Munnizza e TARI a Palermo: cosa combinano i grillini in Consiglio comunale?

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Il riferimento è a quattro consiglieri comunali su sei del Movimento 5 Stelle che si sono schierati in favore dell’amministrazione comunale di Leoluca Orlando. Giovanni Callea, grillino un po’ deluso, chiede perché di una posizione politica che non è certo di opposizione. Sabrina Figuccia torna sul caos di via Tommaso Aversa 

Mentre Palermo continua ad essere invasa dall’immondizia, frutto delle gestione sbagliata della discarica di Bellolampo, non manca il dibattito sulla gestione dei rifiuti.

Il primo intervento che ci sembra interessante porta la firma di Giovanni Callea, esponente del Movimento 5 Stelle del capoluogo siciliano un po’ deluso.

In un articolo scritto per il blog Rosalio.it Callea si chiede – questo, in sostanza il senso del suo intervento – perché quattro consiglieri comunali su sei del Movimento 5 Stelle abbiano votato in favore della delibera sulla TARI presentata dall’amministrazione comunale di Leoluca Orlando (NOI CE NE SIAMO OCCUPATI IN QUESTO ARTICOLO).

Callea si chiede quello che ci siamo chiesti noi: perché il Movimento 5 Stelle al Comune di Palermo, invece di votare contro una delibera che penalizza i cittadini (è sotto gli occhi di tutti il caos che c’è in città in materia di raccolta dei rifiuti e riproporre la TARI ‘salata’, come ha fatto l’amministrazione Orlando è una penalizzazione per i cittadini!), ha votato a favore?

Votando la delibera, scrive callea, “il MoVimento 5 stelle è responsabile degli effetti di questa delibera. Non capisco il senso. Ho provato a capirlo. Provo a raccontarvi cosa ho capito”.

Fabrizio Ferrandelli – altro consigliere comunale dell’opposizione che fa opposizione a corrente alternata, si è astenuto:

“L’ho chiamato – scrive Callea – per avere spiegate le motivazioni del suo non voto. Le ragioni di Ferrandelli: in sintesi la Rap non è florida finanziariamente; al di là del pessimo servizio che eroga il fallimento della società potrebbe solo peggiorare le cose. Il timore è che un eccessivo indebolimento della società possa portare al fallimento e quindi all’affidamento a privati del servizio, con oneri futuri maggiori per la cittadinanza”.

E qui c’è la prima falla del ragionamento di Ferrandelli riportato da Callea: nessuna società privata assumerebbe i 2 mila dipendenti della Rap. Una qualunque società privata costerebbe alle ‘casse’ del Comune – volendo abbondare – un quarto del costo attuale.

Per un motivo semplice: perché 500 dipendenti sarebbero già unì’enormità!

“Ferrandelli – scrive ancora Callea – si è astenuto perché non conosceva i dettagli del bilancio, ed intendeva comunque segnalare la preoccupazione verso un impoverimento finanziario di Rap in assenza di un diverso piano industriale. Ovvero, questa è una mia considerazione, se non è cambiato il piano industriale di Rap per quale ragione il servizio dovrebbe costare meno? E se il servizio vale meno, dove sono finiti i soldi in più pagati lo scorso anno? Mi pare una posizione ragionevole e costruttiva”.

“Riassumiamo – prosegue con una punta di ironia Callea -: la Giunta vara un provvedimento che il Consiglio comunale con il voto ‘vigile’ del MoVimento 5 stelle approva, che prevede una minore entrata per la Rap senza che vi sia un piano che affronti questi minori entrate. Forse è stata una trappola, ovvero il provvedimento è passato in sordina e lo hanno votato senza capirlo bene. Può starci”.

“Scopro – prosegue il racconto di Callea – che la delibera è stata trasmessa pochi giorni prima al Consiglio per la votazione, e che a causa della fretta non è neanche passato dalla terza commissione, quella sulle partecipate, che avrebbe dovuto esprimersi prima del voto in aula. La tesi del complotto regge. Mi interrogo, ed avrebbero dovuto interrogarsi i consiglieri di opposizione, perché un provvedimento così importante arrivi in aula per essere approvato di fretta e furia”.

“Vengo a sapere – e qui il racconto diventa interessante – che la mattina precedente la votazione ha luogo una riunione di minoranza. In quella sede la minoranza si orienta a non sostenere la delibera e ad approfondire con Rap la questione. In aula il MoVimento 5 stelle, sorprendendo il resto dell’opposizione, vota favorevolmente. La tesi del complotto non regge. Non è stata un’imboscata, i consiglieri sapevano perfettamente cosa stavano votando”.

E qui concordiamo con Callea: i quattro consiglieri comunali che hanno votato in favore della Giunta Orlando sapevano quello che facevano.

“A questo punto della vicenda – scrive ancora Callea – credo che sarebbe auspicabile che il MoVimento 5 stelle cittadino spieghi a noi elettori esattamente cosa intendano per opposizione, esattamente in che modo pensano di rappresentare una alternativa all’attuale Sindaco, e per quale ragione tra quattro anni dovremmo volere qualcuno di loro alla guida della città”.

