MATTINALE 67/ Il ‘caso’ Bramini (legato alla Sicilia) e le politiche del lavoro ‘private’

4 giugno 2018

La notizia più interessante della visita di Luigi Di Maio è in Sicilia è la presenza dell’imprenditore Sergio Bramini nel nuovo Governo. Magari potrebbe essere l’occasione per aprire una finestra sulle esecuzioni immobiliari in Sicilia, soprattutto su quelle a carico degli agricoltori siciliani indebitati. Lo scandalo dei servizi per il lavoro che la Regione siciliana sta privatizzando   

Forse la notizia più interessante legata alla visita in Sicilia del vice premier grillini, Luigi Di Maio, è legata alla vicenda di Sergio Bramini, l’imprenditore monzese fallito per colpa dello Stato. La storia, tutta italiana, di questi imprenditore è legata anche alla nostra Isola.

Bramini, per la cronaca, nonostante il credito di 4 milioni di euro accumulato dalla sua società nei confronti di varie pubbliche amministrazioni, è stato oggetto di un provvedimento esecutivo da parte della Giustizia: gli hanno tolto la casa ipotecata per evitare il fallimento e salvare la società e i suoi 32 dipendenti.

“Lo avevo incontrato in campagna elettorale e gli avevo promesso che se fossimo andati al governo lo avrei portato con me – ha detto Di Maio -. Vogliamo evitare che altri imprenditori si vengano a trovare nelle condizioni in cui si è trovato Bramini. Basta con le ingiustizie. Da oggi lavorerà con me al Ministero dello Sviluppo Economico, al servizio degli imprenditori onesti. Lo Stato è finalmente dalla parte dei cittadini”.

Qualcuno obietterà che la mossa di Di Maio è “populista”. Ma rispetto al passato Governo di centrosinistra, che non ha mosso un dito per difendere Bramini chi è si comportato meglio? E’ stato più serio il Governo di centrosinistra di Paolo Gentiloni?

La vicenda di Bramini parte proprio da Ragusa. L’imprenditore monzese è fallito anche perché l’Ato Ambiente Ragusa non l’ha pagato.

Parliamo della gestione dei rifiuti in Sicilia attraverso le discariche, che ha fatto diventare miliardari alcuni soggetti e – come si può notare – ne ha rovinato altri.

L’Ato Ambiente Ragusa deve all’impresa di Bramini 2,2 milioni di euro. Soldi che, un giorno, pagheranno i siciliani con nuove tasse.

Intanto a Bramini gli hanno scippato la casa. Ora l’imprenditore monzese lavorerà con Di Maio. Chissà se questa sarà l’occasione, per il nuovo Governo nazionale, per aprire una finestra sulle esecuzioni immobiliari in Sicilia.

Ci auguriamo che Di Maio e il nuovo Ministro della Giustizia si occupino, ad esempio, dell’aggressione che tanti agricoltori stanno subendo. tema sollevato dai Forconi nella rivolta del gennaio 2011 e poi scomparso dalle cronache.   

Il vice premier grillino – che si occupa di lavoro e sviluppo economico – ha parlato anche di Centri per l’impiego. Ha detto di volerli al lavoro con l’aiuto delle Regioni.

Qualcuno ha informato Di Maio che, in Sicilia, i centri per l’impiego e,in generale, le politiche attive del lavoro sono stati bloccati proprio dalla Regione siciliana?

Dovrebbero raccontare a Di Maio che, nella nostra Isola, sono stati smantellati gli Sportelli multifunzionali perché il passato Governo di centrosinistra avrebbe voluto privatizzare questo servizio. ‘Testimone’ raccolto dall’attuale Governo di centrodestra che avrebbe già pronte le società private.

Sarebbe bello se i grillini – con Di Maio – bloccassero questa ennesima vergogna della vecchia politica siciliana.

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