Musumeci & company: prendi i voti degli ex sportellisti e scappa!

15 gennaio 2018

Ormai siamo al paradosso: con i deputati del Movimento 5 Stelle che invitano il Governo regionale di Nello Musumeci a rispettare gli impegni che ha assunto in campagna elettorale. Perché non si risolve ‘sta vertenza? Paura della Corte dei Conti? O questa è una scusa perché i soldi sono finiti altrove? Un dato politico è certo: il centrodestra – almeno fino ad ora – sta facendo una figura da due lire! Questa con le altre… 

Ormai, nella politica siciliana i paradossi sono la regola. Nella passata legislatura un gruppo di parlamentari regionali di centrodestra – allora all’opposizione – si sono battuti per far tornare al lavoro i mille e 800 dipendenti degli Sportelli multifunzionali sbaraccati dal Governo di Raffaele Lombardo e lasciati chiusi dal Governo successivo di Rosario Crocetta. Si pensava che, andato al Governo il centrodestra le cose sarebbero cambiate. Invece…

Invece, diciamolo con parole schiette: il massacro nei riguardi di questi lavoratori continua! Ha solo cambiato colore politico: prima sono stati massacrati dal centrosinistra, ora è iniziato il massacro ad opera del centrodestra.

E’ cambiato l’ordine degli addendi, ma il risultato è rimasto lo stesso.

Il paradosso è che alcuni parlamentari di centrodestra, che nella passata legislatura appoggiavano le ragioni di questi lavoratori e che adesso sono maggioranza (in alcuni casi con ruoli di Governo), tacciono.

Parlano invece i deputati regionali del Movimento 5 Stelle Giovanni Di Caro, Nuccio Di Paola, Roberta Schillaci e Giampiero Trizzino, componenti della commissione Lavoro dell’Ars. I parlamentari grillini chiedono al Governo regionale di Nello Musumeci “di mettere al centro dell’agenda politica la vertenza degli ex lavoratori degli Sportelli multifunzionali e di dare applicazione alla legge regionale n. 8 del 2016, che agli articoli 12 e 13 si occupa dei servizi per il lavoro e politiche attive per il lavoro. Sono circa 1800 gli ex sportellisti, impiegati nei centri per l’impiego dell’Isola, senza lavoro dal 2015”.

Insomma – alla fine è quello che sta succedendo – le opposizioni spronano il Governo a rispettare gli impegni che gli esponenti del centrodestra hanno preso in campagna elettorale:

“Musumeci dia risposte agli ex dipendenti degli Sportelli multifunzionali, come promesso in campagna elettorale. Si tratta di 1.800 persone che dovrebbero essere utilizzate per attività di orientamento e formazione professionale per disoccupati, inattivi e soggetti in cerca di occupazione”, dice Roberta Schillaci, che stamattina ha preso parte al sit-in organizzato a Palermo dai lavoratori davanti Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione.

“I sindacati lamentano di aver chiesto, un mese fa, un incontro formale al governatore siciliano – aggiunge – ma di non essere stati ricevuti. Ci auguriamo che l’impegno del Governo nei confronti di questo bacino di lavoratori non sia stato un interesse da campagna elettorale”.

“Negli ultimi dieci anni la Regione – conclude Schillaci – ha speso circa 20 milioni di euro per attività di riqualificazione e aggiornamento di questo personale, che ha acquisito competenze specifiche, ma se inutilizzate rischiano di disperdersi. E questo è inammissibile in una Regione dove non si arresta l’emorragia di posti di lavoro e il tasso di disoccupazione si attesta sulla soglia del 22 percento, oltre il doppio della media europea”.

Sulla propria pagina facebook Adriana Vitale, lavoratrice del settore da sempre in prima fila nella lotta per riavere il posto di lavoro scrive:

“Dal risultato del sit in odierno, al quale non ho partecipato, abbiamo cercato di dare una lettura di serietà istituzionale condivisa con il gruppo dei lavoratori che da anni lottano per la difesa della propria dignità. Continuimo a credere che il Presidente, da persona rispettosa dei ruoli, delle ististuzioni, sensibile ai bisogni dei siciliani nel loro diritto di ricevere servizi degni di tale nome e altrettanto particolarmente sensibile ai bisogni di lavoratori ormai alla disperazione, gli stessi lavoratori che da anni segue con costante interesse e apprensione, ha a cuore la nostra disperazione, come spesso ha detto”.