Anche in questo caso siamo d’accordo con l’autore dell’articolo: è quello che ci chiediamo anche noi.

“Francamente – prosegue puntuto Callea – la discussione in aula era l’occasione per porre delle domande. Ad esempio: la scelta di affidare il servizio ad una s.p.a. comporta che questa emetta una fattura sulla quale il comune paga l’Iva, Iva che ovviamente viene ribaltata su noi utenti con un esborso di oltre venti milioni di euro di tasse in più”.

Qui l’esponente del Movimento tocca un tasto dolente che, in verità, i sei consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle avrebbero già dovuto stigmatizzare.

“Eppure – scrive Callea – la norma è chiara in merito, non si paga Iva sulle tasse. Forse basterebbe gestire il servizio con una azienda speciale, come previsto dal titolo V del testo unico sugli enti locali invece che con una s.p.a. Non lo so, non è la mia materia, quello che noto è che la questione non è stata posta. Certo una azienda che non può fallire e che assume per concorso non interessa a nessuno. Perché questa questione, che grava tanto sulle nostre tasche, non è stata posta?”.

Già, perché?

“Mi sarei aspettato – insiste Callea – che il MoVimento cittadino si chiedesse: esiste un modo diverso di gestire il servizio? C’è un modo per risparmiare su queste tasse aggiuntive? Avrei voluto, che prima di regalare un voto qualcuno si interrogasse sui dipendenti, se sono adeguati come numero al servizio che erogano alla città, perché c’è da dire che paghiamo oltre 2000 impiegati Rap, ma non mi pare gli effetti del lavoro di queste 2000 persone si vedano: dove sono? Che fanno?”.

“Perché – prosegue Callea – non si è chiesto ragione dell’impianto di Partanna Mondello, costato otto milioni di euro e fermo da sempre? E poi c’è la questione rifiuti posta nella sua centralità, l’economia circolare di cui Grillo ha parlato per anni, ed attorno alla quale nasce il MoVimento 5 stelle, e la mia adesione al MoVimento: il vetro, la carta, i metalli sono valore e vengono buttati via come immondizia, a Palermo ancora 85% di questo valore va sprecato, eppure esiste un piano regionale che obbliga a differenziare almeno al 65%, Palermo è al 15%”.

“Rifiuti – conclude Callea – significa anche costruire quelle filiere produttive ed economiche che diano nuova vita alle materie prime recuperate, oggi in gran parte inviate in Cina o Germania. Significa intervenire positivamente sul tessuto economico della città. Quale provvedimenti l’amministrazione ha attuato in questo senso? Era legittimo chiederlo, io credo, per dare il segnale a noi cittadini che il voto favorevole non fosse soltanto, come a me sembra, un atto di resa incondizionata ai profumi mediorientali” (chiaro il riferimento alla “Palermo suk mediorientale”, formula utilizzata dal sindaco Orlando al cronista di Report che gli chiedeva conto e regione di una città sporchissima). .

Sul disastro dei rifiuti a palermo ritorna Sabrina Figuccia, consigliere comunale dell’UDC, che ha già denunciato la confusione che si registra in via Tommaso Aversa, quartiere della Noce, dove ai cittadini sono stati tolti i cassonetti senza, però, avviare la raccolta differenziata (DI TALE ASSURDITA’ ABBIAMO PARLATO QUI).

“Mentre tutta la città è sommersa dai rifiuti – scrive Sabrina Figuccia – che come una piaga biblica colpisce Palermo a periodi alterni, gli abitanti di via Tommaso Aversa, traversa di via Serradifalco, chiedono con insistenza al sindaco ed alla Rap di essere inseriti nel programma ‘Palermo Differenzia 2’. Come spesso accade, anche quando il sindaco e la Rap cercano di fare qualcosa di buono combinano pasticci. Stavolta è toccato ai malcapitati abitanti di via Tommaso Aversa, che dalla sera alla mattina si sono ritrovati senza i cassonetti sotto casa perché in tutta la loro zona è partita la raccolta differenziata dei rifiuti senza che loro venissero coinvolti. In pratica, una sorta di zona franca della monnezza”.

“Per rimediare a questo ennesimo pasticcio – prosegue la consigliera comunale – ascoltando le sollecitazione degli abitanti della zona, ho inviato stamattina una lettera al sindaco ed alla Rap affinché anche la via Tommaso Aversa venga inserita urgentemente nel programma della differenziata e così vengano immediatamente distribuiti sia il materiale informativo che i kit necessari. Mi auguro che sia Orlando, sia i vertici della Rap – conclude Sabrina Figuccia – si adoperino affinché questo disservizio sia risolto al più presto, nella speranza che in futuro non accadano casi simili. Basterebbe un pizzico di attenzione in più, ma tra passerelle variopinte ed inaugurazioni…”.

QUI L’ARTICOLO DI GIOVANNI CALLEA SU ROSALIO.IT

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