Accordo PD-Forza Italia su Miccichè presidente dell’Ars per mettere la ‘mordacchia’ a Musumeci?

9 dicembre 2017

Noi non ci crediamo. Figuriamoci se Gianfranco Miccichè e Antonello Cracolici si mettono d’accordo come hanno fatto, nel 2008, con il Governo di Raffaele Lombardo. Siamo invece ‘preoccupati’ per gli alfanini siciliani (i vari Castiglione, i Vinciullo e le Simone Vicari) dopo che capitan Angelino ha abbandonato la nave di Alleanza Popolare che affonda. E di Renzi in Sicilia ne vogliamo parlare?

In queste ore cinque milioni di siciliani sono in trepidante attesa. Tre questioni cruciali per il futuro dell’Isola sono sospese in attesa di maturare come i caki sugli alberi d’autunno. C’è ansia per conoscere la sorte degli alfanini (leggere i seguaci di Angelino Alfano), si attende con trepidazione l’elezione sul ‘Soglio’ della presidenza dell’Ars di Gianfranco Miccichè e non si sa ancora se i dirigenti del PD siciliano metteranno da parte le risse interne per dedicarsi alla “lotta alla mafia” (i consiglio è di Renzi in persona: e vedi che mangi).

Ore lunghe e difficili, per i siciliani. Hanno già appreso, ‘sgomenti’, che l’Angelino di Girgenti, al secolo l’eterno Ministro Alfano, quello che con l’operazione Mare Nostrum andava a prendere i migranti direttamente in Libia per portarli nei centri di accoglienza italiani, si vuole ritirare dalla politica.

Che perdita, ragazzi! La Sicilia politica è a lutto. Come faremo? Sopravviveremo?

Adesso, dopo la notizia che Alfano si ritirerà (con un incarico all’ONU?), un’altra notizia tiene in sospeso la Sicilia e l’Italia: che faranno gli alfanini? Resteranno nel centrosinistra? Torneranno nel centrodestra? Si divideranno? Andranno da soli? O saliranno su una nave della flotta di Ettore Morace per restarci per il resto della loro vita, come in un romanzo di Gabriel Garcìa Màrquez?

L’unico dato certo è che i voti non si sono ridotti: sono drasticamente scomparsi. Tra lo stupore degli stessi alfanini che si chiedono:

“Ma cosa abbiamo fatto di male per meritare tutto questo? Perché né Renzi, né Berlusconi ci vogliono dare seggi sicuri nelle liste bloccate dei collegi plurinominali del Rosatellum? Perché ci offrono solo seggi nell’uninominale dove gli elettori, pur di farci perdere, voterebbero cani e gatti ma non noi?”.

Eh sì, la nave di Alleanza Popolare sta per affondare, il capitano Alfano, con ‘coraggio’, è già andato via, mentre in Sicilia i Giuseppe Castiglione, le Simone Vicari e persino i Vincenzi Vinciulli consultano gli orologi (Rolex?) per capire come, dove e quando affondare…

E che dire di Gianfranco Miccichè? Il Natale avrebbe dovuto segnare il ritorno di Marcello Dell’Utri all’agognata libertà. Ma ‘sta cosa, almeno fino ad ora, s’affumò come i ‘cazzilli’ d’un panellaro distratto (per i non palermitani: i rivenditori di panelle sulla moto lapa che friggono male e bruciano le crocchette di patate che diventano nere: ‘affumate’).

S’affumerà anche l’elezione di Miccichè alla presidenza dell’Ars? Ma davvero la nuova Assemblea regionale siciliana farebbe un tale affronto a quell’alta borghesia panormita della quale Gianfranco è espressione? A questo siamo arrivati?

Giuseppe Milazzo, il parlamentare regionale di Forza Italia che ha preso più voti a Palermo (facendo mangiare la polvere allo stesso Miccichè) ha detto che a Sala d’Ercole voti per eleggere Gianfranco presidente dell’Ars ci sono e quindi non c’è da preoccuparsi.

