Rifiuti in mano alla mafia, il PM Zuccaro: “Le pubbliche amministrazioni non siano conniventi”

28 novembre 2017

Ancora un’altra inchiesta giudiziaria sulla gestione dei rifiuti in Sicilia che conferma il ruolo della criminalità nel settore, ma che tira in ballo pesanti responsabilità dei Comuni. Insomma, se in Sicilia questo settore è perennemente nel caos, un motivo c’è…. Intanto oggi, a Palermo, è andato in scena l’Ecoforum di Legambiente in cui si è discusso del tema. Presente anche il neo governatore, Nello Musumeci. Ma sull’evento ha qualcosa da ridire l’avvocato agrigentino, Giuseppe Arnone…

La Direzione Investigativa Antimafia di Catania ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di imprenditori, funzionari amministrativi e personaggi considerati elementi di vertice dei clan mafiosi Cappello e Laudani (sotto l’elenco dei nomi). L’indagine riguarda la gestione della raccolta dei rifiuti nei Comuni di Trecastagni, Misterbianco e Aci Catena, con ulteriori diramazioni nella Sicilia Orientale. Sequestrate società per un valore di circa 30 milioni di euro.

Ancora un’altra inchiesta, dunque, che conferma il ruolo della criminalità in questo settore. Ma i magistrati non esitano a parlare anche di altro tipo di responsabilità:

 “Alcune ditte – ha  detto il Procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro – hanno ricevuto vantaggi veramente indebiti da Comuni che invece sono in dissesto e che comunque non ricevono, sotto il profilo del pagamento delle tasse destinate alla raccolta dei rifiuti, somme che corrispondono agli importi di appalti che concedono. E’ impossibile che gli amministratori non si rendano conto che i loro Comuni erogano somme di denaro che vanno al di là delle loro capacità. Nessuno di questi amministratori segnala queste disfunzioni all’autorità  giudiziaria: questo non si può più tollerare. L’appello che rivolgo alle pubbliche amministrazioni è di non essere conniventi con la mafia e più attenti al controllo nei territori che gestiscono”.

Sempre oggi a Palermo è andato in scena l’Ecoforum di Legambiente sul tema dei rifiuti al quale ha partecipato anche il neo governatore Nello Musumeci:

“Ieri ho dovuto firmare due richieste di proroga per altrettante situazioni di emergenza. Ma non possiamo più essere inerti di fronte al paventato collasso del sistema delle discariche in Sicilia. Siccome, è stato detto, ‘la mafia punta la propria attenzione sui flussi di denaro’, posso dirvi che è intendimento mio operare subito una concreta inversione di tendenza. Abbiamo la necessità di uscire fuori da questo vicolo cieco che pesa come un macigno sul cittadino-contribuente costretto a pagare sempre di più per un servizio sempre più scadente”.

Il presidente Musumeci, a quanto pare, si avvarrà della consulenza del docente universitario, Aurelio Angelini, considerato uno dei massimi esperti nel settore rifiuti in Sicilia.

Su questo evento, da registrare la posizione dell’avvocato agrigentino Giuseppe Arnone, già presidente di Legambiente in Sicilia. Secondo il quale la presenza, tra gli sponsor, della ditta di Giuseppe Catanzaro, numero uno di Confindustria Sicilia e patron della discarica privata di Siculiana, non è stata del tutto opportuna:

“Quando il presidente di Legambiente si chiamava Giuseppe Arnone, imprese come quella di Catanzaro non si sognavano nemmeno di dare denaro a Legambiente. Oggi, come dimostra l’odierno convegno, imprese al centro di accuse pesantissime concernenti affari per centinaia di milioni di euro – vedi vicenda denunziata dall’assessore regionale Marino (Nicolò Marino, ex assessore regionale con delega ai rifiuti ndr) e per la quale Marino fu rimosso da Crocetta – sono divenute pappa e ciccia con Legambiente”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qui sotto – come riportato dall’agenzia di stampa Italpress – l’elenco dei destinatari dei provvedimenti cautelari nell’ambito dell’operazione Gorgoni della Dia di Catania di stamattina:

1.ASTUTO Gabriele Antonio Maria, nato a Catania il 21.12.1962, responsabile dell’ufficio Tecnico del Comune di Trecastagni, con l’imputazione di turbata liberta’ di scelta del contraente aggravata, corruzione; 2.BRIGANTI Rodolfo, nato a Venaria Reale (TO) il 5.8.1959, attuale rappresentante legale della SENESI S.p.A., con l’imputazione di corruzione; 3.CARAMBIA Salvatore, inteso “Turi ‘u Turcu”, nato a Catania il 12.10.1966, pregiudicato, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso; 4.CUTULI Alfio, nato ad Aci Catena il 19.12.1963, giornalista presso l’emittente televisiva REI CANALE 103, con l’imputazione di corruzione; 5.GAROZZO Pietro, inteso “Piero”, nato a Catania l’1.07.1969, pregiudicato, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso; 6.GRASSO Giuseppe, nato a Catania il 12.6.1976, pregiudicato, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso; 7. GUGLIELMINO Vincenzo, nato a Catania il 13.06.1954, amministratore della E.F. SERVIZI ECOLOGICI S.r.l, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso, turbata liberta’ di scelta del contraente aggravata, corruzione; 8.MAUCERI Alessandro, nato a Catania il 25.03.1976, con l’imputazione di turbata liberta’ di scelta del contraente aggravata, corruzione; 9. PAPASERIO Vincenzo, nato a Catania il 17.03.1973, pregiudicato, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso; 10. PAPPALARDO Lucio, nato ad Aci Catena il 22.04.1977, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso; 11. PIANA Angelo, nato a Catania il 10.05.1971, con l’imputazione di turbata liberta’ di scelta del contraente aggravata, corruzione; 12. SANTORO Fabio, nato a Catania il 31.8.1991, pregiudicato, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso; 13. SANTORO Luca, nato a Catania il 31.8.1991, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso; 14. SCALIA Raffaele, “Ele”, nato a Catania il 28.01.1958, pregiudicato, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso; 15. SCUDERI Davide Agatino, nato a Catania il 4.11.1974, pregiudicato, con l’imputazione di associazione di tipo mafioso; 16. SGARLATO Domenico, nato a Catania il 06.12.1956, all’epoca dei fatti dirigente dell’Ufficio Tecnico Lavori pubblici – Servizi ambientali e manutentivi del Comune di Trecastagni, con l’imputazione di turbata liberta’ di scelta del contraente aggravata, corruzione.

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