La verità sul Regno delle Due Sicilie, al netto delle bugie degli storici di regime

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Oggi pubblichiamo la seconda puntata del nostro ‘viaggio’ che abbiamo intrapreso per raccontare la questione meridionale. Quante bugie sono state scritte sul Regno delle Due Sicilie? Tante, tantissime, Oggi cerchiamo di restituire un po’ di verità con lo scrittore, giornalista e meridionalista, Nicola Zitara

Si è arrivati in questo modo ai giorni nostri, dove ancora adesso, in molti libri scolastici, la storia d’Italia e del Meridione in particolare è vergognosamente mistificata.

In campo economico la visione che si dette del Regno delle due Sicilie fu, se possibile, ancora più lontana dalla realtà effettuale. Questa la descrizione del Sud Italia lo scrittore, giornalista e meridionalista, Nicola Zitara (QUI LA SUA VITA DI STUDIOSO E LE SUE OPERE):

“Un paese strutturato economicamente sulle sue dimensioni. Essendo, a quel tempo, gli scambi con l’estero facilitati dal fatto che nel settore delle produzioni mediterranee il paese meridionale era il più avanzato al mondo, saggiamente i Borbone avevano scelto di trarre tutto il profitto possibile dai doni elargiti dalla natura e di proteggere la manifattura dalla concorrenza straniera. Il consistente surplus della bilancia commerciale permetteva il finanziamento d’industrie, le quali, erano sufficientemente grandi e diffuse, sebbene ancora non perfette e con una capacità di proiettarsi sul mercato internazionale limitata, come, d’altra parte, tutta l’industria italiana del tempo (e dei successivi cento anni). (…) Il Paese era pago di sé, alieno da ogni forma di espansionismo territoriale e coloniale. La sua evoluzione economica era lenta, ma sicura. Chi reggeva lo Stato era contrario alle scommesse politiche e preferiva misurare la crescita in relazione all’occupazione delle classi popolari. Nel sistema napoletano, la borghesia degli affari non era la classe egemone, a cui gli interessi generali erano ottusamente sacrificati, come nel Regno sardo, ma era una classe al servizio dell’economia nazionale”.

In realtà, il problema centrale dell’intera vicenda è che nel 1860 l’Italia si fece, ma si fece malissimo. Al di là delle orribili stragi che l’unità apportò, le genti del Sud patiscono ancora ed in maniera evidentissima i guasti di un processo di unificazione politica dell’Italia che fu attuato senza tenere in minimo conto le diversità, le esigenze economiche e le aspirazioni delle popolazioni che venivano aggregate.

La formula del “piemontismo”, vale a dire della mera e pedissequa estensione degli ordinamenti giuridici ed economici del Regno di Piemonte all’intero territorio italiano che fu adottata dal governo, e i provvedimenti “rapina” che si fecero ai danni dell’erario del Regno di Napoli, determinarono un’immediata e disastrosa crisi del sistema sociale ed economico nei territori dell’ex Regno di Napoli e il suo irreversibile collasso.

D’altronde le motivazioni politiche che avevano portato all’unità erano – come sempre accade – in subordine rispetto a quelle economiche. Se si parte dall’assunto, ampiamente dimostrato, che lo stato finanziario del Meridione era ben solido nel 1860, si comprendono meglio i meccanismi che hanno innescato la sua rovina.

(Fine della seconda puntata – continua)

QUI LA PRIMA PUNTATA DEL NOSTRO ‘VIAGGIO’ NELLA QUESTIONE MERIDIONALE

 

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  • Ha proprio ragione Franco Busalacchi: si dicono molte bugie sul regno delle Due Sicilie. Facciamo qualche esempio ? Era la terza potenza economica del mondo e lo riconobbero a Parigi nel 1856; aveva la terza flotta militare al mondo; la sua flotta mercantile comprendeva i 4/5 dell’intero naviglio mercantile italiano, su scala planetaria era forse la seconda; non aveva debito pubblico; Napoli era pulitissima nel 1832 grazie a un decreto di Ferdinando II, anzi ad una ordinanza del prefetto di polizia Piscopo; il brigantaggio non vi esisteva prima del 1860; dopo la sua caduta tutte le industrie meridionali vennero chiuse per favorire quelle del nord, anzi si chiusero pure le scuole; i garibaldini erano pregiudicati, parola di Garibaldi; a Calatafimi il generale borbonico Landi fu corrotto con 14.000 ducati, o forse erano 16.000, ma cercò di incassarli dopo morto; nella fortezza di Fenestrelle furono massacrati migliaia di meridionali (10.000, 20.000, 40.000 ?), e potremmo continuare a lungo. Una fantastoria petulante, fondata sul nulla, diffusa in anni recenti da monumenti all’ignoranza come i libri di Pino Aprile, smentita continuamente in modo inoppugnabile ma che rinasce continuamente perché c’è chi ha bisogno di crederci o che a crederci siano gli altri

