Mentre la Sicilia va in malora Centrodestra e PD pensano a spartirsi le poltrone dell’Ars

18 dicembre 2017

Dopo l’elezione di Gianfranco Miccichè alla presidenza dell’Ars con i voti del PD, si apre, oggi, la seconda tornata della spartizione delle poltrone del Parlamento siciliano: l’elezione dei due vice presidenti, dei deputati questori e dei deputati segretari. E le presidenze delle Commissioni. Avanti, presidente Musumeci, venga in Aula con il PD…  

‘Incassata’ la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana con Gianfranco Miccichè, il Governo di Nello Musumeci – che ormai tutti hanno capito essere il frutto di un patto di ferro tra il centrodestra e un PD sempre più sputtanato – invece di governare, dovrà passare al secondo atto della spartizione delle poltrone. In ballo, in questi primi giorni della settimana, ci sono le due vice presidenze dell’Ars, le altre sei poltrone del Consiglio di presidenza dello stesso Parlamento dell’Isola, ovvero tre deputati questori e tre deputati segretari (che potrebbero diventare otto, a seconda della ‘fame’) e le presidenze delle Commissioni legislative.

Oggi, a Sala d’Ercole, insomma, si riapriranno le ‘danze poltronizie’. Il Governo centrodestra-PD ha a disposizione da 42 a 44 voti su 70: ciò significa che faranno quello che vogliono.

Daranno una vice presidenza ai grillini per non sputtanarsi ancora di più? O, visto che hanno già perso la faccia – ammesso che ne abbiano mai avuta una – si prenderanno anche questa poltrona, come ha fatto il centrosinistra nella precedente legislatura?

Intanto lo stesso Musumeci ha messo le mani avanti. Il suo partito-movimento ha il 7% in Sicilia? Bene. Diventerà bellissima non resterà certo fuori dalla spartizione delle poltrone delle prossime elezioni politiche nazionali.

Ci sono almeno due nomi da sistemare a Roma tra Camera e Senato: sono quelli di Raffaele Stancanelli (nominato in frett’e furia coordinatore di Diventerà bellissima) e di Giuseppe Catania. Ci potrebbe essere anche un posto per Fabio Granata, che però sta un po’ meno simpatico a Berlusconi, ma in ottimi rapporti con il PD. Si vedrà.

Anche nel PD siciliano – o in quello che resta di questo partito – si sono già aperti i giochi per le candidature alle elezioni politiche nazionali. Qui i problemi, però, sono maggiori.

Se l’accordo tra Berlusconi e il PD, a Roma, può essere attenuato dal potete mediatico delle Tv (a questo servono le televisioni di Berlusconi), in Sicilia lo sputtanamento del PD – ormai ruota di scorta del Governo Musumeci – è pressoché totale.

Se Enrico Rossi – che, lo ricordiamo, è un autorevole esponente di Articolo 1 Mdp – chiede che il suo partito e il PD vadano insieme alle elezioni politiche per non perdere seggi, in Sicilia non sarà certo facile, per Piero Grasso, leader (per giunta siciliano) di Liberi e Uguali proporre agli elettori un accordo con un PD che ha votato per Gianfranco Miccichè presidente dell’Ars!

Insomma, con la ‘sinistra’ siciliana, o presunta tale, in questa settimana politica che si apre ci sarà veramente da divertirsi…

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