Stampa nemica del Governo M5-Lega? Paolo Mieli, Antonello Montante e i cani da tartufo…

21 maggio 2018

L’editorialista del Corriere della Sera stupito dell’ostilità dei giornali nei confronti di questi due partiti. Non spiega, però, le ragioni di tanto astio. Proviamo a suggerire qualche ipotesi. E dire che non è difficile arrivarci. Come funziona ‘il gioco’ lo aveva capito bene anche l’ex numero di Sicindustria che in una intercettazione spiega come si fa a non farsi “rumpiri i cugliuna” dai media…

“E’ la prima volta nella storia di questo Paese, dall’Unità d’Italia, che non c’è un solo giornale che appoggi questo governo. Mai accaduto. Nemmeno uno.. “. A parlare, a proposito del nascente governo M5S-Lega, è il giornalista Paolo Mieli, ospite, qualche sera fa, di Otto e mezzo, la trasmissione condotta da Lilli Gruber su La7. Parole che la dicono lunga sulle condizioni in cui versa la stampa italiana, vedi caso ‘nemica’ degli unici due partiti che- piacciano meno- sono chiaramente schierati contro il sistema imperante.
L’ affermazione di Mieli, condita da una espressione di puro stupore, avrebbe, a nostro avviso, meritato un approfondimento, o, comunque,  qualche domandina da parte della conduttrice. Cose semplici, del tipo: “Mi dica Mieli, secondo lei perché succede? Perché tutti i giornali sono schierati contro il governo M5S-Lega?”. Invece niente. Alla signora Gruber, colei la quale  nel suo curriculum vanta anche la partecipazione alle riunioni del gruppo Bilderberg, non manca certo furbizia ed è alquanto esperta nell’arte del ‘saper vivere’. Beata lei.
Lo stesso Mieli, in verità, giornalista esperto (ha diretto per anni il Corriere della Sera e scusate se è poco) e fine scrittore di saggi storici, si è limitato a buttarla lì, nascondendo di gran fretta la mano.
Da lui, infatti, più che stupore, ci saremmo aspettati qualcosa in più.  Possibile che non sappia perché i giornali sono schierati contro questo ipotetico governo giallo-verde? Impossibile. Tra l’altro, con la capacità dialettica che lo contraddistingue, sarebbe stato in grado – con poche, chiare e fresche parole- di spiegarlo agli italiani in pochi secondi. Forse ha ritenuto superfluo aggiungere altro? Ha preferito lasciare tutto all’intuizione? Certo, quasi tutti intuiscono le ragioni che spingono la maggior parte dei giornali italiani a schierarsi contro il governo Lega-M5S. E’ dominio pubblico:  la maggior parte  dei giornali – pochissime le eccezioni- ha un padrino politico, fa  riferimento a questo o a quel partito ‘tradizionale’, quelli cotti e decotti per intenderci.

Non parliamo solo di quotidiani come il Foglio, Libero, il Giornale o la Verità, tutti più o meno ufficialmente riconducibili a Berlusconi, ma anche di quei giornali che se la tirano come se fossero vergini nel paradiso di Allah, ma che orbitano, con una buona dose di ipocrita discrezione, nella galassia della partitocrazia. Spinti -manco a dirlo- non da ragioni ideologiche, ma da ben più pratiche ragioni di business. Molti editori, infatti, sono imprenditori in settori diversi dall’editoria e assai bisognosi di curare i loro affari paralleli. Esempi ne possiamo trovare quanti ne vogliamo. Nota la vicinanza dell’editore di Repubblica al Pd di Renzi. Nota è anche la storica vicinanza del Corriere della Sera alle banche, al mondo della finanza, un tempo pure alla P2 e così via. Lo stesso Berlusconi è prima di tutto un imprenditore. In gergo si chiamano “editori impuri”. Significa che hanno uno o più giornali, ma che il loro ‘core business’ si concentra altrove. Ed è lì che è necessaria ‘l’amicizia’ della politica. Che verrà ricambiata con linee editoriali accomodanti. Che verranno premiate, oltre che con il massimo ‘rispetto’ per gli affari paralleli degli editori, anche con sponsorizzazioni e carezzine varie ai giornali di famiglia.

Non ci sono  più i finanziamenti diretti ai giornali? Poco importa.  Anche perché, a ben guardare,  questa  storiella  non convince neanche i bambini, perché tutti sanno che le vie per foraggiare i giornali sono infinite.  Come funziona il gioco, lo aveva capito bene  anche Antonello Montante (l’ex numero uno di Sicindustria arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione) che in una intercettazione spiega come fanno i politici a tenersi buona la stampa. Cita, ad esempio,  le sponsorizzazioni di Eni, Finmeccanica, Enel o le Poste. Quelle società, cioè, controllate o vicine al Governo che possono essere generose coi in giornali “così nun rumpunu i cugliuna”.

Montante, nell’intercettazione, parlava di Renzi e del suo modo di gestire la comunicazione (pare che lo stesso metodo Montante lo abbia usato in Sicilia), ma è ovvio che il discorso vale per chiunque occupi le stanze dei bottoni.

Vi facciamo leggere il passaggio dell’intercettazione. Montante, parlando al telefono con tale Mariella a proposito del licenziamento dei venti giornalisti dell’ufficio stampa della Regione, dice che Crocetta “fici na minchiata… si misi contro 20 che li avrà sempre contro su tutti i giornali distribuiti”. 

Quindi, parlando della stampa in generale, aggiunge: “Un Governo si mantiene con la comunicazione. Renzi risolve direttamente pirchi Renzi duna soldi ai giornali. Comu li duna? Tu dicu iu: con l’Eni, con le Poste, Finmeccanica, Enel, perché sono le sue società. Ci fa dari sponsorizzazioni”….

. “E’ la norma. Comu fannu l’americani. Tutti no? Vannu ci dununanu du miliuni e quattrucentumia euro l’annu e non rumpunu i cugliuna. Capisti?”

Ecco signor Mieli perché nessun giornale è schierato con M5S e Lega. Perché sono quasi tutti al soldo di un sistema lontano da  questi due partiti. Partiti che  promettono di mettere fine al teatrino della politica italiana, e  che, tra l’altro, osano criticare l’Europa dell’euro, quella Europa che sta affamando i popoli e di cui molti politici italiani si sono fatti portavoce.

Va da sé che, per i giornali cui si riferisce Mieli, l’euro, o meglio, gli ‘euri’ che intascano, sono più importanti di tutto, anche della stessa democrazia e dell’onestà intellettuale. Altro che cani da guardia della democrazia, i giornali di cui parla Mieli somigliano più di tutto a cani da tartufo….

Qui sotto il link della puntata di Otto e mezzo. La frase di Mieli è al minuto 18.43.
https://www.youtube.com/watch?v=RQ5FV5r2b0E

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