  • La verità, o almeno qualcosa che le somigli molto, può essere nascosta, taciuta, negata, offesa, umiliata, ridicolizzata e tanto, tanto altro; anche per secoli.
    Ma non può essere uccisa.
    La verità è sempre a disposizione di chiunque la voglia cercare.
    Il tempo delle favole, invece, prima o poi finisce…

    • P.S.:

      Per hi volesse approfondire, mi permetto di segnalare fra gli innumerevoli altri i seguenti testi:

      – Carlo Alianello
      La conquista del Sud

      – Brunello Di Stefano Manno
      LE REALI FERRIERE ED OFFICINE DI MONGIANA

      – Pino Aprile
      Terroni – Piemme edizioni

      – Pino Aprile
      Carnefici – Piemme Edizioni

      – Francesco Bianco
      Turriciano – Brigante o partigiano
      Cromografica Roma s.r.l., Roma

      – Francesco Bianco
      Castellammare del Golfo 1° gennaio 1862
      Cromografica Roma s.r.l., Roma

      – Borri Felice, Libraio – Editore
      Come si rubava nel Regno d’Italia
      1848 – 1872 – Torino, 1872

      – Buttà Padre Giuseppe
      Un viaggio da Boccadifalco a Gaeta
      Interamente consultabile on-line presso il seguente link:
      http://www.theseuslibri.it/open2b/var/catalog/product/files/38.pdf

      – Antonio Ciano
      I Savoia e il massacro del Sud
      Magenes Edizioni

      – Ignazio Coppola
      Risorgimento e risarcimento – La Sicilia Tradita
      Edizioni C.N.A. Palermo

      – Prof. Padre Michele Antonio Crociata
      “SICILIA NELLA STORIA”
      La Sicilia e i siciliani dalla dominazione saracena alla fine della lotta separatista (827 – 1950) – Dario Flaccovio Editore

      – Erminio De Biase
      L’Inghilterra contro il regno delle Due Sicilie
      Controcorrente Edizioni

      – D. Luigi Del Pozzo
      Cronaca civile e militare delle Due Sicilie sotto la Dinastia Borbonica
      Ripostes Edizioni

      – Gigi Di Fiore
      Gli ultimi giorni di Gaeta
      Rizzoli Editore

      - Gigi Di Fiore
      Briganti
      Utet Edizioni

      – Francesco Maurizio Di Giovine
      La Dinastia Borbonica
      Ripostes Edizioni

      – Francesco Durelli
      Le condizioni del reame delle Due Sicilie nel corso dell'anno 1862
      Ripostes Edizioni

      – Epiphanius
      Massoneria e sette segrete – La faccia occulta della storia
      Controcorrente Edizioni
      Il testo è intaremente consultabile on – line al seguente link:
      https://app.box.com/s/5zob5rgfkj5ia9teki2a

      – Giovanni Gibilaro
      I Borboni e il molo di Girgenti
      Edizioni Centro Culturale Pirandello – Agrigento

      – Antonio Grano
      A sinistra della Questione Meridionale
      NORDESUD Edizioni

      – Vincenzo Gulì
      Il saccheggio del sud
      Edizioni Campania Bella

      – Vincenzo Gulì
      Il ferro e il fuoco del nemico esercito francese
      Il 1799 in Irpinia e nel Regno di Napoli
      Paolo Laurita Editore

      – Alfredo Li Vecchi
      Economia e politica nella Sicilia Borbonica
      Sigma Edizioni

      – Vito Lo Scrudato
      Varsalona, l'ultimo brigante
      Pietro Vittorietti Edizioni

      – Lino Patruno
      Fuoco del Sud
      Rubbettino Edizioni

      – Angela Pellicciari
      La Gnosi al potere
      Fede & Cultura Edizioni

      – Antonella Randazzo
      – Dissimulazioni massoniche
      Cosa sono e come operano le reti massoniche dal XVIII secolo ai nostri giorni
      Espavo Edizioni

