Attacco alla Siria? “Grave campagna mediatica di Litizzetto, Saviano e Fazio: possiamo definirli ‘testimonial’ di guerra”

13 aprile 2018

La parola a Sebastiano Caputo, reporter che è stato più volte in Siria. Oltre a bacchettare i colleghi occidentali che accusano Assad di avere usato armi chimiche senza uno straccio di prove, punta il dito contro quei personaggi che hanno una audience importante e che, pur non sapendo nulla di geopolitica, stanno preparando il terreno ad una nuova guerra…

Un presunto attacco chimico contro i civili in Siria da parte dell’esercito del Presidente, Bashar al-Assad sta innestando una preoccupante reazione a catena. Ad occhio e croce, non è esclusa l’ipotesi che ci  troviamo dinnanzi  alla solita storia sulle “armi chimiche”, la stessa che abbiamo visto qualche anno fa e che aveva come protagonista Saddam Hussein. Sappiamo tutti come è finita: si è scoperto che era una balla utile agli occidentali per fare fuori un regime che ostacolava le mire imperialistiche dei soliti noti.

E, oggi, l’Occidente sta preparando una nuova guerra, ancora una volta, senza uno straccio di prova concreta?  Certo è che la voce dei potenti del mondo è fedelmente riportata dai media che faticano a porsi qualche domanda con spirito critico. Per trovare una voce fuori dal coro dobbiamo dare un’occhiata a Sputniknews.com – e ripresa da Timesicilia.it- che pubblica una intervista a uno di quei pochi giornalisti che davvero conoscono la situazione siriana. Parliamo di Sebastiano Caputo, autore del libro “Alle porte di Damasco. Viaggio nella Siria che resiste” (GOG edizioni), giornalista che è stato diverse volte in Siria per documentare la situazione in prima persona.

Oltre a parlare del ruolo delle potenze occidentali il reporter si sofferma sul ruolo dei media: “I giornalisti occidentali parlano di questo attacco chimico senza fornire le prove”. Ma ancora più grave per Caputo è il ruolo svolto da personaggi che, per l’audience che hanno, sono in grado di influenzare l’opinione pubblica: “Ancora più grave è la campagna mediatica nata con i personaggi come la Littizzetto, Saviano e Fabio Volo. Sono persone che non sanno assolutamente nulla di geopolitica, fanno tutt’altro nella vita, ma hanno un’audience in Italia. Queste persone hanno un seguito molto forte, sensibilizzano l’opinione pubblica verso le vittime della guerra siriana, senza sapere chi sono gli attori in campo, chi sono esattamente le vittime. Stanno preparando il terreno culturale per un’aggressione militare, possiamo definirli “testimonial di guerra”.
“Faccio un invito agli intellettuali, agli scrittori e agli artisti: ovviamente è giusto prendere una posizione, anche contraria. Non capisco perché un intellettuale non possa prendere posizione per fermare la guerra senza la paura di essere tacciato come sostenitore del governo siriano. Si tratta di fermare una guerra che potrebbe essere devastante per tutti quanti, compresa l’Italia, perché sarebbe un conflitto contro i nostri interessi nazionali. L’interesse nazionale è qualcosa che va al di là dello schieramento politico, della destra e della sinistra”.

Nell’intervista, va da sé, si parla anche di Sigonella, la base americana più importante nel Mediterraneo e delle mosse dell’Italia. Potete leggerla qui.

Mentre qui di seguito trovate una nostra riflessione sul ruolo di Sigonella e sul destino della Sicilia in caso di guerra:

Se esplode la guerra in Siria la Sicilia diventa un obiettivo militare. E allora…

 

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