Elezioni di Camera e Senato: Renzi e Berlusconi hanno ‘ridisegnato’ i collegi elettorali per fregare i grillini

24 novembre 2017

Con la scusa che in alcune Regioni italiane la popolazione è diminuita e in altre è aumentata, il Governo, come previsto dalla nuova legge elettorale, ha ‘ridisegnato’ i collegi dove si voterà per le elezioni politiche nazionali. Il tutto all’ombra dell’accordo tra Renzi e Berlusconi siglato per fregare il Movimento 5 Stelle. Tempi strettissimi per la raccolta delle firme. I dubbi di Emma Bonino e la dichiarazione di Luigi Di Maio

Il Governo nazionale di Paolo Gentiloni ha varato i nuovi collegi per le elezioni di Camera dei deputati e Senato della Repubblica, secondo quanto previsto dalla nuova legge elettorale denominata Rosatellum. Di fatto, il Parlamento nazionale – non a caso di ‘nominati’ – si è spogliato di una propria competenza per regalarla al Governo.

I nuovi collegi ‘ridisegnati’ dal Governo (a quanto pare su misura per per Renzi e Berlusconi che saranno, con molta probabilità, alleati nel prossimo Governo per fregare i grillini) passeranno, adesso, all’esame di Camera e Senato. Si tratterà di un passaggio formale e non sostanziale, perché – sempre stando a quanto prevede la legge elettorale approvata dal Parlamento di ‘nominati’ – l’ultima parola la pronuncerà il Governo.

Per la cronaca, si tratta di 232 collegi uninominali e 386 plurinominali per la Camera dei deputati e di 109 uninominali e 200 plurinominali per il Senato.

Da quel poco che si apprende in queste ore, si tratta di un papocchio che dovrebbe scatenare un putiferio nelle commissioni legislative della Camera e del Senato. Sembrerebbe, infatti, che nella formazione dei collegi proporzionali – che dovrebbero essere composti con l’aggregazione di collegi uninominali contigui – non ci sarebbe la contiguità!

Insomma, la confusione – ‘condimento’ indispensabile per confezionare imbrogli politici ed elettorali – sarebbe tanta. Basti pensare che commissione di ‘esperti’ guidata dal presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, formalmente ha lavorato per appena sei giorni, e precisamente dal 15 al 21 novembre, fine settimana compreso. Anche se si racconta che avrebbe iniziato ad affrontare l’argomento nella terza decade di ottobre, cioè prima la legge elettorale venisse definitivamente approvata dal Parlamento.

Riassumendo, possiamo dire non solo che Renzi e Berlusconi hanno concordato e fatto approvare dal Parlamento di ‘nominati’ una legge elettorale – il già citato Rosatellum – a proprio uso e consumo, ma – con la scusa che in alcune Regioni la popolazione è cresciuta e in altre Regioni è diminuita – hanno ridisegnato i collegi elettorali a seconda delle proprie convenienze.

Così in alcune Regioni – dove magari Renzi e Berlusconi (soprattutto il PD di Renzi) pensano di vincere – il numero di collegi verrà aumentato; dove si potrebbe prospettare la vittoria dei grillini i collegi verranno ridotti.

Fine delle vergogne? Assolutamente no. La data delle elezioni politiche nazionali dovrebbe essere fissata tra il 4 e il 18 marzo (è semplicemente alluncinante che ancora non sia stata fissata!). Considerato che i collegi verranno resi noti a metà dicembre e che si dovranno preparare le liste, i partiti avranno, sì e no, un mese e mezzo di tempo, e forse anche meno, per raccogliere le firme in ogni collegio!

Ciò significa, con molta probabilità, che i piccoli partiti e, in generale, le formazioni politiche che non hanno un radicamento territoriale nazionale avranno enormi difficoltà a raccogliere le firme.

Ricordiamo che le firme vanno raccolte dopo che le liste sono state completate alla presenza di un pubblico ufficiale.

Secondo la leader del Partito Radicale, Emma Bonino, sarà praticamente impossibile raccogliere le firme: da qui la sua richiesta di ridurre il numero delle firme richieste.

Il candidato premier dei grillini, su Il Sole 24 Ore ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Prima di tutto li leggiamo, vediamo se sono stati soggetti alla tecnica che ben conosciamo, che si ritagliano i collegi come vogliono, quando vogliono, in base ai sondaggi per riuscire a favorirsi. A me non spaventano né gli uninominali, né i plurinominali. Siamo la prima forza del Paese, accreditati per un numero di seggi che non consente già ora a PD e Forza Italia di raggiungere il 51% e, quindi, di dare vita all’inciucio”.

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