      – Giuseppe Ressa
      Il sud e l’Unità d’Italia
      Testo solo on line da: http://www.ilportaledelsud.org/rec-ressa.htm

      – Tommaso Romano
      Sicilia – 1860 – 1870 Una storia da riscrivere
      ISSPE Edizioni

      – Tommaso Romano
      Contro la rivoluzione la fedeltà, il marchese Vincenzo Mortillaro…
      ISSPE Edizioni

      – Luciano Salera
      Garibaldi, Fauchè e i Predatori del Regno del Sud
      Controcorrente Edizioni

      – Giacomo Savarese
      Le finanze napoletane e le finanze piemontesi dal 1818 al 1860
      Controcorrente Edizioni

      – Pierre Virion
      Il governo mondiale e la Contro Chiesa
      Controcorrente Edizioni

      – Nicola Zitara
      Il sud e l’Unità d’Italia
      Jaka Book Edizioni

      – Nicola Zitara
      L’invenzione del Mezzogiorno
      Jaka Book Edizioni

      – Nicola Zitara
      Il proletariato esterno
      Jaka Book Edizioni

  • Barbero é uno "storico" mercenario, sabaudista , provinciale .Su Fenestrelle ha fatto uno "studio" vergognoso, fondato su pochissimi documenti ,tratti esclusivamente dagli archivi dell'esercito piemontese. Non ha consultato altre fonti. Ha fatto un lavoro sporco, paragonabile a quello del nazi-revisionista italianoMattogno, che aveva negato l'Olocausto (6 .000.000 di Ebrei assassinati dai Tedeschi nei lager), sostenendo che le camere a gas erano piccole e non potevano contenere molta gente e che non ci sono documenti della Germania nazista che possano comprovare i piani , gli ordini di sterminio. E Barbero ha fatto la stessa porcata, sostenendo che negli archivi piemontesi non ci sono documenti che possano dimostrare i piani, gli ordini di sterminio dei Meridionali. Come se Tedeschi e Piemontesi fossero cosí stupidi da lasciare documenti scritti, nei loro archivi, in grado di attestare gli enormi delitti da loro commessi. Forse hanno lasciato documenti scritti i Turchi dopo il massacro degli Armeni ?? O gli Spagnoli dopo il massacro delle popolazioni Azteche, Maya ed Incas ?? O i Sovietici di Stalin dopo le carneficine nei gulag ?? Barbero é un mascalzone , non é uno storico serio ! Se la preoccupazione di ogni singolo assassino, dopo l'omicidio, é quella di non lasciare prove o testimoni per ,poi, evitare il processo, figuriamoci la preoccupazione di un intero Stato che decide di sterminare intere popolazioni !! Chi non capisce questo elementare ragionamento ė o tonto o mascalzone. Quanto al Regno delle Due Sicilie, studi seri dedotti anche da documenti stranieri dimostrano che le sue finanze erano di gran lunga piú ricche degli altri Stati italiani. Che i suoi abitanti non emigravano a differenza dei padani del Piemonte, del Veneto e del Friuli, dove si viveva malissimo. Che le sue industrie erano allo stesso livello di sviluppo di quelle lombarde o liguri, che la sua marina mercantile era la prima (per tonnellaggio e numero di scafi) tra quelle italiane. Era, é vero, una monarchia assolutista, ma meno repressiva di quella "costituzionale" piemontese, responsabile (con Vitt. Eman. II) del massacro di Genova. I Savoia miravano ai soldi del Regno Borbonico, alla colonizzazione ed al saccheggio del Sud. L'Unità d'Italia era solo un pretesto . PONTELANDOLFO e CADALDUNI sono le prove inoppugnabili dei massacri e delle rapine sabaudo-padane ai danni del Meridione. I polentoni ,con i massacri di decine di migliaia di Meridionali e le distruzioni di almeno DIECI cittadine del Sud (1860-71) , hanno anticipato , con la loro barbarie , la ferocia tedesca (1943-45) evidenziata a BOVES, MARZABOTTO e FOSSE ARDEATINE.

  • Qualsivoglia sprovveduto ( e magari anche ignorante o finanche piemontese) visitando Napoli potrebbe facilmente comprendere di trovarsi al cospetto di una vera Capitale, sicuramente l'unica che l'Italia potesse,in qualche modo vantare.Si dirà sempre male di Napoli e del meridione ma, si sa, l'invidia è esercizio tipico dei mediocri, storici o meno che siano.
    Noi, dal canto nostro, conosciamo il nostro passato e ne andiamo fieri.

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