Gli alberi abbattuti a Palermo: si scoprono i primi ‘altarini’ del Comune. Una ditta privata che…

10 marzo 2018

Lo racconta Nadia Spallitta, esponente di ‘Liberi e Uguali’. Il Comune di Palermo può contare su una propria società per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la RAP. Ma affida questo servizio a una ditta esterna. Perché? Insomma: cosa c’è sotto questa incredibile storia degli alberi abbattuti? C’è qualcuno che ci guadagna? Sabrina Figuccia: richiesta di accesso agli atti   

Cominciano a venire fuori i retroscena dell’abbattimento degli alberi a Palermo. Storia incredibile, che va avanti da qualche anno. Ieri ha suscitato polemiche roventi l’abbattimento di un ficus al Foto Italico. E oggi Nadia Spallitta, già vice presidente vicario del Consiglio comunale del capoluogo siciliano ed esponente di Liberi e Uguali, tira fuori una storia che non è meno incredibile dell’abbattimento degli alberi.

“Abbiamo appurato – ci dice – che il Comune di Palermo paga una ditta esterna per l’eliminazione dei residui vegetali. Pagando circa 100 mila euro all’anno. Ma questo lavoro non dovrebbe essere svolto dalla RAP?”.

La domanda di Nadia Spallitta è corretta: la RAP, infatti, è la società del Comune che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti. Perché ricorrere a una ditta esterna al Comune se, nel settore, opera una società comunale?

“Tra l’altro – aggiunge Nadia Spallitta – i tronchi degli alberi, ad esempio, hanno un valore economico non indifferente. Perché il Comune paga, addirittura, una ditta esterna per lo smaltimento, perdendo la possibilità di rivendere la stessa legna? Così paghiamo due volte! Per non parlare di altri soldi pubblici che si spendono per la verifica della stabilità degli alberi”.

La stessa Nadia Spallitta ha diramato un comunicato stampa:

“Ritengo che sia assolutamente inaccettabile l’abbattimento di alberi, con una valenza paesaggistica e indubbiamente di pregio, quale il ficus al Foro Italico. Non è ben chiaro se sia stato rispettato il regolamento sul verde (delibera 355/2008). In primo luogo, gli articoli 29 e seguenti del regolamento, impongono all’amministrazione un programma che consiste nel salvaguardare la salute e garantire la sicurezza del verde pubblico. Se si facesse una buona manutenzione non si avrebbero continui abbattimenti per problemi di pubblica incolumità”.

Tema non nuovo a Palermo: ci si occupa poco e male degli alberi – in alcuni casi si vanno a creare problemi agli stessi alberi (è il caso degli alberi della villetta di Piazza Principe di Camporeale, COME POTETE LEGGERE QUI) – per poi abbatterli perché sono diventati ‘poco sicuri’…

Nadia Spallitta, che nella vita fa l’avvocato, aggiunge:

“L’articolo 7, delle disposizioni normative, allegate al regolamento, vieta l’abbattimento di alberi ‘storici’, che ad un metro di altezza abbiano almeno 80 centimetri di diametro. E’ in dubbio che il ficus abbattuto avesse queste dimensioni. Tra l’altro, il regolamento (art. 31) prevede l’abbattimento degli alberi come ultima soluzione e laddove non sia possibile provvedere diversamente (recinzioni, potature etc)”.

“Le norme, poi – prosegue – disciplinano in modo dettagliato il procedimento di abbattimento degli alberi pubblici, prescrivendo l’intervento della Circoscrizione, la preventiva autorizzazione dei competenti uffici e, in alcuni casi, il parere della Sovrintendenza. A Palermo, negli ultimi anni, il numero degli alberi si è gradualmente ridotto anche rispetto alla media nazionale”.

“Trovo singolare – precisa Nadia Spallitta – il ricorso a ditte private. Nel 2017 sono state già spese 100mila euro per lo smaltimento dei rifiuti vegetali e nel 2018 sono state stanziati circa 50 mila euro per perizie private sulla stabilità degli alberi. Tutte operazioni che potrebbero essere eseguite per esempio dalla RAP”.

“Infine – dice sempre l’esponente politica – si registra il complessivo danno all’ambiente, dalla mancata attuazione del principio di compensazione, che impone per ogni abbattimento un nuovo fusto. Nel 2016, a Palermo, c’erano 11 alberi ogni 100 abitanti a differenza di 50/60 alberi per 100 abitanti in svariate città di Italia. Credo che sia indispensabile un intervento urgente, che garantisca il rispetto delle citate disposizioni in materia di verde per tutelare la salute e il paesaggio e per garantire una migliore qualità della vita”.

Aggiornamento 1 – 11 marzo, ore 07-05

Sabrina Figuccia (Udc): accesso agli atti per lo storico ficus abbattuto al Foro Italico. Più manutenzione può evitare scelte così radicali

Ho gia predisposto una richiesta di accesso agli atti presso gli uffici competenti del Comune, per avere tutta la documentazione tecnica a seguito della quale e’ stato effettuato l’abbattimento del Ficus che si trovava al foro italico di Palermo.

Ad affermarlo Sabrina Figuccia, consigliere comunale Udc, che prosegue:

“Immagino che a fronte di questa decisione cosi traumatica per l’albero e per l’intera cittadinanza sarà stata predisposta apposita perizia tecnica completa di indagini strumentali, cosi come ipotizzo che sia stata chiesta una preventiva autorizzazione alla soprintendenza e a tutti gli organi preposti. Sono inoltre ansiosa di conoscere la cpc, ossia la classe di propensione al cedimento di questo storico ficus e se davvero non si potevano mettere in campo soluzioni meno invasive. Ad oggi- prosegue Figuccia-resta l’amarezza per una scelta sicuramente non adeguatamente condivisa con i cittadini e con le associazioni e sulla quale, mi auguro che i documenti ufficiali faranno chiarezza. Per il futuro invece, intendo ricevere il piano di abbattimenti, di potature e di manutenzioni di tutti gli alberi della nostra città, affinché siano chiari a tutti gli obiettivi reali di questa amministrazione e si possano evitare scelte così radicali attraverso una maggiore manutenzione ordinaria.”

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