La Finanziaria all’Ars trasformata in un ‘suk’: non era meglio mandarli tutti a casa?

19 aprile 2018

Se i giudici del TAR Sicilia, invece di respingerlo per il solito ‘vizio’, avessero accolto il ricorso presentato dal titolare di questo blog, Governo regionale e Ars sarebbero già a casa e la Sicilia sarebbe stata liberata da un Presidente della Regione senza maggioranza in cerca d’autore. Invece sono tutti lì e la commissione Bilancio e Finanze sembra un vecchio mercato…

Chi la vuole cotta, chi la vuole cruda. Chi non vuole la ‘Grande Irfis’, chi la rivuole. Chi vuole i tagli (pochi), chi non li vuole (tanti). Un milione per questo teatro: chi offre di più? Un milione e uno, un milione e due, un milione e tre: aggiudicato!

Cos’è un’asta? Non precisamente: ma è qualcosa che gli somiglia molto: è la prima seduta della commissione Bilancio e Finanze di ieri con all’ordine del giorno la manovra economica e finanziaria 2018.

Il Governo regionale che fa? C’è un Governo? Sì, c’è, ma non sussiste: non ha la maggioranza. E allora che si fa? Si ‘rutulia’, come si usa dire dalle nostre parti. ‘Rutuliare’ è un verbo siciliano particolare: significa andare avanti senza una meta precisa, a cu pigghiu pigghio e comu finisci si cunta

Ma i conti – visto che parliamo di Finanziaria regionale che, piaccia o no, è fatta di conti – non tornano.

Ci sono deputati – che non sono né nella maggioranza, né all’opposizione – che vanno avanti presentando programmi propri. Cateno De Luca, eletto nel centrodestra ma autodichiaratosi, di fatto, battitore libero, ha presentato una contromanovra.

Più contenuto Vincenzo Figuccia, anche lui eletto nel centrodestra e anche lui autodichiaratosi autonomo, che ha presentato un emendamento che punta a far lavorare gli operai della Forestale siciliana tutto l’anno.

Fa un caso a sé il gruppo parlamentare del PD. Dimenticando che è stato proprio il Governo regionale di questo partito a consentire al Governo nazionale, nella scorsa legislatura, di svuotare le ‘casse’ della Regione, i parlamentari del Partito Democratico oggi non vogliono i tagli.

Per carità: alcuni deputati del PD sono alla prima legislatura. Ma dovrebbe essere comunque gente che ‘mastica’ la politica: dovrebbero sapere cos’è stato in Sicilia, nei passati 5 anni, il partito nel quale militano: ma fanno finta di non saperlo.

In ogni caso, a ricordarglielo – a ricordargli i due ‘Patti scellerati’ firmati da Renzi e Rosario Crocetta che hanno ‘svenato’ le finanze regionale – potrebbero essere i due veterani Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo. Ma pare che anche questi due abbiano ‘dimenticato’ tutto: addirittura Lupo – oggi capogruppo – non vuole i tagli ‘figli’ delle scelte economiche e finanziare scellerate del suo partito nella passata legislatura (lui era presente: era vice presidente del Parlamento: è stato distratto per cinque anni?).

Il più bizzarro è l’assessore all’Economia e vice presidente della Regione, Gaetano Armao, che vorrebbe reinserire nella manovra un articolo che è stato stralciato: quello sul ‘Super-Irfis’, ovvero la fusione tra Irfis, Ircac e Crias.

Si può fare? No. Però siccome il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per giustificare le montagne di munnizza dell’Albergheria ha detto che il capoluogo dell’Isola è un “suk mediorientale nel cuore dell’Europa”, per estensione – visto che l’Albergheria, in linea d’aria, dista sì e no, trecento metri da Palazzo Reale – il “suk” orlandiano si potrebbe assimilare alla commissione Bilancio e Finanze dell’Ars per accogliere il desiderio bancario dell’assessore Armao…

Insomma: un Governo regionale senza maggioranza con gli emendamenti alla Finanziaria che vanno all’asta: degrado politico e istituzionale.

Ma non sarebbe stato più giusto – è la domanda che poniamo ai giudici del TAR Sicilia – esaminare il ricorso del titolare di questo blog, Franco Busalacchi – e mandare a casa l’attuale Parlamento dell’Isola?

Se i giudici del TAR Sicilia fossero entrati nel merito del ricorso avrebbero senz’altro liberato la Sicilia da uno spettacolo indecoroso. Invece…

 

 

 

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