Palermo in ‘emergenza’ per mancanza d’acqua: ma butta in mare 500 litri di acqua al secondo!

10 gennaio 2018

Ragazzi, che c’è da dire: quando uno il sindaco lo sa fare, lo sa fare e basta. E poi, via, non è meraviglioso che il Comune di Palermo chieda a Roma la dichiarazione di stato di ‘calamità naturale’ per la mancanza di acqua mentre getta in mare la stessa acqua? Non pensate, però, che la Regione siciliana faccia meglio di Leoluca Orlando: la Regione, infatti, svuota le dighe! Le dichiarazioni di Claudia Mannino e Silvano Riggio    

Si possono gettare in mare 500 litri di acqua al secondo e poi chiedere lo stato di calamità per mancanza di acqua? E’ una follia, ma a Palermo questa follia è realtà.

Scrive in un comunicato stampa la parlamentare nazionale eletta in Sicilia, Claudia Mannino:

“La grave emergenza idrica nella zona di Palermo non è un evento eccezionale dovuto alla siccità, ma la prevedibile conseguenza di anni di malagestione delle reti, di sprechi e di incuria. La città è a secco ed il Comune si trova nella condizione di dover chiedere al governo lo stato di ‘calamità naturale’ e valutare il razionamento dell’acqua. Provvedimenti ‘tampone’ per fronteggiare l’emergenza che non rappresentano certamente la soluzione del problema che, se non si interviene con misure strutturali, si ripresenterà a breve con sempre maggiore incisività”.

L’aspetto paradossale è che, nel giorno in cui la parlamentare Claudia Mannino ha diffuso il proprio comunicato, a Palermo – almeno fino alle prime ore del mattino – pioveva. Ma questa non è una novità: le piogge, in Sicilia, come spiega il docente universitario di Ecologia, Silvano Riggio, si sono sì ridotte, ma ci sono: e sono spesso torrenziali.

(IN QUESTA INTERVISTA IL PROFESSORE SILVANO RIGGIO RACCONTA COME A PALERMO SI BUTTANO IN MARE 500 LITRI DI ACQUA AL SECONDO E SPIEGA ANCHE LA DESERTIFICAZIONE IN CORSO IN SICILIA).

Per logica – visto che le piogge, anche se poche, non mancano e sono spesso torrenziali – le circa 50 dighe presenti in Sicilia non dovrebbero essere vuote. Invece sono sempre vuote. Motivo: le svuotano. Perché? Perché sono prive di manutenzione o perché sono ancora incomplete.

Chi volesse approfondire questa follia può chiedere ‘lumi’ agli uffici della Regione e ai ‘capi’ di Sicilacque spa, la società che gestisce il cosiddetto “Sovrambito” nella nostra Isola (dighe, acquedotti e reti idriche). (QUI POTETE LEGGERE UN ARTICOLO IN CUI, TRA LE ALTRE COSE, SI PARLA DEI ‘SUCCESSI’ DI SICILACQUE SPA).

Toniamo a Claudia Mannino e al suo comunicato:

“La dispersione record della rete idrica di Palermo – scrive la parlamentare nazionale – sfiora il 55%, vale a dire più della metà dell’acqua immessa nelle condutture. E’ questa la vera calamità, e non è naturale. E’ indispensabile mettere l’AMAP, la società che gestisce le reti idriche, nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio dovere. E’ l’ora di affrontare strutturalmente il problema dell’acqua a Palermo. Non si possono chiudere i rubinetti della città nell’anno in cui è capitale della Cultura”.

Riprendiamo, adesso, alcuni passi dell’intervista al professore Riggio:

“…la desertificazione della Sicilia è stata prevista trent’anni fa. E’ la politica che ha ignorato questo problema. Ora, però, gli effetti cominciano ad essere pesanti: oltre al caldo, che in certi giorni d’estate è insopportabile, c’è anche la siccità. Manca l’acqua: e cosa fanno gli amministratori della cosa pubblica di Palermo? Decidono di buttare in mare l’acqua del depuratore di Acqua dei Corsari! Hanno realizzato una condotta sottomarina e la buttano in mare”.

Questo è il passaggio sul depuratore di Acqua dei Corsari:

“A Palermo – dice Riggio – non ci sono industrie. Che bisogno c’era di realizzare i depuratori? A che cosa servono? Sarebbe bastato utilizzare l’acqua da depurare in agricoltura. L’agricoltura avrebbe depurato le acque, senza bisogno di ricorrere ai depuratori che, lo ribadisco, là dove non ci sono industrie, non servono”.

Interessante anche il passaggio sulla facoltà di Ingegneria di Palermo, sezione idraulica:

“A Palermo – sottolinea il docente di Ecologia – la scuola idraulica è stata fallimentare. Questi signori ci hanno propinato solo fogne, condutture e depuratori. Non c’è stata mai una riflessione globale: solo Parf (Piani di attuazione delle reti fognarie). Ora i problemi cominciano ad aggravarsi”.

Appalti & speculazione edilizia:

“La politica del capoluogo siciliano – dice sempre Riggio – è stata e continua ad essere negativa. Ma c’è dell’altro. A Palermo, dagli anni ’50 del secolo passato ad oggi, c’è sempre stata una strana alleanza diabolica tra speculazione edilizia e università”.

E l’acqua che oggi a palermo ‘manca’?

“Folle – dice il docente universitario di Ecologia – tutta la gestione dell’acqua a Palermo. Palermo galleggia sull’acqua: acqua che oggi è quasi tutta salmastra”.

Perché è salmastra?

“Perché la falda – afferma Riggio – non si ricarica. E l’acqua del mare entra e salinizza la falda”.

Ancora:

“…la città in buona parte è ‘cementificata’. Le rare piogge – che tra l’altro portano acqua carica di veleni – fanno poco. Il verde che dovrebbe filtrare l’acqua e alimentare la falda, a Palermo, è ben poca cosa. E quel poco che c’è – è il caso dei circa mille alberi tagliati per fare posto al Tram – viene pure in parte smantellato. Così mentre la falda si salinizza, la città ‘cementificata’, con poco verde, quando il sole picchia diventa invivibile. E la situazione peggiorerà di anno in anno”.

In compenso Palermo, quest’anno, è la ‘Capitale della cultura’. Con i 500 litri di acqua gettata in mare!

 

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