Crisi dei rifiuti: presidente Musumeci, se c’è una cosa che non serve è la gestione in ‘emergenza’…

3 gennaio 2018

Con l’emergenza nella gestione dei rifiuti, negli anni passati, la politica siciliana ha fatto solo grandi affari: e noi siamo certi, presidente Musumeci, che questi argomenti non sono tra i suoi obiettivi. Del resto, i suoi alleati di oggi, che nel passato hanno gestito i rifiuti con l’emergenza, non hanno mai risolto i problemi che le hanno lasciato in eredità...

Sarebbe ingiusto ascrivere al nuovo Governo regionale di Nello Musumeci responsabilità della crisi dei rifiuti in Sicilia. Le responsabilità sono dei Governi del passato che, come ha giustamente ricordato il nuovo Governatore dell’Isola stamattina in conferenza stampa (ve l’abbiamo raccontata qui), iniziano alla fine degli anni ’90 del secolo passato, con gli esecutivi di Angelo Capodicasa e Vincenzino Leanza.

Tuttavia, ci sono due cose che, nel discorso del presidente Musumeci, non ci hanno convinto. Quando dice che, da vent’anni a questa parte, sul fronte dei rifiuti, in Sicilia, è stato fatto poco o nulla, si sbaglia. Negli ultimi dieci anni, ad esempio, i titolari delle discariche private si sono arricchiti. Vi sembra poco?

Se alcuni altisonanti nomi dell’imprenditoria siciliana si sono fatti i classici ‘bagni’ con ‘a munnizza, ebbene, il merito è della sinistra siciliana che, nel nome del ‘proletariato’, ha riempito di immondizia il sottosuolo della nostra Isola (inquinando terreni, falde idriche, aria e, nel caso di Palermo, anche un tratto di mare) e, soprattutto, ha riempito di soldi le tasche di alcuni soggetti.

La seconda cosa che non ci ha convinto, nel discorso del presidente della Regione, è la richiesta di poteri speciali al Governo nazionale. Con molta probabilità senza volerlo, il Governatore Musumeci si contraddice: chi ha combinato poco o nulla in materia di gestione dei rifiuti in Sicilia (a parte i già citati miliardari diventati tali a norma di legge), l’ha fatto gestendo questo settore con le procedure emergenziali che oggi il presidente della Regione chiede.

Presidente Musumeci, le cose dobbiamo dirle tutte: a cosa è servita la gestione dei rifiuti in emergenza, in Sicilia, dalla fine degli anni ’90 al 2015? Glielo diciamo noi: a fare affari con le procedure della ‘somma urgenza’, derogando alle leggi, senza controlli, senza evidenza pubblica, al ritmo frenetico degli affidamenti diretti.

Sono i suoi alleati di Forza Italia e i centristi – che nel ‘formaggio’ della gestione emergenziale dei rifiuti siciliani, negli anni passati, si rotolavano gioiosi – ad averle suggerito di farsi nominare, da Roma, commissario per l’emergenza dei rifiuti in Sicilia?

Lei, presidente, rispetto all’emergenza rifiuti in Sicilia – della quale questo blog parla da tempo (IN QUESTO ARTICOLO PUBBLICATO LO SCORSO 24 DICEMBRE SI PARLA DELL’EMERGENZA E TROVATE ALLEGATI SETTE ARTICOLI CHE TRATTANO TALE QUESTIONE DAL 2016 AD OGGI) –  dice delle cose giuste e delle cose fuorvianti.

Quando parla dell’eredità disastrosa che le ha lasciato il precedente Governo di Rosario Crocetta ha perfettamente ragione. Ma passa dalla parte del torto quando – proprio come ha fatto ripetutamente l’ex presidente Crocetta negli ultimi due anni e mezzo del suo Governo – chiede a Roma i poteri speciali, ovvero il commissariamento.

Per affrontare la crisi dei rifiuti in Sicilia il suo Governo non ha bisogno di poteri speciali. Ha già annunciato che, per dieci mesi (a nostro avviso per almeno un anno e mezzo), buona parte dei rifiuti verrà dirottata fuori dalla Sicilia.

Cosa corretta: con le discariche sature e con una percentuale di raccolta differenziata irrisoria, è l’unica soluzione.

Poi ha lasciato intendere che servono almeno dieci piattaforme per cominciare ad ammassare i rifiuti, man mano che le discariche ancora oggi funzionanti si satureranno.

Aggiungiamo noi che, in queste piattaforme, bisognerà effettuare la cernita per evitare si sotterrare rifiuti inquinanti. E, soprattutto, avviare il compostaggio, cioè la lavorazione della frazione umida.

Lei ha detto bene: il trasporto – a quanto pare all’estero – dei rifiuti prodotti ogni giorno nella nostra Isola non potrà durare più di dieci mesi-un anno. Anche perché il trasporto dei rifiuti all’estero costa una barca di soldi, che verranno prelevati dalle tasche degli ignari cittadini siciliani con un aumento della bolletta.

E’ questo il vero ‘regalo’ che il centrosinistra ha lasciato ai siciliani.

Nel giro di un anno, un anno e mezzo al massimo, la Sicilia dovrà, contemporaneamente, aumentare la raccolta differenziata e lavorare i rifiuti nelle piattaforme nelle quali dovrà partire, a ritmo serrato, il compostaggio della frazione umida con a monte la raccolta differenziata.

Il suo Governo non ha bisogno di bandire gare per le dieci nuove piattaforme, che per qualche anno, fino a quando la raccolta differenziata non decollerà del tutto, fungeranno, purtroppo, anche da nuove discariche.

Egregio presidente, le piattaforme – che, ci creda, sono più di dieci – ci sono già: sono state appaltate negli anni passati; alcune sono state completate, ma non utilizzate (per non creare problemi ai ‘Signori delle discariche’); altre, forse la maggior parte, sono state lasciate a metà (perché non chiede ai dirigenti generali di questo settore che si sono alternati in questi ultimi anni il perché di questi ritardi? scoprirà cose ‘divertentissime’…).

Se non ricordiamo male, per queste piattaforme di compostaggio sono già stati spesi circa 100 milioni di euro.

Insomma, presidente, non c’è affatto bisogno di nuovi appalti con le procedure di somma urgenza.

Lei, invece, continua a portarsi dietro i suoi alleati – parliamo di Forza Italia e dei centristi – che vorrebbero ripristinato il ‘formaggio’ della gestione commissariale, magari per andare a gestire una bella ‘scorpacciata’ di appalti a ridosso della campagna elettorale per le elezioni politiche: magari con la copertura politica della stessa sinistra che, per coperture & appalti sui rifiuti – vedasi il disastro che le hanno lasciato in eredità – non sono secondi a nessuno.

Presidente Musumeci, dia retta a noi: spieghi agli ‘affamati’ della sua coalizione che la ‘mangiatoia’ della gestione commissariale è finita nel 2015 per merito di una parlamentare nazionale eletta in Sicilia, Claudia Mannino, protagonista dell’emendamento, approvato dalla Camera dei deputati, che ha chiuso una stagione di immensi imbrogli.

Quando i suoi alleati – azzurri e centristi – le chiederanno:

“A che punto siamo con l’emergenza?, risponda: con il seguente detto siciliano:

Agneddu e sucu e fuiniu ‘u vattiu…

Emergenza rifiuti, Musumeci: “Li porteremo all’estero”. E ora polemizzano tutti…

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