E se alle elezioni del 4 marzo non vincerà nessuno? Gentiloni sarà ancora premier…

22 gennaio 2018

Ascoltando ogni giorno la rassegna stampa di Radio Radicale ci si può fare un’idea di cosa pensano i protagonisti della “mentalità convenzionale”, ovvero gli esponenti della vecchia politica italiana di centrodestra, di centrosinistra e dei ‘Grandi giornali’ cartacei che gl’italiani leggono sempre di meno. Oggi è molto ‘gettonato’ il Governo senza maggioranza: ovvero Gentiloni che governerebbe per un anno senza il sostegno in Parlamento…

Può sembrare una follia, o un mezzo ‘Golpe bianco’ alle vongole a seconda dei punti di vista: ma è quello che si sussurra qua e là. O meglio, è quello che fanno sapere gli esponenti della vecchia politica. Da dove desumiamo questa tesi? Ascoltando la rassegna stampa di Radio Radicale che riporta gli ‘autorevoli’ pareri dei ‘Soloni’ della Repubblica italiana.

Proviamo a riassumere quella che l’economista John Kenneth Galbraith, con la sua proverbiale ironia, chiamava la “mentalità convenzionale”.

La prima tesi comune a tutti i protagonisti della “mentalità convenzionale” italiana è che il Movimento 5 Selle non vincerà le elezioni. Il capo del Governo uscente, Paolo Gentinoli, ne è più che convinto. E con lui tutti gli esponenti della vecchia politica di centrodestra e di centrosinistra.

Volendo, non è una tesi campata in aria, perché con tre poli – centrosinistra, centrodestra e grillini – e con una legge elettorale (Rosatellum) che è stata pensata per garantire l’elezione dei due terzi del Parlamento di ‘nominati’, è probabile che finisca così.

Ma la notizia che si evince consultando la rassegna stampa di oggi, lunedì 22 gennaio, è un’altra: ovvero la tesi che, dopo il 4 marzo, il pallino resterà nelle mani della vecchia politica.

La speranza è che Forza Italia, PD e Liberi e Uguali, sommando i seggi ottenuti, raggiungano la maggioranza a Montecitorio e a Palazzo Madama. E’ il sogno di Massimo D’Alema, che farebbe nascere il Governo eliminando Renzi dalla segreteria del PD e, naturalmente, dal Governo.

Del resto, la formazione politica Liberi e Uguali di Piero Grasso è stata creata proprio per questo: intercettare i voti in uscita dal PD e riportarli in un PD senza Renzi.

Questa speranza, però, sembra quasi impossibile.

La tesi prevalente – che è già stata ‘gettonata’ e che torna con sempre maggiore forza – è un’altra: e cioè che, dopo le elezioni del 4 marzo, in assenza di una maggioranza, il capo dello Stato, Mattarella, dovrebbe conferire l’incarico di formare un Governo al già citato Presidente del Consiglio uscente, Gentiloni.

Domanda: chi viene incaricato di formare un Governo non dovrebbe avere, almeno, un’ipotesi di maggioranza in Parlamento in grado di sostenerlo, a cominciare dalla fiducia in entrambe le Camere?

A quanto pare, non più: Gentiloni, infatti, presiederebbe, alla fine, un Governo di minoranza (ma se un Governo è di minoranza come fa a governare? chi dovrebbe sostenerlo alla Camera e al Senato?) per “l’ordinaria amministrazione” (citazione letterale).

Quanto resterebbe in carica? Fino a qualche tempo fa tre mesi, che poi sono diventati sei. Stamattina il Governo Gentiloni di ‘minoranza’ avrebbe vinto un ‘bonus’ e resterebbe in carica per un anno!

Ma Mattarella non ha fissato la data delle elezioni politiche il 4 marzo per rimandare alle urne gl’italiani in caso di assenza di maggioranza?

Così dovrebbe essere. Ma a quanto pare avrebbero cambiato idea!

Che farebbe Gentiloni a Palazzo Chigi per un anno, senza maggioranza? Potrebbe governare perché “ce lo chiede l’Europa”. Vi pare poco?

non solo. Forse – ma questo non lo hanno detto, ma è una nostra deduzione – c’è sempre la speranza che, dai banchi grillini, i deputati riottosi agli ordini di Di Maio e Grillo si stacchino a vadano ad appoggiare il Governo Gentiloni fino al raggiungimento della maggioranza in entrambe le Camere…

Insomma, il solito trasformismo con il ‘suk’ dei parlamentari?

C’è anche un’altra tesi, più ‘intelligente’ della prima, elaborata da chi avrebbe addirittura letto la Costituzione…

Eccola.

Si parte sempre da tre poli senza maggioranza. Il centrodestra verrebbe scartato. A Palazzo Chigi andrebbe un esponente del PD (indovinate chi? ovviamente il solito Gentiloni). I grillini prenderebbero la presidenza della Commissione parlamentare che dovrebbe elaborare una proposta di riforma della legge elettorale (ma se l’hanno appena approvata com’è che non gli piace più? boh!).

Ovviamente, i grillini, i cambio della presidenza di questa ‘importante’ Commissione, dovrebbero appoggiare il Governo, almeno per un anno. Poi, una volta cambiata la legge si tornerebbe a votare.

Per quale motivo i grillini si dovrebbero sputtanare per appoggiare un Governi a guida PD non si capisce: ma per i protagonisti della “mentalità convenzionale” della vecchia politica italiana questo è un aspetto secondario.

Per questi signori è il mondo che deve adeguarsi a loro, e non viceversa. Loro sono il “sale della terra” (che nel significato che gli dava Tomasi di Lampedusa, con riferimento ai siciliani, non era proprio un complimento: anzi!).

Direte: e Berlusconi? Ci penserebbe “l’Europa” a zittirlo. Della serie: stai buono sennò ti ‘mangiamo’, già è tanto che ti abbiamo consetito di affossare la ‘riforma’ della Costituzione…

Sorge, da parte nostra, una domanda: ma se gli italiani dovessero decidere di dare la maggioranza ai grillini – mandando all’aria le granitiche certezze di tutti questi commentatori della vecchia politica italiana non sarebbe meglio?

Provate a immaginare la faccia che farebbero Renzi, Berlusconi, D’Alema, Casini, Bersani, Grasso e via continuando…

 

 

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