Veltroni filosofeggia sulla sinistra: ma non è quello che ha appoggiato Renzi e ha promosso Francantonio Genovese in Sicilia?

18 marzo 2018

Possibile che Walter Veltroni si metta a pontificare sul ‘Corriere della Sera’ sulla “sinistra liquida”, quando la ‘sua’ sinistra è stata addirittura ‘aeriforme’? Ha appoggiato Renzi e le pessime riforme costituzionali del PD, non ha detto una parola su Jobs Act e ‘Buona scuola’, ha regalato Francantonio Genovese al PD siciliano e adesso fa il padre nobile? Mah! 

Per carità, in democrazia è giusto che tutti abbiamo diritto alla parola. E dopo una sconfitta elettorale tremenda – parliamo del Partito Democratico – è giusto provare a fare l’analisi politica. Ben venga l’intervista a Walter Ventroni, ‘ex tutto’ della sinistra post comunista italiana: ex Pci, ex Pds, ex Ds, ex segretario del partito, ex Ministro.

Però è veramente incredibile che Veltroni, nell’intervista al Corriere della Sera, guardi al disastro del PD post elezioni senza un solo accenno al suo ruolo e a quello che ha combinato: non soltanto quando era segretario di un partito che non era il PD di oggi, ma che lo sarebbe diventato, ma anche rispetto al referendum sulle riforme costituzionali volute dal PD di Renzi e dal Parlamento nazionale di ‘nominati’: riforme costituzionali che Veltroni ha appoggiato.

Di questo Veltroni non parla. Va bene: non gliel’hanno chiesto. E questo che significa? Ci dimentichiamo che Veltroni è stato a fianco di Renzi quando l’allora segretario del PD ha provato a cambiare la Costituzione per conto dell’Europa dell’euro a trazione tedesca? Siccome i grandi giornali lo dimenticano, lo dimentichiamo pure noi?

“Nella società liquida la sinistra si è persa – dichiara oggi Veltroni dopo che gl’italiani hanno sonoramente ‘bocciato’ il PD di Renzi -. Ha perso la sua capacità di essere se stessa, di rappresentare dentro il tempo della precarietà e della coriandolizzazione dell’esperienza umana il proprio punto di vista. Ha perso quel che la sinistra non può perdere: il rapporto con il popolo. Senza il popolo non esiste la sinistra”.

E Veltroni dov’era quando Renzi e il Parlamento di ‘nominati’ – con incredibili forzature in favore del Governo da parte dei presidenti delle due Camere, Laura Boldrini e Piero Grasso – varavano il Jobs Act? E dov’era Veltroni quando il PD imponeva la legge sulla ‘Buona scuola’?

Non ricordiamo di aver letto o sentito Veltroni attaccare Jobs Act e ‘Buona scuola’. Forse queste due leggi infami non hanno contribuito a far perdere alla sinistra il “rapporto con il popolo”?

E dell’Unione Europea dell’euro Veltroni che dice? Del CETA che il suo partito ha votato a Strasburgo e in Italia che ne pensa? Anche il CETA e il grano avvelenato del Canada sono di sinistra?

Parliamo della Sicilia? Non è stato forse Veltroni a imporre Francantonio Genovese primo segretario regionale del PD siciliano?

Oggi Veltroni filosofeggia sulla sinistra: deve recuperare di qua, deve recuperare di là e bla bla bla.

Ma, di grazia, che nesso c’è tra la storia di Genovese e la sinistra siciliana? I traghetti di Messina con i bandi milionari? Gli hotel a cinque stelle? I milioni di euro a iosa per i corsi di Formazione professionale?

Come si fa a non ricordare queste cose a Veltroni? Come dimenticare il suo appelli a votare sì al referendum renziano?

Insomma…

Foto tratta da statoquotidiano.it  

 

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