiani da inviare a morire in Germania, avrebbe potuto fondare il MSI, un partito, cioè, parafascista, né avrebbe fatto molta strada in politica. E oggi il fascismo sarebbe solo oggetto di studio e di esecrazione.

Diamo un’occhiata ai vigenti programmi ministeriali di Storia per tutti i licei e gli istituti superiori.

l° anno: dalla Preistoria ai primi due secoli dell’impero Romano;
2° anno: dall’età dei Severi alla metà del XIV secolo;
3° anno: dalla crisi socio-economica del XIV secolo alla prima metà del Seicento;
4° anno: dalla seconda metà del Seicento alla fine dell’Ottocento;
5° anno: il Novecento.

Non funziona: deve prevalere assolutamente il principio che la storia più antica va studiata con minore approfondimento rispetto alla più recente, che è quella che più attraversa e condiziona la nostra vita e il nostro presente.

(Crediamo, infatti, per fare un solo esempio, che studiare l’Editto del re dei Longobardi Rotari e non conoscere la Costituzione italiana sia un gravissimo errore. Chi poi volesse approfondire la preistoria o la storia antica può accedere all’Università).

Avanziamo una modesta proposta:
l° anno: dalla Preistoria alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 D.C.);
2° anno: dalla caduta dell’Impero romano alla scoperta dell’America (1492);
3° anno: dalla scoperta dell’America alla Rivoluzione francese (1789);
4° anno: L’Ottocento
5° anno: il Novecento.

Con una condizione: gli esami di storia si fanno solo sul Novecento: così si evitano lentezze, pigrizie e giochetti vari.

La stessa impostazione va data allo studio della Storia alle scuole elementari.
Alle medie contrarre i primi tre anni previsti per i licei nel primo anno delle medie (dalla Preistoria alla scoperta dell’America)e nei successivi due anni studiare l’Ottocento e il Novecento.

Tutti gli studenti italiani devono sapere che cosa è stata la Seconda guerra mondiale, la Resistenza, la Guerra fredda, il boom economico, il ’68, l’assassinio di Moro, Tangentopoli, la mafia.

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