Il Museo del papiro di Siracusa vende 20 frammenti di papiri per autofinanziarsi!

9 aprile 2018

La notizia la leggiamo sul quotidiano La Stampa. E viene data – giustamente – come una notizia “clamorosa”. In realtà, in Sicilia, tutte le attività culturali sostenute dalla Regione e dalle Province hanno subito tagli pesantissimi. Anche se nessuno lo ricorda, sono gli effetti dei due ‘Patti scellerati’ Renzi-Crocetta. Di questo dobbiamo ringraziare il PD…   

Secondo voi è normale che un’istituzione culturale della Sicilia metta in vendita una parte dei propri beni per sostenersi? E’ quello che succede a Siracusa, dove, come raccolta il quotidiano La Stampa,il Museo del papiro Corrado Basile mette in vendita “20 frammenti di papiri greci e demotici della propria collezione, di accertata provenienza, acquistati circa dieci anni e, per quanto di conoscenza, inediti”.

Il Museo del papiro, che ha sede ad Ortigia, è un’istituzione culturale privata che è riuscita sempre ad andare avanti con piccoli contributi della Regione, della Provincia e sugli introiti dei biglietti.

La Provincia di Siracusa è stata fatta fallire, di fatto, dallo Stato e dalla Regione. A propria volta, la Regione siciliana, negli ultimi anni, massacrata dai tagli dello Stato (avallati dal precedente Governo regionale e dalla precedente Assemblea regionale siciliana), non ha trovato di meglio che ridurre il sostegno alle attività culturali.

Una scelta folle, quella di ridurre i fondi alle istituzioni culturali, in una Regione che dovrebbe dare spazio al binomio turismo-cultura. Ma tant’è.

Nel caso del Museo del papiro le cifre erano veramente minime: 117 mila euro erogati nel 2009 ridotti a 66 mila nel 2013 e 15.750 nel 2017.

Una Regione autonoma, che secondo quanto previsto dal proprio Statuto, dovrebbe gestire quasi tutte le proprie entrate, e che si attacca a poche migliaia di euro è proprio messa male!

Chi legge questo blog sa che noi, da quando siamo in rete, abbiamo dedicato grande risalto al Bilancio della Regione siciliana. E, in particolare, ai tagli disposti dallo Stato.

Ricordate i ‘Patti scellerati’ firmati dall’ex Presidente della Regione, Rosario Crocetta, con l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi? Sono due: il primo ‘Patto’ è del giugno del 2014, il secondo del giugno del 2016.

Con il primo ‘Patto’ la Regione, rinunciando agli effetti di una sentenza della Corte Costituzionale favorevole alla Sicilia, ha regalato allo Stato circa 5 miliardi di euro.

Il secondo ‘Patto scellerato’ è di gran lunga più grave. A questo ‘Patto’ I Nuovi Vespri, nel luglio del 2016, ha dedicato un’inchiesta in tre puntate (CHE POTETE LEGGERE O RILEGGERE QUI) scritta dal dottore Franco Busalacchi.

Quasi due anni fa avevamo previsto che, con questo secondo ‘Patto scellerato’ – che come potete leggere prevede penalizzazioni pesantissime per la Sicilia – i problemi, nel giro di pochi anni, sarebbero diventati gravissimi.

La vicenda del Museo del papiro di Ortigia è uno dei tanti casi che stanno travolgendo la Sicilia a tutti i livelli. Quasi tutte le istituzioni culturali della nostra isola hanno subito tagli. E lo stesso discorso riguarda, ad esempio, la sanità pubblica della nostra Isola, ‘saccheggiata’ per pagare spese che l’amministrazione regionale non più più pagare a causa degli tagli romani.

Il Museo del papiro Corrado Basile di Siracusa, scrive La Stampa, è una realtà “unica al mondo, dedita al papiro e ai suoi usi, estensione naturale dell’Istituto internazionale del papiro fondato da Anna Di Natale e Corrado Basile, due nomi noti nel settore per il loro impegno nella ricerca papirologica, anche in collaborazione con Il Cairo. E l’inusuale annuncio, per quanto legale, non è passato inosservato”, Ma ha “scandalizzato molti studiosi e appassionati per la scelta dei due ricercatori di privarsi di rari reperti risalenti a 1500 anni fa in modo così plateale, attraverso il sito internet e i social del museo”.

La vicenda è di certo scandalosa. Ma ancora più scandaloso – ma di questo la ‘grande informazione’ italiana non si è mai occupato – è che la Regione siciliana, dal 2014, contribuisce al risanamento dei conto dello Stato con un contributo che si attesta intorno a un miliardo e 300 milioni di euro all’anno!

Una cifra colossale, che è quasi pari al contributo che paga la Lombardia, che ha un numero quasi doppio di abitanti e che non ha certo il tasso di disoccupazione della Sicilia!

Proprio grazie al secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta sono stati riscritti, in modo truffaldino, le norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto. In base a questa riscrittura lo Stato si tiene una sostanziosa quota delle imposte che spettano alla Regione siciliana.

‘Bellissimo’ il raggiro con il quale lo Stato ‘restituisce’ alla Regione siciliana la quota IRPEF che ci spetta.

Per la cronaca, a norma dello Statuto, tutta l’IRPEF pagata dai siciliani spetta alla Regione. Lo Stato – grazie al Governo Crocetta-PD – ce ne restituisce solo una parte: un miliardo e 600 milioni di euro.

Ma siccome lo Stato continua a scippare alla Regione un miliardo e 300 milioni di euro all’anno per il “risanamento dei conti che non si risanano mai” (di fatto, questi soldi servono per pagare gli interessi sul debito pubblico agli ‘strozzini’ dell’Unione Europea dell’euro), ecco che tutta l’IRPEF della Sicilia che resta in Sicilia ammonta a circa 300 milioni di euro!

Non c’è bisogno di essere economisti o docenti universitari di Scienza delle finanze per prendere atto che 300 milioni di IRPEF, per una Regione di oltre 5 milioni di abitanti, sono una miseria!

Di questo (e di altro: ci sono anche gli scippi romani sull’IVA) i siciliani debbono ringraziare sempre il passato Governo regionale a trazione PD, un partito politico che è una marca e una garanzia…

P.s.

Fino a quando i rappresentanti della cultura – con riferimento ai musei, ai teatri e, in generale, di tutti i protagonisti delle istituzioni culturali – non cominceranno a chiedere conto e ragione alla politica delle scelte economiche e finanziarie, la cultura, in Sicilia, sarà destinata a un ruolo sempre più marginale. 

Ci sono i responsabili di tutto quello che sta succedendo: e di questi si conoscono nomi e cognomi…

Foto tratta da antoniorandazzo.it 

QUI L’ARTICOLO DE LA STAMPA

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