Sportelli Multifunzionali, Adriana Vitale: Musumeci ha offeso la nostra intelligenza

25 febbraio 2018

I rapporti tra la battagliera dipendente degli ex Sportelli Multifunzionali e il Governo regionale di centrodestra si sono deteriorati nelle ultime settimane. Con un durissimo post su facebook Adriana Vitale, che si professa “donna di destra”, dà il definitivo benservito al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci 

Di fatto ha abbandonato la battaglia che conduce da anni per riconquistare il proprio posto di lavoro. E con lei, così almeno ci sembra di capire, hanno mollato tutti i lavoratori degli ex Sportelli multifunzionali, sbaraccati dai precedenti Governi regionali (di Raffaele Lombardo e di Rosario Crocetta). Insomma, nessuno dei mille e 500, forse mille e 600, forse mille e 800 crede più alle promesse fatte in campagna elettorale dagli esponenti del centrodestra.

Adriana Vitale – la ex dipendente degli Sportelli – con molta probabilità ha intuito che, se spunteranno i fondi per le politiche del lavoro, queste verranno ‘appaltate’ ai privati, ovvero agli ‘amici’ degli esponenti politici del centrodestra siciliano.

In tempi non sospetti, conoscendo i nostri ‘peri’, noi avevamo provato a mettere in guardia questi lavoratori. Ma si sa, certe cose bisogna provarle sulla propria pelle…

Ciò posto, Adriana Vitale, anche se non sembra più nutrire grandi speranze di riavere il proprio lavoro, qualche ‘sassolino’ dalla scarpa ha deciso di toglierselo. In un post su facebook si rivolge al presidente della Regione, Nello Musumeci:

“Caro Presidente Musumeci – scrive – da quando è stato coronato tale dai siciliani, anche con la fiducia accordata da parte dei cosiddetti ‘sportellisti’, sovente ripete la frase che deve spiegarci qualcosa. Cosa vuole spiegarci? Non ha nulla da spiegare, semmai è il contrario. Per esempio, dobbiamo spiegargli che l’usucapione si acquista in buona fede dopo dieci anni, oppure ne devono passare venti se in mala fede, quindi presumo che ella ci considera in mala fede, dato che di anni nella Pubblica Amministrazione ne sono trascorsi solo tredici e non voluti o chiesti da noi”.

Adriana Vitale fa riferimento a un’intervista nella quale Musumeci, per giustificare l’immobilismo del suo Governo – e soprattutto per giustificare la propria giravolta sulla vicenda degli ez sportellisti afferma:

“La Regione ha 16.400 precari, 16.400 persone che non hanno mai potuto fare un prestito in banca perché non avevano un contratto a tempo indeterminato, ma senza questi 16.400 precari la mattina i 390 comuni e le 9 province non possono aprire. Capite qual è la Regione che abbiamo trovato? E oltre i 16.400 precari della pubblica amministrazione, ci sono all’incirca altri 32/33.000 precari che hanno lavorato con la regione o con enti regionali e che ora rivendicano il diritto di sentirsi, quasi per usucapione, legittimati a dire: ‘Ma noi siamo negli enti pubblici’ (espressione e voce di scherno) e quindi devi spiegare agli sportellisti che non è così, devi spiegare ai formatori che non è così, devi spiegare ai forestali che non è così”.

Prosegue Adriana Vitale:

“Tredici anni nei quali – scrive sempre Adriana Vitale – abbiamo solo portato lustro, tranne quei qualcuno che come in tutti gli ambienti ci sono sempre, pensi che nella sua giunta c’è chi senza alcun pudore si fa immortalare seduto su un gabinetto nel compimento di un atto intimo e riservato, figuriamoci tra i comuni mortali”.

