Maria Fida Moro: “L’Italia e l’Europa sarebbero state diverse con mio padre”. L’appello per “salvare Aldo Moro”

8 giugno 2018

La figlia dello statista ucciso nel 1978, ieri sera, ospite di Santoro, ha delineato con lucida amarezza il contesto in cui è maturato l’omicidio del padre, così come  quasi tutte le stragi italiane. E un appello al popolo: firmiamo la petizione per il riconoscimento dello status di vittima del terrorismo per il presidente Dc. Incredibilmente i governi che si susseguono dal 2014 fanno orecchie da mercante. Ci auguriamo che la Sicilia dimostri quanto cara ci è la memoria di Aldo Moro, che proprio nella nostra regione aveva il suo erede politico

Finalmente un’ inchiesta. Di quelle vere. Di quelle che non temono di toccare i fili dell’alta tensione. Realizzata anche attraverso lo strumento della fiction, dove per fiction si intende la ricostruzione dei fatti con il ricorso ad un parterre di bravi attori. Parliamo di ‘M’, la trasmissione di Michele Santoro dedicata ad Aldo Moro, andata in onda in quattro puntate su Rai 3. L’ultima ieri sera. Con un ospite d’eccezione: Maria Fida Moro, figlia dello statista di Maglie ucciso il 9 Maggio del 1978 ufficialmente dalle Brigate Rosse, dopo 55 giorni di prigionia. Doveroso usare l’avverbio ‘ufficialmente’ perché il lavoro di Michele Santoro mette bene in evidenza quanto dietro la sua morte ci sia ben altro: il patto atlantico, gli americani, Gladio, la P2.  Un intreccio perverso con precisi fini politici.

Ospite di ieri sera, la figlia di Moro, Maria Fida che oggi ha 71 anni e che con la lucida amarezza di chi ha vissuto sulla propria pelle una tragedia immane, ha riassunto in poche parole il contesto in cui è maturato l’omicidio di suo padre:

“L’Italia sarebbe stata diversa con mio padre e anche l’Europa”. 

“La morte di Moro- dice la figlia- doveva portare il mondo a dove è adesso. In mano ad una piccola elite di gente”. Obiettivo? Bloccare la democrazia:

“Non ci deve essere democrazia, quindi si distrugge la scuola, la famiglia, si portano alla disperazione le famiglie perché non hanno soldi, si uccidono le persone in grado di cambiare le cose in modo pacifico e avanti così”.  Qui il link che porta a questa parte dell’intervista. 

Va da sé che tra le persone che volevano cambiare le cose non può non essere inserito Piersanti Mattarella, il presidente della Regione siciliana ucciso il 6 gennaio del 1980, che di  Moro era il delfino in Sicilia, nonché suo erede politico.  Pesantissime le ombre che avvolgono la sua morte. Un unico filo rosso, nero o a stelle e striscie che sia (qui vi abbiamo parlato della lotta contro il centralismo romano ed europeo di Mattarella, e qui, invece,  una riflessione amara sull’Italia di oggi pensando a Moro e Mattarella).

“Il caso Moro- dice Maria Fida Moro- è stato scritto ai tempi di Yalta, così come le altre stragi che ci sono state in Italia, per arrivare al risultato che abbiamo sotto gli occhi in Italia e in Europa”.

“La trama è la stessa di quella descritta da David Yallop nel suo libro su Papa Luciani, i personaggi sono sempre quelli. Se avesse avuto amici, Moro sarebbe vivo”.  (qui l’altra parte dell’intervista)

Vi consigliamo di ascoltarla attraverso i link che abbiamo allegato. Da brividi. Che in Italia la democrazia sia una mezza farsa e che  le stragi abbiano una matrice ben più sofisticata della mafia,  lo abbiamo intuito da  tanti fatti che hanno macchiato il nostro Paese. Maria Fida Moro lo dice senza giri di parole.  Con chiarezza e  coraggio.

A lei vogliamo rendere omaggio, nel nostro piccolo, diffondendo il suo appello che vi esortiamo a raccogliere.

Di che si tratta? Sembra incredibile, ma ad Aldo Moro viene negato lo status di vittima del terrorismo:

“Non solo non hanno voluto salvare mio padre ma, quattordici anni fa, si sono anche permessi di fare una legge (206 del 3 agosto 2004, ndr) in favore delle vittime del terrorismo e di applicarla per tutti tranne che per lui. Ho intenzione di fare causa alle istituzioni dello Stato quantomeno per complicità, favoreggiamento e omissione. E se non basta voglio andare alla Corte dell’Aia – visto che il terrorismo è equiparato a una guerra – perché mio padre è vittima di un crimine di guerra”.

Il suo appello, finora, è rimasto inascoltato. Per questo, oltre ad esortare il nuovo governo (“Vediamo se è davvero il governo del cambiamento”), si rivolge a tutti noi:

“Sul sito www.salviamoaldomoro.it è stato pubblicato un appello-petizione perché sia applicata la legge in favore delle vittime del terrorismo anche nei confronti di Aldo Moro. È talmente ingiusto che l’unica vittima in favore della quale non viene applicata sia la stessa la cui data di morte, 9 maggio 1978, sia stata scelta, con una legge apposita, come simbolica per la giornata della memoria che, collettivamente, ricorda tutte le vittime”.

Ci auguriamo che la Sicilia dimostri quanto cara sia per noi la memoria di Aldo Moro, che proprio nella nostra regione aveva il suo erede politico. Firmiamo!

Questo il link per firmare la petizione. 

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