Subito sono entrati in azione di dietrologi: e questo che vuole? perché l’ha detto? e come l’ha detto? cosa c’è sotto? è un messaggio in codice? è con noi? è contro di noi?

Il centrodestra, nella nuova Ars, può contare su 36 deputati (se non ne arrestano qualcuno prima dell’insediamento: bisogna tenere conto anche di questo, visto che ormai si vota tra promesse di 80 euro in busta paga, stabilizzazioni di precari, fondi europei tra le mani e soggetti improbabili che, a vario titolo, battono le strade dei quartieri popolari per acquistare voti all’insaputa di chi li prende…).

Incognite a parte Gianfranco, sulla carta, i voti li ha: metà dei voti più uno, considerato che a Sala d’Ercole si è passati da 90 a 70.

Insomma, tolta la prima votazione dove, per essere eletti presidente del Parlamento siciliano, ci vuole la maggioranza qualificata (44 deputati che votano per Miccichè? va piscali!), poi ci vorrà la maggioranza semplice: e Miccichè ce la dovrebbe fare.

A meno che con la carta dei voti (cioè con i 36 voti presenti sulla carta) non ci avvolgano il pesce…

C’è chi dice che ci sono pronti i voti del PD. Sì di Renzi all’inciucio PD-Forza Italia in Sicilia per tenere per le… il presidente Nello Musumeci? Noi non ci crediamo. Figuriamoci se, in Sicilia, Miccichè si allea con quello che resta del PD di Antonello Cracolici!

Una nuova edizione del Governo di Raffaele Lombardo, quando il PD di Cracolici, Miccichè e lo stesso Lombardo filavano d’amore e d’accordo? Con Miccichè presidente dell’Ars la ‘mordacchia’ politica per Musumeci sarebbe bell’e pronta, sussurrano i presunti informati.

Noi però non ci crediamo: per noi è una Fake news…

Il PD e Renzi, infine. Il segretario del PD è tornato di nuovo in una Sicilia che non sa come prendere. Ha fatto fallire la Regione siciliana, ha incamerato una bella sconfitta con Fabrizio Micari alle recenti elezioni regionali grazie all’insostituibile regia di Leoluca Orlando, unico renziano in Italia che, a Palermo, tiene al guinzaglio Rifondazione comunista.

Ebbene, dopo tutti questi ‘successi’ Renzi non si spiega perché i siciliani non lo votano e non lo vogliono votare: ma come mai?

Dicono che sia tornato in Sicilia anche per trattare con chi ha lanciato un’Opa sul PD siciliano prendendosi 9 deputati regionali su 11. Eh già, perché nel nuovo gruppo parlamentare della nuova Assemblea regionale 9 deputati su 11 non sono di estrazione post comunista o comunque di sinistra.

Cosa vogliono ora i nove undicesimi del PD siciliano? Ora arrivano le elezioni politiche nazionali e Cracolici, Raciti, Faraone & compagni rischiano di fare la fine di ‘Io mammata e tu’.

Quindi, fa sapere Renzi, non litigate, perché le poltrone a Roma, per il PD siciliano, già sono poche.

(A proposito, segretario Renzi: non è che si dimentica della poltrona per Rosario Crocetta? Fa firmato con lei, da presidente della Regione, due ‘Patti scellerati’ che hanno ‘incaprettato’ 5 milioni di Siciliani. Ha nominato assessore al Bilancio il suo Alessandro Baccdei. Non è che gli ‘sforzi’ di Crocetta adesso non verranno premiati per garantire il seggio al primo Faraone che passa? Crocetta va ripagato, non faccia scherzi…).

Brutto lo scenario per i post comunisti siciliani: i nove undicesimi del gruppo parlamentare all’Ars nelle mani di chissà chi (anche ex cuffariani che hanno mille vite e sono dappertutto); la camurria di Piero Grasso che con il suo Liberi e Uguali in Sicilia rischia di fare danno assai. E poi c’è la sinistra della sinistra che prepara una lista in tutta l’Italia.

Va cunza ‘sta barracca, si direbbe dalle nostre parti…

Foto tratta da seguonews.it  

 

 

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