Il riferimento, in questo caso, è all’assessore ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, che, in un video che impazza sulla rete, si presenta seduto nel cesso…

Ma torniamo al post di Adriana Vitale. E qui arriva la prima ‘bordata’ a Musumeci:

Forse – scrive – è riferita al numero degli anni trascorsi a lavorare per conto della Regione la motivazione che le consente di schernirci davanti il suo pubblico adorante, il quale non aspetta altra occasione per divertirsi delle sue intelligenti battute? Per esempio, dobbiamo spiegargli che nessuno ha mai avanzato la pretesa di imbruttirsi tra le scartofie dei pubblici uffici. Cosa vuole spiegarci? Ciò che meglio di noi nessuno può conoscere? Cioè la nostra provenienza e il nostro essere per anni e anni né carne né pesce e alla fine essere gettati via come zavorra di cui disfarsi, perché magari qualcuno, mentendo, le fa credere nell’efficienza dei centri per l’impiego?”.

A questo punto parte un’altra accusa che riguarda un po’ tutto il centrodestra siciliano che, prima delle elezioni regionali, si era schierato in favore di questi lavoratori:

“Cosa vuole spiegarci? – insiste Adriana Vitale – Forse vuole spiegarci che un politico si esprime in un modo prima di raggiungere il suo scopo e subito dopo si esprime in altri termini? Vuole spiegarci l’ovvio, stavolta non tanto ovvio poiché ella è stato talmente convincente da far cascare anche i più scettici? Cosa vuole spiegarci? Se proprio deve spiegarci qualcosa, spieghi il significato di tutte le note che ha prodotto a favore di questi poveri cristi che Sì, hanno bisogno di tali spiegazioni, queste sì che ci spettano”.

Adriana Vitale ricorda gli atti parlamentari prodotti dal centrodestra quando, nella passata legislatura, si trovata all’opposizione del Governo Crocetta:

“Ci spieghi tutte le interrogazioni e le mozioni prodotte durante il periodo crocettiano. Ci spieghi il senso delle sue parole durante l’intervista di Live Sicilia e poi ci spieghi con argomenti convincenti il suo passo indietro, che cerca di coprire maldestramente prendendoci per idioti quelle poche volte che è costreto a nominarci. Ci spieghi il suo silenzio e i suoi passi indietro se proprio sente l’esigenza di spiegarci qualcosa”.

Quindi il passaggio su una legge approvata dall’Ars nella passata legislatura che il Governo Musumeci non sta applicando:

“Ci perdoni se nella norma, che anche lei ha votato, abbiamo indicato l’ente in house della Regione (leggere il CIAPI ndr), ci corre l’obbligo di spiegarle che la nostra, oltre ad essere stata una battaglia di dignità, aveva insita la lotta contro le manciugghie che qualcuno vorrebbe ripristinare alla grande. È superfluo spiegarle che la fiducia tradita da promesse disattese è deleteria, colpisce il vivere incerto e l’anima”.

A questo punto arriva la parte politicamente più dolorosa: per Adriana Vitale, che si definisce “donna di destra”, una lavoratrice tradita da un uomo politico di destra, perché Nello Musumeci, prima di finire a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione, condizionato,. se non ‘teleguidato’, da Gianfranco Miccichè, era un uomo di destra, anzi, per la precisione, era il leder della Destra sociale siciliana:

“Personalmente – lo ‘infilza’ Adriana Vitale – ho abbandonato la battaglia, ma ci sono offese intollerabili alle quali bisogna rispondere anche per orgoglio che solo le persone libere possono fare. Sono donna di destra e tale rimango, il mio senso della patria, il mio essere madre e moglie di servitori dello Stato e figlia di un soldato ferito in guerra mi rendono Fiera, il mio essere di destra è la mia idea che nessuno potrà mai scalfire”.

Quindi la stilettata finale:

“La politica – conclude Adriana Vitale – è fatta di uomini che ne vorrebbero rappresentare le idee, non tutti ci riescono, auspico che lo faccia lei per la mia amata terra, con noi ha già fallito offendendo le nostre intelligenze e la nostra professionalità”.

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