La UE approva la fusione Monsanto-Bayer: ulteriore prova che l’Unione Europea è nelle mani di questi ‘pirati’

21 marzo 2018

La Commissione Europea, pur di compiacere la multinazionale americana che ha riempito il mondo di glifosato (Monsanto) e la multinazionale tedesca, si è messa sotto i piedi gli interessi dei piccoli e medi produttori agricoli e di milioni di consumatori 

La Commissione Europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer (COME SI LEGGE QUI).

E quanto leggiamo in un comunicato diffuso da Navdanya International Onlus, organizzazione che promuove l’agricoltura sostenibile, la biodiversità, i sistemi di cibi sani e la sovranità alimentare insieme con la difesa dei diritti dei piccoli agricoltori in tutto il mondo.

Monsanto e Bayer, è noto sono due multinazionali: la prima è americana e opera nel campo dei pesticidi (è la multinazionale che ha ‘regalato’ al mondo il glifosato…); la seconda è una multinazionale tedesca che opera nel campo della farmaceutica.

Una bella ‘accoppiata’, insomma: se gli erbicidi modello glifosato e, in generale, i pesticidi ci fanno ammalare, ci possiamo curare sempre con la Bayer… (NOI ABBIAMO AFFRONTATO QUESTO TEMA NEL SETTEMBRE DI DUE ANNI FA).

“La fusione – leggiamo nel comunicato – è subordinata alla cessione di un ampio pacchetto di misure correttive, che affronta le sovrapposizioni delle parti in merito a semi, pesticidi e agricoltura digitale”.

Qui il comunicato, riporta una dichiarazione della Commissaria europea per la concorrenza, Margrethe Vestager, a proposito del disinvestimento di circa 6 miliardi di euro effettuato da Bayer:

“Risponde in modo esaustivo alle preoccupazioni della Commissione in materia di concorrenza”. Figuriamoci!

“Come già più volte sottolineato dalla nostra organizzazione – leggiamo sempre nel comunicato di Navdanya International Onlus – le questioni relative alle fusioni delle grandi multinazionali non riguardano solo aspetti commerciali e di competizione come la commissaria Vestager vorrebbe farci intendere, ma anche e soprattutto aspetti politici. Ci troviamo infatti di fronte a una strategia disegnata per estendere il controllo delle multinazionali non solo sul nostro cibo, ma sulla nostra democrazia. Attraverso fusioni aggressive queste grandi aziende stanno espandendo i loro mercati e, rivolgendosi direttamente ai decisori politici, aumentando contestualmente la loro influenza e la pressione su governi e istituzioni”.

“Attraverso la propaganda – si legge ancora nel comunicato – stanno inoltre screditando la scienza indipendente per garantire che i regolamenti sanitari e ambientali non interferiscano con le loro attività di profitto, portando così sempre più all’erosione dei nostri principi democratici. Espandendo i loro monopoli su sementi e cibo, prodotti chimici e medicinali, le multinazionali stanno aumentando il loro controllo sui nostri alimenti e sulla nostra salute. A ciò si aggiungono altre tattiche come la propaganda, l’acquisizione di dati tramite il digital farming, gli attacchi alla scienza indipendente, la sfida aperta nei confronti delle leggi esistenti a tutela della salute e dell’ambiente, fino a comportamenti criminali come quelli rivelati nei Monsanto Papers. Gli effetti negativi di questo sistema ricadono maggiormente sui piccoli e medi produttori e sui consumatori meno abbienti”.

“Le sei grandi aziende multinazionali che detengono il controllo sulla produzione mondiale di sementi, pesticidi e biotecnologie – prosegue il comunicato – vogliono quindi allargare il loro impero attraverso mega acquisizioni. Se queste fusioni venissero definitivamente approvate, solo tre aziende avrebbero il controllo del 60 per cento delle sementi mondiali e del 70 per cento dei prodotti agrochimici e dei pesticidi. Il consolidamento di posizioni dominanti impedirà l’emergere di modelli agricoli sostenibili che aumentano la concorrenza e creano diversi sistemi di approvvigionamento di semi, produzione agricola e commercio. L’ampliamento del modello agricolo industriale avrà inoltre un grave impatto sull’ambiente, sulla biodiversità e sul cambiamento climatico, a causa della contaminazione del suolo, dell’acqua e dell’atmosfera, pur contribuendo solo ad una minima parte del fabbisogno alimentare mondiale, cui ancora provvedono i piccoli agricoltori.

“Siamo convinti che le soluzioni possibili alle molteplici crisi che stiamo vivendo debbano invece venire dall’adozione di un modello che rispetti la terra e la dignità delle persone – si ribadisce nel comunicato -. In tutto il mondo piccoli e medi agricoltori stanno già mettendo in pratica un’agricoltura ecologica che rinnova la fertilità del suolo e la biodiversità e fornisce cibo sano e di qualità alle proprie comunità. Come ha dimostrato il lavoro di Navdanya nel corso degli ultimi trent’anni, possiamo coltivare abbastanza cibo nutriente per sfamare due volte l’attuale popolazione mondiale, far fronte ai problemi legati alla malnutrizione e alle malattie croniche e creare allo stesso tempo un sistema resiliente capace di mitigare i cambiamenti climatici”.

“Continueremo a rivendicare i diritti dei piccoli e medi produttori che, pur venendo schiacciati da questi meccanismi, sono gli unici in grado di garantire una produzione di cibo genuino e di qualità. Inoltre – conclude la nota di Navdanya International Onlus – non smetteremo di combattere questo tentativo di presa di potere da parte delle multinazionali, che invece di essere regolate dai nostri rappresentanti eletti dai cittadini, riescono sempre più a vestire i panni dei regolatori, attraverso pesanti azioni di lobby ponendo così una grave minaccia la nostro stesso sistema democratico”.

Foto tratta da consumatrici.it

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