Forestali: Cgil, Cisl e Uil in piazza a Palermo. E dov’erano ai tempi di Lombardo e Crocetta?

11 aprile 2018

La memoria, in politica e nelle lotte sindacali, è tutto. Perché misura la serietà e la coerenza politica e sindacale di chi dice di rappresentare i lavoratori. E poiché noi siamo stati testimoni delle penalizzazioni che il Governo Lombardo e, soprattutto, il Governo Crocetta hanno inflitto ai lavoratori di questo settore (comprese certe trasmissioni televisive offensive) ci interroghiamo sulla coerenza della triplice in materia forestale…  

Operai della Forestale: governo regionale nuovo, triplice sindacale nuova. Dopo anni di ‘solidarietà’ ai governi regionali di centrosinistra, i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil del settore forestale sono tornati in piazza e – dicono – avrebbero portato per le vie di Palermo 5 mila addetti.

Non sono tanti, volendo: gli operai della Forestale della Sicilia sono circa 22 mila: ammesso che in piazza, stamattina, se ne contavano 5 mila (ma è questo il numero?), beh, significa che Cgil, Cisl e Uil, oggi, rappresentano meno di un quarto degli operai che lavorano nei boschi dell’Isola.

Gli anni ‘governativi’ hanno un prezzo: e Cgil, Cisl e Uil lo stanno pagando.

Ricordare è importante.

Quando erano ‘governativi’ – erano gli anni del Governo regionale di Raffaele Lombardo e, soprattutto, di Rosario Crocetta – Cgil, Cisl e Uil non hanno esitato a chiedere sacrifici ai lavoratori forestali.

Del Governo Lombardo ricordiamo (ma quanto siamo ‘monelli’ a ricordare queste cose…) l’accordo del 2009 che l’assessore regionale dell’epoca non voleva onorare: da qui manifestazioni e lotte, portare avanti soprattutto da un allora giovane Sifus, la già citata organizzazione sindacale che, da allora ad oggi, è crescita in iscritti e in autorevolezza.

Nel periodo di Crocetta non possiamo invece dimenticare gli attacchi, spesso pretestuosi, ‘confezionati’ da certa trasmissioni televisive: attacchi che dovevano giustificare i tagli al settore.

Ricordiamo le polemiche sul chilometraggio e le giornate lavorative in meno del 2015. E, soprattutto, il taglio del 20% dei lavoratori del comparto antincendio: taglio rientrato dopo i danni prodotti nei boschi siciliani dal fuoco e grazie alle proteste del Sifus (il sindacato che si batte per la stabilizzazione degli operai forestali) e del Mab (Movimento antincendio boschivo).

Come dimenticare, poi, gli avviamenti al lavoro in ritardo e a ‘spezzatino’ per risparmiare: scelta che lo scorso anno si è rivelata scellerata per la Sicilia, se è vero che sono andati in fumi 20 ettari di verde (ma molto remunerativa, supponiamo, per i privati che gestiscono il servizio degli aerei anfibi antincendio, i mitici Canadair…).

La manifestazione di stamattina ha coinvolto anche i Consorzi di bonifica. Strane ‘creature’ che i Governi di centrosinistra hanno coccolato fino a quando – era la primavera-estate dello scorso anno – sono finiti i soldi e l’allora assessore-commissario di Renzi in Sicilia, Alessandro Baccei, ha svuotato anche le ‘casse’ degli stessi Consorzi di bonifica.

Erano in arrivo le elezioni e l’allora assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici, ha varato una riforma molto acclamata da Cgil, Cisl e Uil: riforma non del Consorzi di bonifica per farli funzionare, ma per cercare di fargli ‘produrre’ voti.

E’ riuscita, tale riforma? Non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che oggi, ai sindacati confederali del comparto forestale, la riforma Cracolici dei Consorzi di bonifica non gli piace più: così hanno portato in piazza i lavoratori contro la riforma che sette-otto mesi fa avevano salutato come utile per questi lavoratori: quando si dice la coerenza…

E della riforma del comparto forestale del 2016 ne vogliamo parlare? C’era sempre il Governo Crocetta e c’erano – sempre – Cgil, Cisl e Uil della Sicilia, ma allora in versione ‘governativa’. Sapete cosa prevedeva quella riforma della quale i sindacalisti della triplice non parlano più?

Il taglio delle garanzie occupazionali e i lavori a ‘singhiozzo’. Tutto per far risparmiare la Regione siciliana spinta a massacrare i lavoratori forestali della Sicilia dalle trasmissioni televisive, dallo spirito renziano del PD (Renzi pensava di essere fortissimo perché era sicuro di vincere il referendum sulle riforme costituzionali).

Sapete perché ricordiamo tutto questo? Perché questo blog, allora, era una delle poche voci che difendeva i lavoratori forestali della Sicilia.

E sulle rivendicazioni di oggi che c’è da dire? Il Governo di nello Musumeci si è impegnato ad avviare il servizio antincendio in questi giorni e non a fine giugno, come avvenuto lo scorso anno.

Non viviamo nei boschi. Ma se all’arrivo dell’estate (ma anche di qualche sciroccata di primavera) dovesse scoppiare qualche incendio, non sarà difficile capire se i viali parafuoco e, in generale, gli apprestamenti per limitare i danni del fuoco sono stati o meno realizzati.

Quello che è cero è che lo scorso anno i lavori per la prevenzione degli incendi sono partito in notevole ritardo. Ci sono stati danni ingentissimi, ma nessuno ha pagato. Questo è un fatto oggettivo.

Il Governo Musumeci si è impegnato ad aumentare i fondi per la tutela dei boschi e per arrivare a contratti a tempo indeterminato.

Ci sarà il tempo di verificare gli impegni assunti: con i lavoratori e per la tutela dei boschi.

Resta una domanda: perché Cgil, Cisl e Uil sono scese in piazza se l’attuale Governo regionale, anche in termini di impegno finanziario, sta offendo di più rispetto alle magre e penalizzanti offerte dei precedenti governi regionali?

Questa, credeteci, è una bella domanda…

 

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