“Siamo stati abituati a leggere comunicati sul nulla dal precedente presidente  prosegue il post – che con annunci roboanti pensava di risolvere i problemi. Se pur in una situazione esplosiva di vero bisogno, che ormai ha oltrepassato l’emergenza sociale, vogliamo leggere nel silenzio del Presidente, la serietà istituzionale di chi, prima di indicare le soluzioni, sta valutando in maniera accorta e con la massima attenzione insieme all’assessore, sia le nostre chiare richieste di applicazione dell’art. 13 n. 8 della legge regionale 2017 votata all’unanimità per tutta la platea degli operatori ex Sportelli multifunzionali storici con le risorse disponibili per ottemperare alla stessa ratio della norma in tema di implementazione delle politiche attive e misure a favore dello svantaggio, sia altri programmi dettati da chi dovrebbe valutare la fattibilità tecnica delle soluzioni e produrre solo atti amministrativi e non certamente dettare indirizzi politici, giustificati dal timore della Corte dei Conti, che siamo certi non potrà fare alcun appunto ad un governo che ottempera alle leggi”.

“Fatta questa premessa, rimaniamo in attesa di una parola chiara da parte del Presidente, con la pazienza che ci ha sempre contraddistinti e le modalità civili e rispettose dei ruoli. Pertanto chiediamo al Presidente e all’assessore al ramo – conclude Adriana Vitale – che presto ci comunichino ciò che il Governo avrà deciso e rimaniamo in attesa (che comunque non potrà essere lunga) delle sue comunicazioni che speriamo vadano verso la direzione auspicata dai lavoratori che hanno patito troppo per ottenere una legge risolutiva e che non permetteranno possa essere sconvolta o parzialmente applicata”.

Che dire di questa storia? Due le nostre ipotesi: e nessuna delle due è incoraggiante per questi lavoratori.

La prima ipotesi è adombrata dalla stessa Adriana Vitale: il timore, da parte del Governo regionale, di incorrere nei rigori della Corte dei Conti.

La tesi potrebbe avere una certa validità, se è vero che la magistratura contabile ha contestato il cosiddetto progetto Spartacus, ipotizzando un’utilizzazione improduttiva dei fondi di questo progetto messo in piedi dal passato Governo regionale. Accuse che sono state respinte dai lavoratori. Questo potrebbe frenare, oggi, la riassunzione di questi lavoratori.

Detto questo, non c’è ancora una sentenza della Corte dei Conti. E in ogni caso va detto che il Governo Musumeci dovrebbe applicare una legge regionale.

Ma come: l’Assemblea regionale siciliana cancella 5 miliardi di residui attivi senza le opportune verifiche di legge, approva di debiti fuori Bilancio dei quali non si conoscono gli ‘utilizzatori finali’ (cioè chi si è preso i soldi) e poi ci sono problemi ad applicare una legge regionale?

Non è che questa è una scusa, magari per giustificare, o meglio nascondere, la seconda, possibile tesi?

La seconda tesi è che i fondi – nazionali e regionali – potrebbero essere presenti solo sulla carta. Ufficialmente ci sono. Ma la nostra esperienza ci dice che lo scenario finanziario della Regione è tragico.

Al netto di certi strafalcioni pronunciati da politici che ‘maneggiano’ male la contabilità pubblica, i fondi appostati nel Bilancio regionale che compaiono e scompaiono sono ormai una realtà. Lo stesso discorso vale per i fondi nazionali che vengono inseriti nel Bilancio della Regione come accantonamenti negativi: ovvero soldi che, di fatto, non ci sono e che possono essere utilizzati solo dopo che lo Stato li eroga (quando li eroga!) alla Regione.

In ogni caso, è inutile girarci attorno: questa storia sta prendendo una brutta piega.

 

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