Chi sguazza negli sprechi non può che temere la rivoluzione dei grillini

2 febbraio 2018

Secondo il settimanale “L’Espresso”, Luigi Di Maio, il candidato premier del Movimento 5 Stelle non sarebbe credibile perché il suo programma che prevede la lotta agli sprechi sarebbe impossibile da applicare perché non c’è mai riuscito nessuno. In realtà, gli sprechi non si vogliono eliminare perché fanno comodo. Soprattutto a chi dice che sono “ineliminabili”… 

Su “L’Espresso” di qualche giorno fa Bruno Manfellotto ha “espresso” dure critiche al candidato premier dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, accusandolo di illudere l’elettorato con una pubblicità ingannevole, che sarebbe questa: finanziare la ripresa del nostro Paese a mezzo della riduzione degli sprechi.

Secondo Manfelotto, nessuno è mai riuscito e nessuno potrà mai ridurre gli sprechi e, quindi, Di Maio che, secondo il giornalista, lo sa, mente sapendo di mentire.

Tra i tentativi falliti Manfellotto, però, ha la disavvedutezza di annoverare Carlo Cottarelli, uno, cioè, che, proprio perché aveva elaborato un piano che avrebbe sicuramente ridotto gli sprechi e vi aveva messo mano, fu silurato.

Quindi, che cosa ci dice in realtà Manfellotto?

Non certo che gli sprechi non si potevano eliminare, ma che non si sono voluti eliminare.

Così, con irresponsabile e gratuita leggerezza, Manfellotto attribuisce a Di Maio la stessa malafede di quanti, prima di lui, hanno assunto un impegno che non hanno voluto/saputo/potuto mantenere.

Quello che non viene compreso della politica e del programma complessivo dei 5 Stelle, oppure viene compreso benissimo, ma viene strategicamente occultato (bisognerebbe chiedere a qualche vecchio santone della stampa, tipo Eugenio Scalfari, per capirsi), è che quella penta stellata è una rivoluzione, non una revisione in corso d’opera dell’esistente che deve permanere, un’aggiustatina qui, un ritocco lì, atti parziali, pavidi e sottomessi ad interessi intoccabili.

La si può giudicare, a seconda dei punti di vista politici, giusta o sbagliata, la loro politica: ma è un attacco globale al sistema. In un contesto che tenga conto solo del risultato da raggiungere che, ripeto, si definisce rivoluzionario, non esistono interessi precostituiti, diritti quesiti, lobby da salvaguardare, realtà intoccabili.

Solo avendo chiaro questo concetto si può credere che la promessa è fatta in buona fede e che sarà mantenuta. E’ ovvio però che, se già a livello di campagna elettorale, si è scatenato un gioco al massacro da parte di quelli che si sentono minacciati, non è difficile prevedere il fuoco di sbarramento che il sistema tutto aprirà nei confronti dei 5 Stelle se, questi, malauguratamente per tutti quelli che ci guazzano, dovessero vincere le elezioni e quindi essere titolati a governare.

Ma questa è un’altra storia. Ed è una storia facilmente prevedibile. La “cosca dei perdenti” per fermare i 5 stelle prefigurerà scenari apocalittici: spread al 500%, BOT sottozero, Borsa ai minimi storici, Tsunami finanziari a go go, fallimenti e licenziamenti a catena, perfino la morte del cigno.
Sorgerà allora il Nuovo Demiurgo che invererà fascisticamente l’INCIUCIO DEL NUOVO MILLENIO.

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