Formazione professionale dei giovani palermitani? All’estero!

6 febbraio 2018

Finalmente ci siamo: la Formazione professionale che la Regione siciliana non riesce più a organizzare in Sicilia (da quasi sei anni, a parte l’OIF, non c’è un solo corso di Formazione!), nemmeno con i fondi europei, verrà organizzata – almeno per alcuni ‘fortunati’ giovani palermitani – fuori dalla Sicilia. All’insegna dell’Erasmus, ovvero del globalismo post-nazionale

“Palermo Capitale Italiana della Cultura finanzierà la formazione professionale di giovani palermitani all’estero”.

Lo ha annunciato, gongolante, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, intervenendo al convegno “Erasmus: un passaporto per l’integrazione e l’istruzione universitaria”, organizzato dall’Ersu Palermo (l’Ente universitario per il diritto allo studio.

“Palermo Capitale Italiana della Cultura – ci dice il sindaco – utilizzerà una parte consistente del milione di euro assegnato dal Ministero dei Beni Culturali, per la formazione professionale di giovani palermitani all’estero. Un aiuto in più per chi non ha la possibilità di frequentare l’università e quindi beneficiare degli scambi internazionali come l’Erasmus”.

“Vogliamo aiutare il figlio di un operaio a formarsi – ha spiegato Orlando – per acquistare livelli più alti di professionalità e ritornare così a lavorare nella sua terra. Aiutare un ragazzo che non è potuto andare all’università, consentirgli di seguire uno stage all’Opera di Parigi e vederlo tornare dopo tre mesi non più elettricista come il padre che magari lavora in nero, ma come tecnico di luci di scena o light designer. I nostri giovani hanno diritto a guadagnare professionalità di livello e noi abbiamo il dovere di offrire loro questa possibilità”.

Ci siamo, no? La Formazione professionale che la Regione non riesce più a organizzare per i giovani della Sicilia la organizziamo fuori dalla Sicilia, con le trovate ‘creative’ di un Comune con la povertà dilagante, con i senza tetto abbandonati, con le strade sfasciate, con i cittadini ‘spremuti come limoni’ grazie a una ZTL illegittima e, adesso, anche con l’acqua un giorno sì e tre giorni no mentre piove e con l’acqua di una sorgente che finisce in mare, se è vero che, dopo sedici anni, una condotta è stata riparata solo parzialmente!

Nonostante questi ‘successi’ amministrativi – o forse proprio per questo – il Governo nazionale di centrosinistra, che scippa dal Bilancio regionale 7 miliardi di euro all’anno, ha concesso una ‘mancia’ al Comune di Palermo (di centrosinistra, come il Governo nazionale): la bandierina di “Capitale della Cultura” e un milione di euro da spendere in “ricchi premi e cotillon”.

E il sindaco, con la sua “Cultura”, vuole un bel corso di Formazione professionale fuori dalla Sicilia. Come si fa a non cogliere il paradosso di una proposta che, alla fine, giustifica un disastro sociale in atto nella nostra Isola?

Insomma, i giovani siciliani laureati vanno già via: è il momento di fare andare via anche quelli che, non avendo in Sicilia a disposizione la Formazione professionale, possono formarsi fuori dall’Isola (per restare lì, altro che tornare!).

E questa, signori, è la classe dirigente siciliana!

Noi parliamo spesso della Formazione professionale: citiamo la dolorosa vicenda degli 8 mila lavoratori licenziati, ma non dimentichiamo mai – proviamo quanto meno a ricordarlo a una politica siciliana sorda – che la Formazione professionale serve, innanzitutto, ai giovani: tanti, tantissimi giovani della Sicilia senza lavoro che non sono andati all’università e che – anche in questo la nostra Isola è ai primi posti in Italia – hanno abbandonato la scuola dell’obbligo.

Abbiamo fatto più volte notare che nei cinque anni del Governo di centrosinistra di Rosario Crocetta la Regione siciliana – fatti salvi un paio di corsi dell’OIF (l’Obbligo formativo per i minori che hanno abbandonato la scuola) – non ha organizzato un solo corso di Formazione!

Di fatto, i fondi europei destinati alla Formazione professionale siciliana – gli unici fondi disponibili di una Regione siciliana che, illegittimamente, non stanzia fondi per questo settore – negli ultimi cinque anni non sono stati spesi. Tra qualche anno verranno riprogrammati, dimezzati (per foraggiare le Regioni del Centro Nord Italia) e, forse, utilizzati in Sicilia.

Quando? dal nuovo Governo regionale di centrodestra non si hanno notizie precise. La campagna elettorale è finita. La promessa di un’Agenzia unica per gli operatori del settore licenziati che l’allora candidato alla presidenza della Regione del centrodestra, Nello Musumeci, oggi Governatore dell’Isola, è rimasta tale.

Dall’assessore in carica, Roberto Lagalla, arrivano chiacchiere fumose: faremo così, faremo questo, faremo quello. Un futuro che in Sicilia è sempre incerto e che, pronunciato dagli attuali governanti della nostra Regione, sa tanto di improbabile.

Ma a dare ‘certezze’ arriva il sindaco di Una Palermo sempre più ciabattona: un bell’Erasmus anche per chi non va all’università. In piccole dosi, certo: una milionata di euro. Ma è già un segnale, no?

Ma cos’è, ‘a la strinciuta, come si usa dire dalle nostre parti, l’Erasmus?

Lo spiega bene il filosofo e commentatore Diego Fusaro:

“Abbiamo tolto la leva obbligatoria e abbiamo messo come nuova naia l’Erasmus, per rieducare i giovani al globalismo post-nazionale. Di modo che essi abbandonino ogni radicamento nazionale e ogni residua identità culturale e si consegnino senza coscienza infelice all’erranza planetaria, all’espatrio permanente, al moto diasporico globalizzato e alla centrifugazione postmoderna delle identità. I pedagoghi del mondialismo possono così, con profitto, imporre ai giovani femminilizzati la nuova postura cosmopolita no border”.

Ogni altro commento ci sembra superfluo.

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