IAL Sicilia, uno scandalo senza fine. USB: intervenga la Sezione fallimentare del Tribunale di Palermo

23 marzo 2018

Con la dichiarazione di fallimento dello IAL Sicilia – uno dei più grandi e noti enti di Formazione professionale della Sicilia – i problemi dei lavoratori, lungi dall’essere stati risolti, si sono ulteriormente complicati. Ma è così difficile riconoscere ai lavoratori i propri diritti? Un comunicato dell’USB Lavoro privato della Sicilia racconta che… 

IAL Sicilia, uno scandalo senza fine. E’ questo, in estrema sintesi, quello che si evince da un comunicato diffuso dall’Unione Sindacale di Base (USB) Lavoro privato della Sicilia. Di scena sono i lavoratori di un ente formativo storico della Sicilia dichiarato fallito dal Tribunale di Palermo.

Una vicenda, quella dello IAL, che ancora oggi presenta tantissime ombre e pochissime luci. Leggiamo insieme questo amaro comunicato:

“Dopo i passaggi diretti illegittimi che hanno visto coinvolti i dirigenti sindacali della Cisl Scuola Formazione, alias gli ‘unti del Signore’, ecco che allo IAL SICILIA accade un altro fatto strano a cui i dirigenti della USB non riescono a trovare risposta. Sebbene nel verbale ispettivo unico di accertamento e notifica dell’INPS del 14/03/2016 si evince il riconoscimento dei contributi di un periodo di sospensione illegittimo, in quanto la stessa sospensione non è contemplata nel CCNL di questo comparto e nello stesso verbale si condanna il datore di lavoro a pagare i contributi non versati, non si capisce come mai la curatela fallimentare (la stessa che ha firmato i passaggi diretti per i dirigenti sindacali citati) non riconosce le retribuzioni ai lavoratori di serie B dello IAL Sicilia che vanno da Giugno a Dicembre 2015, visto che l’INPS s’insinua nel passivo”.

Il primo passaggio del comunicato – quello che fa riferimento agli “unite del Signore’ – indica alcuni fortunati dipendenti dello IAL Sicilia che, stando alle ricostruzioni fatte più volte dall’USB regionale e nazionale, avrebbero ricevuto un trattamento di favore rispetto alla maggioranza dei lavoratori di questo ente di Formazione professionale che sarebbero invece stati massacrati dalla ‘macelleria sociale’.

Il secondo passaggio – quello sul curatore fallimentare dello IAl Sicilia (ormai è prassi dichiarare falliti anche gli enti no profit) – manifesta perplessità sul mancato riconoscimento delle retribuzioni ai lavoratori “di serie B” della IAL, cioè ai lavoratori massacrati dalla ‘macelleria sociale’.

“La curatela – si legge sempre nel comunicato – dichiara che i lavoratori erano sospesi, quando è palese dire che i lavoratori avevano ricevuto sia dal presidente, sia dal direttore delle Risorse Umane dello IAL una lettera con la quale li esonorava dallo svolgere alcuna attività lavorativa, visto che per motivi economici le sedi erano state consegnate ai legittimi proprietari, fatta eccezione delle sedi di Caltanissetta, Catania (Nesina ) e di Termini Imerese (locali che, pur non essendo in affitto, sono inagibili ). Ma soprattutto nella stessa lettera inviata ai lavoratori si evince anche che venivano garantiti ai lavoratori tutti gli adempimenti previsti dal CCNL e dalla legge (almeno sulla carta)”.

“E’ chiaro che questo mancato riconoscimento dei contributi – si legge sempre nel comunicato dell’USB – mette a rischio il riconoscimento della NASPI e rischia di far subire ai lavoratori, oltre il danno, anche la beffa, perché le domande che oggi sorgono spontanee sono: ma se la curatela non riconosce questi contributi all’INPS, cosa farà l’INPS? chiederà la restituzione economica della NASpl? Visto che i lavoratori, oltre a non avere più i contributi versati, non avranno più nemmeno i 30 giorni lavorativi fondamentali per accedere alla NASpl”.

La NASpl, per la cronaca, è La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego; è una indennità mensile di disoccupazione, istituita dall’art. 1 del decreto legislativo 4 marzo 2015, n. 22.

“A questo punto – prosegue il comunicato – è lecito chiedersi se i lavoratori debbono continuare a subire l’ennesimo torto, non solo dai presidenti che si sono succeduti dal 2011 al 2015, ma anche da parte di questa curatela fallimentare. Forse non sono bastati tutti i torti subiti nel passato, ovvero: mancati pagamenti delle retribuzioni sebbene lo IAL Sicilia riceveva i finanziamenti; mancati versamenti dei contributi degli assegni familiari; assunzioni durante la Cassa integrazione; aumenti dei livelli malgrado i lavoratori non venivano retribuiti, ecc ecc ecc…”.

“A questo punto – concludono all’USB – noi chiediamo l’intervento del presidente della Sezione fallimentare del Tribunale di Palermo”.

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